WTA Miami, Sabalenka non si nasconde: “Ho un solo obiettivo, alzare il trofeo”
Aryna Sabalenka, battendo Jasmine Paolini con un doppio 6-2, ha conquistato la finale del Miami Open, la terza finale nel 2025, dopo Melbourne e Indian Wells, mettendo di fatto il punto esclamativo su un torneo finora quasi ai limiti della perfezione, nel quale non ha ceduto neanche un set. Prestazioni maiuscole, di quelle che non lasciano spazio a interpretazioni: la bielorussa è stata semplicemente dominante. “Sono super felice del mio livello di gioco oggi e in tutto il torneo: è la mia prima finale a Miami”, ha dichiarato con un sorriso radioso in conferenza stampa.
L’impressione è che questa vittoria sia stata una delle migliori della stagione per la numero uno del mondo. Non solo per il punteggio, ma per la sicurezza mostrata in campo: “è stata una delle migliori partite della mia stagione fin qui, tutto è andato come volevo”.
Sabalenka ha avuto solo un piccolo momento di difficoltà nel secondo set, quando Paolini ha avuto tre palle break, saranno quattro nel match, ma lì è emersa la sua capacità di restare “in the zone”: “tutto sta funzionando alla perfezione”, ha ammesso con una consapevolezza disarmante.
Un percorso solido, oltre le sconfitte e le difficoltà
“È molto difficile portare sempre il miglior tennis in ogni partita. – il riferimento è al percorso della numero uno nel 2025 che l’ha portata fino a qui – Si lotta sempre con qualcosa, ma penso che la mia capacità di adattarmi alle difficoltà e di combattere indipendentemente da tutto dimostri che sono a un livello molto alto in questo momento”.
Una mentalità granitica, che emerge con forza soprattutto nei momenti difficili. Le finali perse a inizio stagione, a Melbourne ed Indian Wells, dolorosissime per una abituata a vincere, non sono stati degli stop, ma degli insegnamenti: “Non perdiamo mai, impariamo solo delle lezioni. Sono felice di essermi data un’altra opportunità, un’altra finale, per imparare finalmente la lezione e portare a casa il trofeo”.
Ed è proprio legandosi al concetto caro Stefano Massari, che sul tema ci ha scritto un libro “O vinci, o impari”, la bielorussa ha fatto tesoro delle sconfitte in finale soprattutto per quanto riguarda la gestione mentale dell’atto conclusivo del torneo: “credo di dover pensare solo a me stessa, non a quello che sta succedendo dall’altra parte del campo. Spesso le avversarie non hanno nulla da perdere e giocano in maniera folle, tirando vincenti da ogni angolo. Devo mantenere la stessa mentalità che ho avuto oggi”.
La differenza tra lei e Pegula
Avversaria in finale sarà Jessica Pegula; la statunitense ha già affrontato Sabalenka in battaglie memorabili, tra cui la finale dello US Open nel 2024. “Abbiamo giocato tante partite dure. Sarà una grande sfida, sono entusiasta di affrontarla di nuovo”. Alla domanda su cosa possa fare meglio rispetto a Pegula, Aryna evita dichiarazioni roboanti. “Non voglio dire che faccio qualcosa meglio di lei. Ma se devo trovare un aspetto, forse la tenuta mentale. Però non è che basta dire ‘sono più forte mentalmente’, bisogna dimostrarlo ogni volta”.
E qui emerge la vera Sabalenka. Non si tratta solo di potenza, di servizio devastante e colpi letali, ma di una determinazione che la rende un’avversaria temibile per chiunque. “Ogni partita è una battaglia, non puoi mai rilassarti. Devi sempre trovare una soluzione, una via d’uscita. Credo che quest’anno stia gestendo meglio i momenti difficili, ed è per questo che mi sento pronta”.
Tennis: una passione ritrovata
Tra una preparazione e l’altra, Aryna ha scoperto un nuovo amore per il tennis anche fuori dal campo. “Ultimamente guardo molto tennis in TV. Sto invecchiando, è pazzesco” dice ridendo. Non si tratta solo di semplice intrattenimento: Sabalenka studia. “Quando guardo il tennis maschile cerco di capire cosa fanno di diverso, se c’è qualcosa che posso provare ad allenare. Quando guardo le ragazze, invece, cerco di analizzare i loro punti deboli. Ma soprattutto, mi interessa l’aspetto mentale: voglio vedere come reagiscono sotto pressione”. Un cambiamento rispetto alla giovane Aryna, che da ragazza non si soffermava troppo sugli aspetti tattici: “Forse se fossi stata un po’ più sveglia da giovane, sarei diventata una giocatrice migliore prima. Ma va bene così, ho ancora tempo”.
L’ultimo passo verso il trofeo
La finale del Miami Open sarà un’altra occasione per Aryna Sabalenka di dimostrare che le sue ambizioni non sono solo parole. Con un tennis esplosivo e una mentalità di ferro, la bielorussa si prepara a un ultimo, decisivo sforzo. “So cosa devo fare. Ho imparato tanto dalle finali precedenti e questa volta voglio davvero vincere. Il mio obiettivo è restare concentrata, giocare il mio miglior tennis e non pensare a chi c’è dall’altra parte della rete”. Non c’è più spazio per dubbi o esitazioni: Aryna Sabalenka è pronta per la battaglia finale. “Mi sento bene, mi sento forte. Ho solo una cosa in testa: alzare quel trofeo“.