ATP Miami: Dimitrov è perfetto, batte Nakashima e trova Cerundolo ai quarti. Korda più forte della pioggia
[14] G. Dimitrov b. [31] B. Nakashima 6-4 7-5
Grigor Dimitrov si qualifica per la seconda volta consecutiva ai quarti di finale del Miami Open dopo aver sconfitto Brandon Nakashima (23 anni, numero 32 del ranking ATP) con il punteggio di 6-4 7-5 in un’ora e 24 minuti di gioco: il finalista della scorsa edizione ha disputato un match praticamente perfetto, mettendo in mostra tutta la classe e le rotazioni del suo tennis, addormentando i colpi solidi dell’avversario per poi attaccarlo all’improvviso, spesso in controtempo.
Dimitrov ha sfoderato una prestazione impeccabile al servizio: 12 ace, 70% di prime palle in campo, 83% di punti vinti con la prima, 65% con la seconda e nessuna palla break concessa. Il bulgaro ha controllato le geometrie di Brandon, alzando il livello e la profondità delle proprie soluzioni nei momenti decisivi e piazzando due break chirurgici – nel nono game del primo set e nell’undicesimo game del secondo – che hanno di fatto deciso l’incontro. Adesso, nei quarti di finale, se la vedrà con Francisco Cerundolo.
[24] S. Korda b. G. Monfils 6-4 2-6 6-4 (di Michelangelo Sottili)
In un match caratterizzato da diverse interruzioni che sembravano fatte apposta per prolungarlo in attesa della pioggia (puntualmente arrivata), a spuntarla in 2h 12′ è stato Sebastian Korda, 6-4 2-6 6-4, prendendosi la rivincita su Gael Monfils a due settimane di distanza dalla loro inedita sfida di Indian Wells, chiusa con due tie-break dal parigino.
Un Korda partito più centrato rispetto al rivale apparso tutt’altro che brillante soprattutto nel primo parziale è però sceso con la percentuale di prime e salito con gli errori, cedendo così il secondo set. A metà della terza partita Sebastian ha però approfittato di un pessimo turno di Battuta di Monfils e, ben ancorato al proprio servizio, ha tirato dritto e raggiunto i quarti. Sfuma così per adesso la chance per Gael, 38 anni e sei mesi, di diventare il più vecchio quartofinalista in un Masters 1000 battendo Roger Federer di quattro mesi.
Primo set – Gael poco centrato, Sebi fa il suo
Korda sceglie di rispondere e dopo un paio di punti si rivolge a Lahyani perché infastidito dal riflesso del sole su alcuni corrimano in metallo, nulla che un paio di asciugamani non possano risolvere. Cambio campo e ci si ferma di nuovo perché i pannelli a fondocampo si mettono a lampeggiare. Il terzo gioco è finalmente tranquillo, tranne che per Monfils che sbaglia anche a capo aperto, subisce le accelerazioni statunitensi e il break, velocemente confermato da Sebastian.
Gael, che non pare essere al 100% (tre vittorie al terzo per lui finora, due al tie-break conclusivo), rimane in scia, ma Korda non concede quasi nulla al servizio. Fluido e pulito come sempre, Sebi incamera il parziale 6-4 con 8 vincenti e 12 unforced, mentre colpiscono l’assenza di scambi à la Lamonf e il suo body language remissivo, oltre agli 11 gratuiti a fronte di tre vincenti, di cui due ace, e l’aver accettato passivamente la diagonale di rovescio. Anche la moglie Elina Svitolina, nell’angolo, non sembra carichissima.
Secondo set – Poche prime e poco efficaci per Korda, Monfils sale e la porta al terzo
Tutto regolare nei primi quattro giochi, poi Monfils salva il vantaggio esterno, si carica, e al gioco successivo strappa a zero sigillando con la risposta vincente. Il classe 200 di Bradenton ha una doppia possibilità per rimettere subito le cose a posto, ma Gael è vivo e vivace, ora muove la palla, si esalta con le accelerazioni e vola 5-2. Non ha bisogno di aspettare il proprio turno di battuta, piazza un paio di bei colpi, l’altro si disunisce e il conto dei set è pareggiato. 44% di prime in campo e 10 errori di dritto (un vincente) per Korda.
Terzo set – Ripetute pause per far sì che arrivi la pioggia, tattica che riesce. Poi vince Korda
Due giochi e ci si ferma: il sole è sceso, stanno pure arrivando le nubi e i giocatori richiedono l’accensione delle luci artificiali, così si evita anche il rischio che si accendano durante lo scambio, come (forse) era successo a Rune contro Opelka (aveva poi chiesto la VAR, inutile, perché le telecamere erano come al solito tutte puntate verso il campo). In ogni caso, la richiesta delle luci è evasa in poco meno di 15 minuti.
Due doppi falli e altri due errori di Monfils mandano avanti 4-3 Korda che però al cambio campo riceve un trattamento medico all’avambraccio destro. Con sorpresa di nessuno, cade qualche goccia di pioggia e il gioco viene ancora sospeso per una decina di minuti. Si gioca un punto con Lamonf che pattina che neanche sul ghiaccio, Lahyani decide di annullarlo e manda i due tennisti negli spogliatoi.
Dopo tre ore e mezzo il campo è asciutto, tranne per la parte in cui, se fai pressione con i piedi dietro la linea di fondo, l’acqua sale da sotto (come ha detto Fritz, “dipende da cosa c’è sotto”). Passata un’altra mezz’ora, Korda perde un solo punto in battuta e accede ai quarti di finale in attesa di Lorenzo Musetti o Novak Djokovic.
[23] F. Cerundolo b. [5] C. Ruud 6-4 6-2 (di Paolo Pinto)
Contro questo Francisco Cerundolo sarebbe stato complicato per chiunque. Figurarsi per il Casper Ruud degli ultimi tempi, sempre poco convinto dei suoi mezzi. Finisce 6-4 6-2 per l’argentino. 30 vincenti contro i 9 del norvegese sono la riprova di una gara perfetta del n. 24 del mondo. Primo set in cui Ruud va subito in difficoltà: nel primo gioco del match è costretto a risalire da 0-40 per tenere il suo turno di battuta. Poi il servizio gli dà una mano sino al game n. 7: sul 3-3 cancella tre chance di break, ma non chiude in altrettante circostanze. Alla quarta occasione, Cerundolo breakka e si porta sul 4-3. L’argentino chiude 6-4 e poi domina nel secondo set. Ruud non c’è più dominato dai colpi di dritto del suo avversario. Sul 5-1 la pioggia salva il norvegese momentaneamente. Al rientro in campo si giocano solo due game: al prossimo turno Cerundolo sfiderà Dimitrov, dopo la sua quattordicesima vittoria su 28 incontri contro un top 10.