Chi è Zizou Bergs, prossimo avversario di Berrettini a Miami: dall’omaggio a Zidane alle lacrime per il nonno scomparso
Un nome che è tutto un programma e un look che, quando non è impegnato sui campi da tennis, richiama un po’ ai cantanti Indie dei primi anni duemila. Sì, insomma, Zizou Bergs – numero 51 del mondo e prossimo avversario di Matteo Berrettini al Miami Open – è decisamente un tennista sui generis. Nella migliore accezione possibile del termine, naturalmente.
Quella di Zizou, che deve il suo nome alla passione calcistica di papà Koen (e all’ammirazione che quest’ultimo nutriva nei confronti di Zinedine Zizou Zidane, ex campione di Juve e Real), è una storia che parte da lontano e che oggi ci racconta di un tennista decisamente in ascesa. Del resto, appena due giorni fa, il (quasi) ventiseienne giocatore belga, con il suo tennis piuttosto aggressivo, è riuscito a cogliere il primo successo in carriera – nel sopraccitato Masters 1000 della Florida – contro un top 10 (Andrey Rublev, per l’esattezza) in una giornata per lui tutt’altro che banale o priva di significato: quella dell’anniversario della scomparsa del nonno (cui era legatissimo), avvenuta due anni or sono.
Già, perché al termine del suddetto match (conclusosi con il punteggio finale di 7-5 6-4 a favore del nativo di Lommel), Bergs si è sciolto in un pianto commosso e liberatorio. “Sinceramente non so cosa dire – ha sottolineato Zizou, molto emozionato, al termine dell’incontro -. È un giorno molto emozionante per me. Mio nonno è morto esattamente due anni fa, mentre io affrontavo Kokkinakis. Ho perso 7-6 al terzo, poi tornato negli spogliatoi ho appreso la notizia. Oggi, ecco la prima vittoria contro un top 10. È semplicemente incredibile“ – ha detto senza riuscire a trattenere le lacrime. Insomma, uno stato d’animo, quello esternato dal classe ’99 nel post-gara, che ha toccato nel profondo anche le corde emozionali di appassionati ed addetti ai lavori.
Va da sé che, quando nello scorso settembre si presentò in Italia (a Bologna) con il suo Belgio per la fase a gironi di Coppa Davis, il buon Zizou poteva vantare un solo quarto di finale all’interno del circuito ATP (Gstaad 2023) e tre ottavi di finale raggiunti nei mesi precedenti al tris di match che lo avrebbero atteso nella città felsinea. In soldoni, la crescita – graduale, ma costante – del tennista belga negli ultimi mesi, è sotto gli occhi di tutti. Anche dal punto di vista mentale.
Superata, infatti, la delusione per la sconfitta subita contro Monfils nella sua prima finale ATP in carriera (all’ASB Classic di Auckland), sul cemento patinato di Miami Bergs è riuscito a raggiungere per la seconda volta in assoluto la qualificazione al terzo turno di un Masters 1000, battendo un avversario di tutto rispetto come il sunnominato Andrey Rublev. Non uno step di poco conto. Per ciò che concerne gli aspetti tecnici, oltre ad un rovescio oltremodo solido, Bergs utilizza – in maniera dannatamente efficace e ben più che in passato – il caro vecchio slice, uno dei colpi migliori in repertorio. Riuscisse a trovare un pizzico di continuità in più, per il belga nessun traguardo sarebbe precluso.
Quella di Bergs, così come accennato qualche riga più su, è una storia che parte da lontano e che è incappata, nel corso degli anni, in voli pindarici e fallimenti, in risalite faticose e cadute verticali. In lente, lentissime ripartenze dopo alcuni periodi no. La solita storia, in pratica, dei tennisti e della resilienza. Del cuore gettato oltre l’ostacolo come la pallina che vale una vita oltre la rete. E chissà che Miami non possa rappresentare uno degli snodi fondamentali della carriera di Zizou. Con un nome così, nulla è precluso.