Rassegna stampa – Cinà, il predestinato
“Pallino” Cinà il predestinato (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Quando un talento esplode sotto i riflettori, sembra nascere in quell`istante. Ma quasi ogni atleta che vediamo in tv è stato, prima di tutto, un piccolo fenomeno. Il talento di Federico Cinà non è mai stato un mistero, anche perché papà Francesco lo ha coltivato in casa. Storico coach di Roberta Vinci ed ex numero 427 del mondo, Francesco Cinà vedrà presto il figlio superare quel traguardo: “Palli”, soprannome nato perché la sorella Giulia lo chiamò pallino guardando la foto della prima ecografia, entrerà nella Top 400 già al prossimo aggiornamento del ranking. Gli occhi su Cinà li ha messi ben presto anche IMG, che dal 2019 ne cura la carriera e che, da proprietaria del torneo di Miami, lo ha premiato con la wild card di questa settimana. Federico aveva appena 12 anni e su lnstagram sorrideva posando con la maglia autografata da Cristiano Ronaldo. La dedica quasi profetica: “Pallino, suerte para tu carrera”. Nato il 30 marzo 2007 a Palermo, destro con rovescio a due mani e sulla strada dei 190 centimetri: questo è il profilo del ragazzo che il tennis italiano aspettava, il volto di punta dell`interessante biennio 2007-2008. Il primo, dai tempi di Musetti e Nardi, che sembra pronto a bruciare le tappe più in fretta del previsto, senza però sottovalutare fasi di naturale stallo. In un mese che gli ha già regalato il trionfo all’ITF di Sharm El Sheikh e la prima finale Challenger a Hersonissos, in Grecia. La scorsa domenica ha vissuto una giornata frenetica: subito dopo la finale persa con Kuzmanov, da Creta è volato ad Atene, da li a Roma e, dopo poche ore, ha preso un altro volo per Miami. Proprio in Florida, due giorni fa, si è preso il primo successo in un Masters 1000, battendo il primo Top 100 della carriera: l`argentino Francisco Comesana. Quest`oggi l`atteso secondo turno contro Grigor Dimitrov. L’emozione ci sarà, certo, ma i grandi campioni non mettono in soggezione il giovane Cinà, che di questo ambiente respira l`aria da sempre. Prima da piccolo spettatore al seguito di Roberta Vinci – virale la foto a Flushing Meadows accanto a papà Francesco durante lo US Open 2015 – poi da protagonista in campo; già nel 2022 si era regalato le prime esperienze da sparring partner di Alcaraz, Rublev e Tsitsipas. […] Oggi, dopo una carriera junior da numero 4 under 18 e una finale di Coppa Davis Junior con l`Italia, ha ammesso di ambire a diventare numero 1 e a vincere degli Slam. Il potenziale tecnico per provarci c`è tutto: dal dritto, colpo naturale, che può essere ancora più incisivo, a un servizio che parte da una buona base e, tra i grandi, avrà bisogno di più velocità e variazioni sulla seconda. Il rovescio è il colpo che a volte lo incarta di più con il timing, ma niente di particolarmente grave. Due giorni fa si è visto contro Comesana: sa prendere campo e spingere, ma con le sue doti atletiche può anche difendere e ribaltare l`inerzia. Mentalmente è solido: ha gestito i crampi nel finale senza perdere lucidità o farsi travolgere dall`emotività. E, al netto dei limiti tipici di un under 18, prova a esprimere i concetti di tennis che si vedono tra i migliori.[…]
Cinà il predestinato sulle orme di Sinner (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Tre settimane da raccontare, canterebbe Fred Bongusto. Con sullo sfondo sempre il mare, anche se in località e continenti diversi. Già, perché Federico Cinà prima dell`exploit nel Masters 1000 di Miami da esordiente assoluto nel tour maggiore, aveva messo in bacheca il secondo titolo Itf in carriera, a Sharm El Sheikh, per poi raggiungere la sua prima finale challenger a Hersonissos, località adagiata sulla costa nord-est dell`isola di Creta. Il che significa, compreso il successo in Florida su Comesana, 10 vittorie e una sola battuta d`arresto sul cemento. Non a caso la superficie che predilige (è stato semifinalista agli US Open Junior 2023 battuto in 3 set da Joao Fonseca), pur essendo cresciuto sulla terra palermitana. E’ praticamente nato con la racchetta in mano “Pallino” (espressione usata dalla sorella nel vedere la prima ecografia durante la gravidanza): papà Francesco è stato un buon giocatore (best ranking n.427) prima di seguire come coach Roberta Vinci, e la mamma Susanna Attili è stata professionista nei primi anni Novanta, con miglior classifica in doppio al 131° posto Wta nel 1994 […] «Da quando ero in passeggino ogni giorno stavo al circolo dove lavorava mio padre. Ho dei video in cui a 9 mesi, senza camminare ancora, passavo il tempo a colpire qualsiasi cosa con un mestolo o una bottiglietta vuota – ricordava in un`intervista a Tuttosport il ragazzo nato il 30 marzo 2007 – E poi a 3/4 anni mi svegliavo in piena notte e chiedevo di palleggiare in salone o in terrazza. Ho giocato con chiunque mi tirasse una pallina e distrutto tutti i soprammobili di casa. Girare nel circuito con mio padre mi ha aiutato a capire il gioco: spesso a tavola si parlava della partita». […] Era difficile immaginarlo praticare un altro sport, però non era scritto da nessuna parte che a soli 16 anni fosse ai vertici del circuito internazionale junior e avesse già raccolto il primo punto Atp. E ora in questo percorso di crescita ha compiuto un altro passo, assai significativo, scomodando paragoni con l`unico altro connazionale capace prima di lui di vincere un match al debutto in un `1000`, ovvero Jannik Sinner. Così da regalarsi la sfida a Grigor Dimitrov, che 12 mesi fa su questi stessi campi contendeva il trofeo al campione di Sesto Pusteria. Un`opportunità da vivere con serenità, come un regalo di compleanno anticipato, per il ragazzo che ha come idolo Novak Djokovic: «Mi piace essere aggressivo, andare a rete e colpire al volo. In campo non perdo mai la testa, credo sia il mio punto di forza», l`autodescrizione di Cinà jr. […]
Alcaraz che succede? (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il suo nome è l`ultimo che riporta la parola vittoria accanto a una partita con Sinner: finale di Pechino del 2 ottobre 2024. Poi, quando Jannik ha rinunciato in febbraio al torneo di Rotterdam per smaltire l`ebbrezza del secondo trionfo agli Australian Open, la scena vincendo il torneo se l`è presa lui, Carlos Alcaraz da Murcia, nel nome di una rivalità che sta tenendo accesa la fiamma del tennis con la stessa intensità delle sfide tra i Fab Three. Perciò, quando la Volpe Rossa si è trovata costretta suo malgrado a subire la sospensione di tre mesi fino a maggio per la vicenda Clostebol, è sembrato normale per tutti immaginare Carlitos (più ancora di Zverev) approfittare dello stop del più forte fino a minacciarne quel n.1 nel ranking che lui ha già detenuto per 36 settimane. E invece la versione 2025 di Alcaraz, Rotterdam a parte, è ben lontana dai fasti del bis a Wimbledon di luglio, fin qui certamente il punto più alto della sua carriera. Da quel giorno, Carlos ha giocato altre tre finali (Sinner sei) perdendo quella olimpica e imponendosi appunto a Pechino e in Olanda, ma il rendimento è addirittura sceso in concomitanza con l`assenza del grande rivale azzurro e la vetta, anziché avvicinarsi, si è allontanata. Dunque, si tratta innanzitutto di difficoltà a gestire la pressione del successo a tutti i costi, quasi che Jannik sia addirittura più difficile da battere quando non c`è (nel 2024, lo spagnolo ha vinto le tre sfide ufficiali, inchinandosi solo nell`esibizione di Riad). Ma i numeri raccontano anche che l`allievo di Juan Carlos Ferrero ha perso tutte le ultime sei partite in cui si è trovato sotto di un set, amplificando quei difetti per i quali, pur trattandosi di un campione fenomenale, viene criticato fin dal suo apparire sul circuito: assenza di un piano tattico diverso quando la partita si complica, conseguente atteggiamento negativo in campo che si riverbera sulle scelte sbagliate compiute nei momenti di difficoltà. Lui stesso, dopo la sconfitta a Indian Wells con Draper, torneo di cui era doppio detentore, ha riconosciuto la delicatezza del momento: «Ero nervoso prima della partita, e questo, per me, è davvero deludente. Quanto ci vorrà per superare la delusione? Non molto, perché mi considero una persona che impara dai fallimenti, dalle sconfitte. L`ultima volta che avevo perso a Indian Wells poi ho vinto Miami, quindi penso che ci riproverò. Imparerò da quella partita e darò il massimo di me stesso in Florida». Dove debutta oggi con Goffin. Ma dietro il momento di ripiegamento, ci sono pure ragioni tecniche, prima fra tutte la ricerca della soluzione a sensazione a scapito del cosiddetto tennis percentuale, come se volesse dimostrare di meritare la fama dì giocatore spettacolare e divertente. […]
Paolini: “Contenta di star bene” (Roberto Bertellino, Tuttosport)
La partenza del match d`esordio di Jasmine Paolini nel Wta 1000 di Miami, quarto torneo stagionale di questo livello, contro la slovacca Rebecca Sramkova (n.37) è stata a dir poco allarmante. Un 3-0 “assordante” per la tennista dell`est che ha avuto anche diverse palle per salire 4-0 con la battuta a disposizione e due break di vantaggio in tasca. Jasmine questa volta non ha avuto fretta, come successo nei primi appuntamenti del 2025, e piano piano è risalita ritrovando colpi e solidità. Proprio quest`ultima è stata l`arma che ha messo in difficoltà la slovacca, racchetta che ama le accelerazioni vincenti e meno l`accortezza tattica. La 29enne di Bagni di Lucca, numero 6 del seeding nel “Miami Open” e 7 della dassifica Wta ha iniziato a servire meglio aumentando la percentuale di prime palle e la velocità delle seconde. Così ha ripreso Rebecca rinverdendo freschi ricordi felici come il successo decisivo nella finale di Billie Jean King dello scorso anno. Incamerato il primo parziale al decimo gioco, nel secondo l`azzurra ha spinto i suoi fendenti con più convinzione trovando molti errori gratuiti della sua avversaria. Jasmine è andata a servire per il match sul 5-3 ma non ha chiuso, ridando vita alla Sramkova che ha recuperato il break di svantaggio (5-4 Paolini). Nel decimo game è però arrivata l`immediata risposta dell`azzurra che ha sigillato il confronto in un`ora e 41 minuti sullo score di 6-4 6-4. Pugnetto alzato al termine a salutare la nona vittoria del 2025 e sorriso almeno in parte ritrovato. Al terzo turno, raggiunto in carriera solo in un`altra occasione (2024) Jasmine troverà la tunisina Ons Jabeur che ha superato 6-4 7-6 (7) la ceca Katerina Siniakova. Nel complesso ha confortato della toscana la ritrovata forma fisica, da lei stessa sottolineata prima del via e dopo aver completamente recuperato dall`infortunio alla caviglia patito a Dubai, torneo nel quale difendeva il titolo e che era parso a caldo più grave di quanto poi in realtà rivelatosi: «Sono contenta di star bene – ha detto Jasmine – e l`obiettivo è migliorarsi sempre. Le aspettative ormai sono alte, devo focalizzarmi sul gioco e non farmi condizionare. Le altre giocatrici mi conoscono meglio ma l`obiettivo è fare un buon torneo a Miami e nel complesso una buona stagione». […]
Alcaraz: “PTPA? Non appoggio questa lettera” (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Carlos Alcaraz non sembra essere tra i 250 giocatori che la PIPA ha detto di aver incontrato per discutere dell`azione legale da intraprendere contro gli organi di governo del tennis. In occasione del media day del Masters 1000 di Miami, il ventunenne spagnolo ha infatti preso le distanze dall`associazione dei tennisti fondata nel 2019 da Djokovic e Pospisil, ammettendo di non essere stato informato delle sue intenzioni e, di conseguenza, di non supportarla. «Per me è stata una sorpresa perché nessuno mi aveva detto niente a riguardo. Onestamente non appoggio quella lettera perché non ne sapevo nulla. Su alcune cose sono d`accordo, su altre no, ma la cosa più importante è che non ha il mio supporto» ha affermato. Una presa di posizione chiara quella di Carlos, tirato in ballo a sua insaputa. Le sue dichiarazioni risalenti alla scorsa Layer Cup («Ci uccideranno, in qualche modo») erano state infatti inserite in un paragrafo della nota insieme a quelle di altri giocatori scontenti per la programmazione. […]