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Indian Wells, il mistero dei nuovi campi

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da Indian Wells, Vanni Gibertini

Una delle novità principali del BNP Paribas Open 2025 è il cambiamento della superficie dei campi, che dal tradizionale Plexicushion sono passati al Laykold, la stessa azienda che fornisce la superficie dei campi del Miami Open.

Il torneo di Indian Wells è sempre stato famoso per essere uno dei più lenti tra quelli in cemento, anche per controbilanciare la rarefazione dell’aria nel deserto che fa sì che la palla venga rallentata molto poco durante la fase aerea. Di conseguenza ci si aspettava che un cambiamento di superficie avrebbe potuto portare a una velocizzazione delle condizioni di gioco, se non altro per motivi puramente probabilistici.

Tuttavia le prime opinioni su questo nuovo fondo di gioco sono abbastanza discordanti: ogni volta che si chiede a un giocatore diverso un’opinione sul fondo si ottiene un parere differente.

Matteo Berrettini era piuttosto incerto dopo il primo allenamento di lunedì: dopo i primi scambi si è lasciato scappare un “Corricchia!”, anche se poi alla fine dell’ora aveva un po’ cambiato idea. Il suo allenatore Alessandro Bega tuttavia ha confermato che la palla sembra arrivare un po’ più velocemente del solito, anche se probabilmente dipendeva dal fatto che stava giocando contro Berrettini…

Il coach di Musetti, Simone Tartarini, ha detto che per lui il campo è forse ancora più lento di quello degli anni scorsi, ma che le palle sono più vivaci, con la conseguenza che l’angolo di restituzione è meno acuto e la palla rimane più alta.

Anche durane le conferenze stampa pre-torneo di martedì opinioni piuttosto variegate. Secondo Aryna Sabalenka il campo è certamente un po’ più veloce: “Li adoro. Sono un po’ più veloci, il che è positivo per me, giusto? No, ma finora la sensazione è buona. Te lo dirò dopo la mia prima partita. Spero che mi piaceranno ancora.

Di parere opposto invece la kazaka Elena Rybakina, campionessa in California nel 2023: “Beh, sento che non è molto più veloce, ma direi che forse il rimbalzo è un po’ più basso. Gli ultimi giorni sono stati molto ventosi e c’è stato molto sole, quindi anche il rimbalzo è un po’ diverso. Ma penso che il campo sia ancora bello.”

Senza parere, invece, il campione uscente Carlos Alcaraz, che in questa edizione tenta di conquistare il terzo titolo consecutivo a Indian Wells. Lo spagnolo non aveva ancora potuto provare i campi: “Il campo è più veloce, vero? Non lo so. Onestamente, è un cambiamento che non ho capito quando l’ho visto, erano 25 anni che il torneo aveva lo stesso campo, e ora è cambiato. Non so il motivo per cui l’hanno fatto. Non lo so. Ci devo giocare. Penso di considerarmi un giocatore che adatta molto bene il suo gioco alle superfici e a tutte le condizioni in cui si gioca. Credo di giocare comunque un ottimo tennis, anche se i campi sono un po’ più veloci. Ma tutto quello che posso dire è che non ho capito perché hanno fatto questo tipo di scelta.”

La scelta, caro Carlitos, è sicuramente di natura commerciale: Laykold avrà probabilmente firmato un assegno più sostanzioso, e probabilmente non ci sono altri motivi dietro al cambiamento.

C’era sicuramente curiosità per sentire cosa avrebbe detto Daniil Medvedev su questa nuova superficie, lui che da auto-proclamato “specialista dei campi duri” proprio l’anno scorso aveva espresso un parere molto negativo sul terreno di gioco di Indian Wells. E le attese non sono state tradite: “Ok sarò onesto, mi piace Indian Wells, mi piacciono persino i campi ora, ma sembrano essere quasi più lenti di prima, molto lenti. Non so cosa pensino gli altri giocatori, come ho detto, ho avuto solo due giorni, e con il jet lag. Quindi forse non vedo le cose nel modo giusto e non so con certezza quello che sto dicendo.
Ma sì, ci ho giocato due giorni, e sembravano molto, molto lenti, quindi vedremo come saranno durante il torneo. Ma non ho visto la differenza [rispetto all’anno scorso]. Tipo, oggi accidentalmente, la mia racchetta mi è caduta di mano, non l’ho lanciata, davvero, e da una bassa altezza, e l’impugnatura era completamente, lacerata, solo a causa di quanto ruvido è il campo, ruvido è lento.”

Davvero un bel rompicapo, che probabilmente vuol dire che alla Laykold hanno fatto un lavoro egregio nel riprodurre una mescola molto vicina a quella che era già utilizzata negli anni precedenti e fornita da un’altra azienda. Ciò che è cambiato, e su questo il giudizio è abbastanza unanime, è la durezza delle palle e la capacità di rimanere intatte durante i nove giochi di vita prima di essere cambiate.

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