Per Marco Cecchinato splendida semifinale al Challenger di Kigali
Diversi erano gli italiani a Kigali (capitale del Ruanda, categoria 75 su terra). Il più agguerrito è stato Marco Cecchinato che si è guadagnato le semifinali con tre vittorie una più bella dell’altra a spese rispettivamente di Geoffrey Blancaneaux (trionfatore pochi giorni fa a Brazzaville), Carlos Taberner (seconda testa di serie del torneo), vincitore al primo turno sul nostro Andrea Picchione, per poi chiudere con un successo tanto sofferto quanto meritato contro l’austriaco Lukas Neumayer che si è arreso 6-3 6-7(7) 7-5. Niente da dire, quando il Ceck è assecondato da una buona condizione tecnica e da una sufficiente concentrazione (ad es. non si è fatto distrarre dai due match point sprecati nel tie-break) è sempre un piacere vederlo giocare. Adesso l’incrocio con il francese Valentin Royer (n.182) non dovrebbe essere impossibile.
Male purtroppo Franco Agamenone, reduce da un discreto torneo a Brazzaville, che è stato battuto (7-5 6-3) nelle qualificazioni dal ceco Kellovsky che nel turno precedente aveva eliminato anche Matteo Covato, cui non è bastata l’abitudine a queste latitudini.
Erano due gli azzurri presenti al Challenger 125 di Bangalore (cemento outdoor): Enrico Dalla Valle e Jacopo Berrettini. Il 26enne tennista ravennate, di cui apprezziamo davvero la grande tenacia che l’ha portato a giocare ben quattro tornei consecutivi in India, è stato piuttosto sfortunato nel sorteggio che gli ha opposto all’esordio August Holmgren (n.202). Il danese non sarà un fuoriclasse ma è quell’avversario che nessuno ha mai piacere di incontrare. E’ finita con un doppio 6-4 in suo favore e con una grande delusione per l’azzurro che se ne torna da questa lunga tournée con quattro sconfitte al primo turno: diciamo che poteva andare meglio. Il più giovane dei fratelli Berrettini partiva invece dalle qualificazioni e lì è rimasto perché dopo il successo su Kriish Tyagi (17 anni e nessuna classifica ATP), si è dovuto arrendere in tre combattuti set al tailandese Kasidit Samrej (n.419), uno che all’esordio in tabellone ha rimediato un sonoro 6-1 6-0 da Jay Clarke. I nostri due eroi hanno poi cercato riscatto in doppio, improvvisando una coppia che purtroppo non ha avuto fortuna ed è stata eliminata dagli indiani Ramanathan/Myneni, discreti interpreti della specialità.
Si giocava in realtà anche alle porte di casa, nel Challenger 75 di Lugano (cemento indoor) dove curiosamente non c’erano italiani se non i tre che hanno affrontato, con poco successo, le qualificazioni. Andrea Pellegrino è stato fermato da Vitaly Sachko (n.387) con un netto 6-0 6-2, mentre Dino Prizmic ha infilzato in sequenza Gianluca Mager e poi Giovanni Fonio. Sconfitte che ci stanno perché il 19enne croato non solo ha fama di predestinato ma in questi giorni sta giocando davvero bene, come ha immediatamente confermato contro il padrone di casa Jakub Paul e il belga Alexander Blockx.
Per chiudere ci sarebbe da parlare di Matteo Gigante che si era iscritto al Challenger 100 di San Diego (cemento outdoor). Bisognerebbe parlarne ma francamente non ne abbiamo tanta voglia. Ci toccherebbe ripetere che il ragazzo potrebbe fare di più… manco fossimo all’incontro genitori/insegnanti. Quel che è certo è che farsi battere 6-3 7-5 al secondo turno da un onesto lavoratore della racchetta come MacKenzie McDonald (n.115) non è un grande risultato. E non vorremo che, a 23 anni compiuti, si cominci prima o poi a dire di lui che ‘avrebbe potuto fare di più’.