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Lopez (coach Alcaraz): “Lavoriamo sull’atteggiamento in campo. Altro passo in avanti fatto”

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Dopo un digiuno durato oltre 4 mesi – tra sconfitte opache e la delusione di Melbourne – Carlitos Alcaraz è tornato a sollevare un trofeo, ritrovando il suo tennis energico e un titolo che mancava da ottobre, conquistato a Pechino, in finale con Sinner. L’altalena di risultati del talento di Murcia è un po’ il quesito irrisolto degli ultimi tempi, e per schiarirci le idee, è venuto in soccorso il secondo coach di Carlitos, Samuel Lopez, presente a Rotterdam, e intervistato da Eurosport Spagna dopo il successo olandese.

Al rientro dall’estenuante trasferta australiana, le condizioni dell’ex numero uno al mondo non erano ottimali a causa di un “leggero raffreddore”, che poteva turbare la settimana di Rotterdam. “Sapevamo che la cosa più importante era recuperare giorno dopo giorno – ha dichiarato Lopez – se volevamo andare avanti, dovevamo trovare il suo tennis migliore e vedere cosa succedeva. Alla fine le cose si sono avverate. Gli allenamenti prima dell’inizio del torneo sono andati di giorno in giorno sempre meglio. La stessa cosa è successa nel torneo. Primo incontro contro un avversario molto ostico, ma è riuscito a superarlo e a trovare il suo tennis. A partire dalla partita di Pedro, poi con quella di Hurkacz e nel finale abbiamo visto l’Alcaraz a cui siamo abituati, a un ottimo livello”.

L’aspetto mentale è uno di quei fattori che ha condizionato i momenti più importanti dell’ultimo anno di Carlitos, che si è spesso disunito e lasciatosi trascinare nei frequenti loop negativi, dai quali, ultimamente, è riuscito poche volte ad emergere. Si focalizza proprio su quest’area il team del giovane spagnolo, intento a risolvere quanto prima alcune défaillance: “Abbiamo lavorato sull’essere concentrato in quello che deve fare: sulle sua routine, sul suo atteggiamento in campo, quest’ultimo in particolare – sottolinea il vice coach – preoccuparsi molto di questo e non tanto del tennis in sé, e da qui “costruite” Carlos Alcaraz. Lo sta capendo. È uno degli obiettivi che ci siamo prefissati nella pre-season. Le cose non sono facili, ma questa settimana abbiamo fatto un altro passo avanti. Dobbiamo continuare su questa linea. Non ha un’età avanzata, perché è molto giovane, ma ha alle spalle alcune esperienze tennistiche nelle quali deve imparare a conoscersi sempre meglio”

Con un Juan Carlos Ferrero dietro le quinte, Samuel Lopez si è calato nei panni del primo coach del nativo di Murcia, entrando a contatto con una realtà appena differente: “Ciò che cambia sono le responsabilità. Sono lo stesso di allora. Cerco di fare la mia parte. Lavoro con Juan Carlos Ferrero da molti anni e il lavoro deriva da lui, con cui ho sempre avuto un rapporto molto stretto. Non sono una figura nuova, diciamo così. Lo conosco da molto tempo. Penso che la mia esperienza e aver viaggiato con molti giocatori possa essere d’aiuto. La responsabilità è diversa perché ora faccio ufficialmente parte della squadra. È un onore, un privilegio, ma allo stesso tempo comporta delle responsabilità.

Ho parlato con Juan Carlos ogni giorno prima delle partite. Mi ha dato consigli su ogni giocatore, mi ha dato consigli su Carlos, ecc… È con Carlos da sette anni e lo conosce molto più di me. Dopo la finale abbiamo condiviso con lui questo titolo e gli abbiamo ricordato che lo aveva già superato in termine di titoli vinti, oltre ad aver vinto qui, dove Juan Carlos aveva perso la finale contro Hewitt“.

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