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ATP Buenos Aires, Schwartzman: il sipario può attendere, Diego batte Jarry

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[WC] D. Schwartzman b. [7] N. Jarry 7-6(10) 4-6 6-3

Incredibile Diego Schwartzman: il ragazzo di casa vince alla distanza le resistenze di Nicolas Jarry e si concede il secondo turno allo IEB+ Argentina Open in scena nella sua Buenos Aires. Diego si adatta al gioco del rivale e rimane in scia con solide doti di contrattaccante, vincendo il primo lunghissimo set al tie-break. Jarry risorge nel finale del secondo set e forza la fine del match alla terza frazione, ma non è capace di leggere, nel frastuono della ressa argentina, le fasi dell’incontro, concedendosi al più accorto atleta di casa.

Per un pomeriggio in Argentina Diego è sinonimo di tennis e non solo di calcio, il piccolo bonaerense ringrazia i troppi errori del cileno e si gode il momento glorioso che lo porta a un altro “ultimo” incontro, stavolta al cospetto dello spagnolo Pedro Martinez.

Primo set: parziale epico, vince Diego il trascinatore di folle dopo ottantadue minuti e tre setpoint annullati

Il pubblico è ovviamente schierato e strepita con un’intensità degna delle grandi occasioni; Schwartzman si è preparato con prevedibile cura e le sue gambe lo portano a spasso per il rosso oltre la riga di fondo per medicare i pesanti affondi del dritto di Jarry. L’argentino si prodiga e trova nella prima parte della frazione di partenza un aiuto negli errori del cileno, piuttosto frequenti nella misura. Nico soffre forse anche l’atmosfera comprensibilmente avversa e a tratti ci sembra anche ostile della folla e reagisce scappando verso rete, da dove viceversa esibisce un florilegio di soluzioni davvero apprezzabili.
Un break per parte nel terzo e nel quarto game, poi Jarry si difende con baldanza e con corse verticali ben da quattro pericolose palle-break, acquistando la sicurezza necessaria per tutelare in seguito meglio i propri turni di battuta. Purtroppo per lui l’anziano rivale copre la sua quota di campo con completo agio e aggancia il 5-5 dopo cinquanta minuti di match.
Il pueblo esplode per lo 0-15 che il piccolo eroe di casa conquista con un passante lungolinea di rovescio in corsa; un Diego marpione accompagna l’impatto della pallina con un urlo prolungato che attizza il fuoco sugli spalti ma Nico non prende mestizia e mette in fila quattro punti senza rischiare nulla e pochi minuti dopo arriva il giusto tie-break.


Jarry riprende a metterla sul ritmo e incassa un 3-0 con due minibreak che paiono indirizzare la contesa dalla sua parte. Diego passa però ancora con il rovescio e pesca il 4-2 in maniera rocambolesca: il cileno scatta in avanti per raccogliere un colpo incrociato del rivale ma inciampa e si ritrova curvo e con i palmi delle mani nel campo di Schwartzman. Il ragazzo di Santiago sale 5-3 ma quando mette in rete il dritto del 5-5 il pubblico di Buenos Aires accoglie l’errore con il fragore con cui quello del Foro salutava le topiche di Higueras o di Clerc contro Panatta.
Ci saranno tre setpoint ciascuno: Diego tribola ben bene per uncinare i kick del gigante cileno, che prende però scelte avventate spingendo per due volte fuori dalle righe la risposta ad altrettante seconde palle dell’argentino. Per Nico cala il buio nella bolgia del campo dedicato a Guillermo Vilas mentre il monello di casa ora orchestra la canea come fosse von Karajan e vince al ventiduesimo punto, più per gli errori del contendente angosciato che per altro: un’ora e ventidue minuti di paura e delirio a Baires.

Secondo e terzo set: Jarry si riprende ma cede nella frazione decisiva

Jarry deve servirsi del tempo del cambio di campo per ritrovare coraggio e lucidità, perché non è il caso di aspettarsi regali o stanchezza dal vecchio ragazzino che sgambetta oltre il net. Nico si riprende ma nel quarto gioco serve il doppio errore del 15-40, si rifà sotto ma annega in rete un tocco di volo elementare che lo ricaccia nello spavento. Il 2-2 arriva comunque ma l’atleta argentino appare più avveduto e persino più fresco. Jarry però sorprende il rivale con un dritto inside out per il 30-40 nel settimo game; è la prima palla-break per lui dal quarto gioco del primo set, occasione che Sebastian estingue con un colpo luciferino, fiacco ma non sufficientemente da essere respinto da un net più che mai casalingo.
Il 4-3 è un balsamo per Diego ma il rischio corso non è fortuito: nel nono game ci sono errori dell’argentino e Jarry prova con successo a non precipitare la soluzione vincente ma piuttosto ad attendere impiegando vigorosa regolarità, tattica che gli corse in aiuto nel cuore del primo set. E infatti arrivano il break e il set poco dopo, che riequilibrano la sfida dopo due ore e nove minuti.

Oltre due ore di pugna, come starà fisicamente l’idolo del pigia-pigia albiceleste? Sebastian serve per primo e concede il 30-40 con un doppio fallo ma Nico si stacca dal fondo per lanciare un rovescio sciocco e troppo cresciuto, seguito da un drittone parimenti allungato. Le scelte poco lungimiranti del cileno sostengono le azioni altrimenti in leggera perdita del piccolo contendente, che incassa il primo game ma nel secondo non fa nemmeno il solletico alle fiondate del nipote di Jaime Fillol.
C’è ancora equilibrio sul tabellone ma il destino della gara sembra ora nelle mani del più giovane dei due, forte ma dal giudizio ora terso ora appannato. Ecco il 2-1 per Diego, che sale poi 0-30 perché i colpi del cileno popolano le terre rosse oltre i tratteggi bianchi; Nico reagisce, recupera e chiude un game in cui deve essere parso evidente anche a lui che l’anziano rivale sta puntando soprattutto a resistere, senza voli pindarici di alcuna sorta. L’argentino guadagna la sedia comunque in vantaggio per 3-2, esultando platealmente quasi ad ogni punto, alla ricerca di attimi di affetto rigenerante da parte dei suoi concittadini.

Jarry è più appannato che terso quando esordisce nel sesto gioco con un doppio errore; Schwartzman commuove per come raccatta tutto in mezzo alla polvere purpurea e per come abbindola il rivale: Nico concede due palle-break e si beve la seconda con un dritto inside in che sprofonda in corridoio e ripropone il cileno come emulo di Higueras nella baraonda dell’Urbe. Sebastian si porta sul 4-2 e 40-15, qui commette due errori insoliti che vengono però riequilibrati da altrettante cantonate del rivale, sempre più confuso nel chiasso generale.
Nicolas marca il punto del 3-5 e ha la forza disperata si scovare il 15-30 del miraggio-break, ma Diego non è giunto sin lì per perdere: oltretutto Nico ha in serbo altri errori. Diego vince grazie un dritto lungo del rivale, sorride alla gente e forse pensa, “adesso posso ritirarmi. Applausi sentiti e sipario alla carriera che viene ripiegato in cassapanca, almeno per altre ventiquattro ore.

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