Joao Fonseca: “La fama? Una cosa nuova per me. Devo continuare a essere umile e lavorare”
In attesa del suo debutto all’ATP 250 di Buenos Aires, il nuovo idolo sudamericano Joao Fonseca, si è concesso ai media del torneo, raccontando della nuova vita dopo l’incredibile vittoria su Andrey Rublev nel primo Slam stagionale. Il brasiliano è pronto a scendere in campo già consapevole di un tifo che, certamente, non sarà a suo favore: Martin Etcheverry, testa di serie numero 8, potrà godere del meraviglioso pubblico casalingo provando a non farsi sopraffare dall’esuberanza del “predestinato“.
Joao ha già dimostrato di poter competere coi migliori, nonostante i 18 anni da poco compiuti: l’avvio di stagione a Melbourne ha lanciato il brasiliano sotto i riflettori, proiettandolo fra i migliori 100 giocatori al mondo. Per il pubblico, è già una certezza: sarà lui l’unico in grado di opporsi al dualismo Sinner-Alcaraz, il terzo incomodo di una rivalità già scritta. Innegabili, certo, le sue qualità, ma è forse meglio attendere ancora qualche mese prima di issare sulle spalle di un ragazzo appena divenuto maggiorenne, il peso del dovere alla vittoria.
Con l’argentino, sarà una grande sfida: Tomas è un giocatore esperto, capace, nella propria miglior versione, di dar filo da torcere proprio al giocatore a cui Joao dice di ispirarsi, Jannik Sinner. Se l’azzurro sembra esser il suo punto di riferimento, in patria i paragoni non possono che riportare all’ultimo grande campione verde-oro: Gustavo Kuerten, ex numero 1 del mondo e vincitore di tre titoli Slam. Per i brasiliani, Fonseca è già suo erede, il messia che da anni continuavano ad attendere. “Non mi piace sentire paragoni perché ognuno ha i suoi tempi. Guga è uno dei miei idoli ed è un grande idolo per tutti i brasiliani, non solo per gli appassionati di sport – ha raccontato Fonseca -. Dicono che potrò essere come lui, ma io voglio essere soltanto il prossimo Joao, voglio seguire la mia strada“.
“La settimana scorsa ero in Brasile: stavo camminando per strada e alcune persone mi hanno fermato per scattare delle foto. È difficile, è una cosa nuova per me. Dopo l’Australia, più persone hanno iniziato a riconoscermi. Dentro di me cerco di essere come sempre. Quando sono arrivato in Brasile mi sono reso conto che tutti erano più attenti“, e non potrebbe essere altrimenti. La prestazione con cui ha estromesso il russo al primo turno, nel debutto assoluto in un torneo del Grande Slam, ha spalancato gli occhi d’ogni spettatore: una prestazione che, al di là della vittoria, ha mostrato un tennis a tratti ingiocabile.
“Nella mia carriera le cose sono successe molto rapidamente: sono passato dall’essere junior al raggiungere la top 100 nel mio primo anno da professionista. Ciò che devo fare è essere umile e lavorare sodo. Parlo molto col mio allenatore, con i miei genitori, ho degli amici, e mi sento bene così“. Un approccio che non può non ricordare quello dell’attuale dominatore mondiale, Jannik Sinner, da sempre riservato e umile in ogni dichiarazione. Che la strada sia quella giusta, non c’è alcun dubbio.