La Bild attacca Jannik prima della finale: “Zverev contro lo Scandalo Sinner, c’è l’ombra del doping”
La finale più attesa, non sono in Italia ed in Germania, tra il numero uno e il numero due del mondo in gara a Melbourne è preceduta dal durissimo attacco della stampa tedesca ai danni di Jannik Sinner.
In quest’edizione 2025 dell’Open d’Australia, di quotidiani e giornali poco credibili nelle loro affermazioni ma solo in cerca di titoloni in grado “di far vendere più tappeti possibili” ne abbiamo visti a bizzeffe; eppure non è ancora finita. Dopo l’Australia e il suo esporre in pompa magna un De Minaur che francamente in certe viste avevano visto solamente Down Under – o fingevano coscientemente di vedere – ecco che arriva il turno dei tedeschi.
E’ la Bild, nella firma di Sebastian Kayser, a rendersi protagonista e responsabile di un violento attacco nei confronti dell’azzurro francamente non soltanto di cattivo gusto, ma anche e soprattutto di ignoranza della materia trattata e di un giornalismo che tale non è definibile. Come se Sinner potesse subire la pressione psicologica di certe uscite a poche ore dalla partita che vale uno Slam, ribadiamo un concetto già ripreso dal nostro direttore: articoli di questo tipo, con una totale assenza di moralità ed etica professionale fanno rabbrividire i lettori con un po’ di sale in zucca e declassano la categoria.
Ma tant’è e quindi riportiamo quanto il caro amico Sebastian sostiene: “Oltre il tennis, questa finale nasconde l’ombra del doping. Il fatto che a Sinner sia stato consentito di essere nuovamente in finale in uno Slam, per la seconda volta consecutiva, è una farsa per molti giocatori, esperti del settore e appassionati. Il semplice fatto che gli sia stato permesso di poter difendere il titolo conquistato un anno fa, è molto insolito. Una situazione che non sarebbe accaduta in altri sport, date le circostanze del caso di Sinner. Novak Djokovic e Nick Kyrgios, in particolare, hanno criticato l’approccio avuto in questo caso di doping rispetto ai precedenti del passato.”
La vile aggressione mediatica ai danni di Jannik, prosegue con questi toni: “A marzo 2024, il tennista italiano era risultato positivo allo steroide anabolizzante Clostebol, in due diversi controlli durante il Masters di Indian Wells. Tuttavia, il caso è diventato pubblico solo cinque mesi dopo, una settimana prima dell’inizio degli US Open. Una vicenda incredibile: venuta a galla, quanto tutto era già stato chiuso. Il regolamento dell’ITIA assicura che un procedimento del genere è possibile, ciononostante tali modalità di azione sono in netto contrato con quanto avviene in altri sport dove i casi di doping diventato di dominio pubblico in tempi relativamente brevi“.
“Sebbene sia risultato positivo in due distinti test antidoping a Sinner è stato consentito di proseguire la propria attività, senza invece ricevere una squalifica, e persino di vincere lo US Open. Il motivo per cui gli è stato permesso di farlo: seconda la sentenza, perché non avrebbe potuto controllare che il suo fisioterapista avesse assunto un farmaco proibito e glielo avesse trasmesso epidermicamente mediante trattamento. Ma nel tennis, è chiaramente previsto che sia il giocatore ad essere responsabile delle azioni compiute dal suo team, ed è per questo che la WADA ha presentato un ricorso contro l’assoluzione alla Corte internazionale di arbitrato dello sport“.
“Perciò, il fatto che Sinner non sia stato processato e che gli venga permesso di vincere in Australia come se nulla fosse successo, è sconcertante. Zverev sarebbe già diventato n.°1 da molto tempo, se questa cosa non fosse stata nascosta sotto il tappeto. Sinner ha dichiarato ‘Non ho fatto nulla di male’. Un affermazione incredibile, allora ci chiediamo perché non ha deciso di rendere pubblica fin da subito la notizia dei campioni positivi. Nessuno glielo proibiva e si sarebbe rivelato onesto“.
Menomale che almeno Sascha ha le meningi che funzionano più di alcuni suoi connazionali, dediti soltanto a scrivere inesattezze e falsità sull’accaduto al fine di spezzare l’immagine e la resistenza emotiva di Jannik: “Voglio diventare n.°1 perché me lo merito, perché ho vinto grandi tornei e battuto i migliori giocatori e non perché la situazione me lo permette“.