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Jasmine Paolini: “Pensavo che la mia chance fosse passata. Ma non basta un solo grande risultato”

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Il 2024 femminile, oltre che a Sabalenka e a Swiatek, legherà indissolubilmente il suo nome a Jasmine Paolini, mai giunta al terzo turno di uno Slam all’inizio della stagione, conclusa poi con finali al Roland Garros e Wimbledon e da n.4 al mondo nella classifica di fine anno. Un vero miracolo sportivo, frutto del lavoro, della passione e della voglia di emergere. Che apre chiaramente nuovi scenari, come l’azzurra ha confermato ai microfoni di Jonathan Jurejko per la BBC: “Quest’anno ho tante sfide, devo difendere tanti punti. L’anno scorso ho avuto i successi più grandi della mia carriera, sono arrivata per la prima volta in top 10 a 28 anni, relativamente tardi. Avevo iniziato da 29esima, e poi ho iniziato quest’anno da quarta. E ciò mi porta un diverso tipo di pressione in questa stagione, perché devo eguagliare (o migliorare) quei risultati per rimanere così in alto“.

L’inizio, con l’uscita al terzo turno all’Australian Open dove difendeva gli ottavi di finale, non è però stato dei migliori. Anche se, come ricorda lei, il ranking è una conseguenza e non il centro del discorso: “Provo a non pensare al dover difendere un così grande numero di punti, so che il ranking è importante ma per me non è la cosa principale su cui concentrarsi. Devi concentrarti sull’allenamento, su come allenarti meglio, giocare meglio in campo e fare le scelte giuste quando sei in partita. Se terrò alto il mio livello, vittorie e classifica seguiranno. Il mio allenatore la pensa come me, non pensiamo a dove dobbiamo difendere punti e in quali tornei, porterebbe solo più pressione. La cosa più importante nell’essere una top player, e la differenza con chiunque nella top 100, è la mente. Devi controllarla. Siamo in un nuovo anno e in una nuova storia, devo scriverne una bella come lo scorso anno“.

Il 2024 di Paolini in effetti, vista anche la tardività dell’impresa, ha un po’ assunto i contorni di una favola. E dare così tanto in una fase avanzata della carriera non è per niente scontato: “Le persone mi chiamano una ‘fioritura tardiva’ a causa di quello che è successo l’anno scorso. non ero mai andata oltre il secondo turno di uno Slam. Ho anche avuto più successo nel doppio vincendo l’oro olimpico con Sara Errani. Cosa è cambiato? Semplicemente ogni settimana abbiamo provato ad aggiungere qualcosa che migliorasse il mio gioco, e chiaramente vincere partite è ciò che aiuta davvero. Ho avuto un’ottima fine di 2023 che mi ha permesso di iniziare in fiducia il 2024. Ero nervosa quando arrivai a Melbourne, ma dopo aver vinto il primo match sentivo un grande sollievo e le cose continuavano a migliorare“.

Chiaramente vincere aiuta a vincere, e l’ottavo in Australia, insieme alla vittoria nel 1000 di Dubai, ha dato enorme linfa vitale per una stagione che nessuna, Jasmine per prima, si sarebbe mai aspettato: “Essendo più vicina ai 30 che ai 20 anni, a volte pensavo che la chance di avere questo tipo di successo fosse passata. Sapevo che sarebbe stata dura ma ho sempre coltivato speranza. Se non ci credi e non continui a lavorare qual è il punto? Ma mentirei se dicessi che me lo aspettavo. L’anno scorso è stato incredibile grazie alla continuità avuta durante l’anno, non è stato semplicemente un buon risultato ad un singolo torneo. Sapevo che un singolo risultato sarebbe potuto arrivare, ma la continuità che ho avuto era inaspettata“.

Ho preso slancio da Melbourne“, prosegue Jasmine, “e poi le cose sono migliorate passo passo. Vincere il titolo mi ha fatto credere che avrei potuto giocare ad un livello più alto e godermi quello che sarebbe arrivato, come giocare nei grandi stadi, avere più fan, avere più impegni con i media. Ciò mi motiva a continuare a migliorare, continuare a giocare bene e rimanere al top delle classifiche il più a lungo possibile“.

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