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Australian Open, Badosa sulle nuvole: “È stato un momento bellissimo, merito questa semifinale”

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Per la storia e (soprattutto) per sé stessa. Paula Badosa ha acciuffato la sua prima semifinale slam dopo aver eliminato la numero 3 del ranking mondiale, la statunitense Cori “Coco” Gauff, con il punteggio di 7-5 6-4 dopo un’ora e 43 minuti di gioco. Una vittoria netta, convincente, che catapulta l’atleta iberica verso orizzonti entusiasmanti e – forse – quasi insperati. Paula, tra l’altro, ritornerà ufficialmente nella Top 10 del ranking WTA dopo lo slam oceanico. Un traguardo di tutto rispetto se pensiamo che solo otto mesi or sono la tennista spagnola aveva disputato l’Open di Francia come numero 139 del mondo. Di seguito, le sue dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa post-match.

D. Ciao Paula. Congratulazioni per la tua prima semifinale in uno slam. Quali sono le emozioni che stai provando in questo momento?
Badosa: “Sono molto felice di essere in semifinale per la prima volta. L’ultima volta è stata molto dura perdere nei quarti di finale, ma credo di aver imparato molte cose. E poi oggi credo di aver disputato un ottimo match contro Coco.

D. Nei giorni scorsi hai parlato del fatto che in passato sei stata vicina al ritiro a causa dei problemi alla schiena. Quanto è stato vicino quel momento?
Badosa: “Ad un certo punto dell’anno scorso ci sono andata vicino, perché non mi vedevo più ad un buon livello. La schiena non rispondeva bene. Non ho trovato soluzioni. Ma volevo che ci fosse un ultimo tentativo, l’ultima occasione per finire l’anno e vedere come sarebbe andata. Ebbene, eccomi qui. Sono davvero orgogliosa di quello che abbiamo passato con tutta la mia squadra e soprattutto di come ho combattuto e di come ho lottato, soprattutto mentalmente.

D. In che maniera le difficoltà affrontate negli ultimi tre anni ti hanno cambiata come giocatrice?
Sì, credo che mi abbiano cambiata, soprattutto nell’apprezzare di più i momenti. Quando vinco una partita come questa, cerco di assorbire tutto. Inoltre, mi emoziono perché significa molto per me. Ho affrontato molte cose. Soprattutto dal punto di vista emotivo, lo volevo tanto. Inoltre, cerco di godermela dopo. Quindi, sì, credo di aver imparato a valorizzare un po’ di più i momenti. Oggi ho cercato di farlo, anche se il livello era molto alto e difficile e, ovviamente, c’era nervosismo, ho cercato di di guardare in alto e di vedere la folla e tutto il resto. E di apprezzarlo e di godermi questo momento, perché ci alleniamo per questo. Penso che sia stato un momento bellissimo.

D. Ovviamente, non sappiamo ancora contro chi giocherai nel prossimo incontro, ma quali sono le caratteristiche da tenere d’occhio di Aryna Sabalenka e Anastasia Pavlyuchenkova?
Beh, Aryna è la numero uno al mondo in questo momento. E’ costante, aggressiva, con un gioco intenso. E’ sempre molto difficile affrontarla. L’ho affrontata lo scorso anno, ma non credo che fossi in forma come in questo momento. Con Anastasia, invece, ho giocato lo scorso anno a Cincinnati. E’ una tennista di grande talento e con dei buoni colpi. Ad ogni modo, la semifinale è sempre una gara difficile.”

D. Paula, potresti spiegarci meglio dei tuoi problemi alla schiena? E per quanto riguarda la questione “ritiro” qual è stato il periodo specifico in cui hai fatto questi brutti pensieri?
Beh, si trattava di una frattura da stress. Poi le articolazioni facciali
che erano sempre infiammate. Ogni volta che facevo esercizi, dovevo fermarmi perché la schiena non rispondeva bene. Quando ho pensato di smettere è stato quando ho fatto le iniezioni. Perché mi avevano detto che dovevo farne al massimo tre all’anno e io ero già alla seconda. Era il quarto mese dell’anno. Stavo giocando al limite. Quindi penso che sia stato soprattutto nella stagione dei campi in terra battuta. Era piuttosto grave per me e anche la schiena mi faceva ancora male. Quindi in quel momento non sapevo davvero cosa fare…

D. Quand’è che le cose hanno iniziato a girare meglio?
Beh, soprattutto dopo Madrid. Ho apportato alcuni cambiamenti al mio team. Il mio preparatore atletico, il mio mio allenatore di fitness, il mio nutrizionista, e tutto ciò che era collegato un po’ con la mia schiena.
Ho scelto una nuova squadra in cui credevo molto, perché ho lavorato con loro nel 2021 ed è andata molto bene. E, ovviamente, conoscono il mio corpo. Mi hanno dato alcuni consigli utili che non avevo ancora ricevuto in quel momento. Con questo e quando si ha fiducia in qualcosa, in una squadra, credo che le cose inizino a funzionare, a funzionare davvero bene. La mia schiena ha cominciato a reagire molto bene agli esercizi che mi dicevano, con il cibo che dovevo mangiare, con gli integratori che dovevo prendere. Quindi tutto questo puzzle ha iniziato a migliorare. Ho iniziato a giocare più partite. All’inizio avevo paura di come mi sarei svegliata il giorno dopo. Ma è andata bene.

D. Adesso hai raggiunto una certa costanza. Quant’è diverso il tuo livello di costanza attuale rispetto al 2021, al 2022, a quando sei diventata numero 2 al mondo e tutto il resto?
Beh, penso che sia molto diverso perché quando ero la numero 2 del mondo, tutto è arrivato molto velocemente. Forse non ho gestito bene le aspettative in quel momento. Ero molto spaventata quando giocavo contro una giocatrice che, ovviamente, era meno quotata di me. Mi chiedevo: “Cosa succederà se perderò? Cosa diranno? Pensavo troppo
troppo a questo.
Ora non mi importa perché posso accettarlo. Si può perdere contro chiunque. Si può vincere contro chiunque. Credo che questo mi abbia aiutato a giocare in modo più libero. Quando gioco
più libera, penso di giocare un buon tennis, ed è allora che diventa più consistente. Inoltre, quando sono in partita, accetto i momenti positivi dell’avversario e cerco di gestirli, di trovare soluzioni. Quindi, credo che alla fine il risultato sia che sono diventata più matura.

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