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Australian Open: Alcaraz scoppiettante. Sconfitto Borges in 4 set: “se vinco mi tatuo un canguro” [VIDEO]

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[3] C. Alcaraz b. N. Borges 6-2 6-4 6-7(3) 6-2

Cambia la forma, ma non la sostanza. Nuno Borges interrompe la striscia di 8 set consecutivi vinti dall’ex numero uno del mondo, Carlitos Alcaraz, che dopo un terzo parziale poco solido ha rimandato la vittoria al set successivo, chiudendo i conti con lo score di 6-2 6-4 6-7 6-2. Tra guizzi stratosferici e recuperi da capogiro, il murciano ha dunque raggiunto l’undicesimo ottavo di finale Slam della sua giovane carriera, dove sfiderà il vincente del match Draper-Vukic. A Carlitos manca solamente l’Australian Open per diventare il più giovane tennista della storia a completare il Career Grand Slam e, dovesse riuscirci, ha già deciso di tatuarsi un canguro: “prima però dovrei vincere il titolo”, ha scherzato nell’intervista post partita.

Lo spagnolo, dopo il lancio della monetina più tenero del torneo, ha aggredito la partita fin dai primi scambi, mettendo subito a posto il mirino dei propri colpi: nel primo set le frustate di Carlos travolgono il tennis essenziale e troppo leggero di Borges, che cede per 6-2 in mezz’ora scarsa di gioco. Le condizioni di gioco – molto rapide – della sessione diurna, non lasciano scampo al numero 33 del ranking ATP, completamente in balia delle accelerazioni del rivale.

Nel secondo parziale il campione in carica di Bastad riesce finalmente a condurre le operazioni, perlomeno dal punto di vista del punteggio, aggrappandosi al servizio (80% di prime in campo, dalle quali ha ricavato 15 punti su 20) e alle traiettorie sicure del rovescio in cross: Alcaraz si concede qualche sbavatura ma cambia marcia negli ultimi game (da 3-4 a 6-4, con break decisivo nel nono gioco), sfoderando il repertorio dei suoi colpi più efficaci, come ad esempio la smorzata di dritto, e conclude la prima di ora di gioco con 24 colpi vincenti totali. Sembra tutto apparecchiato per un terzo set rapido e scontato, e invece. E invece Carlitos non azzanna la partita, nemmeno nel settimo game, il più spettacolare dell’incontro: lob, tweener e tuffi. Alcaraz prende la rincorsa ma Borges non fa una piega, e resiste (4-3). Il portoghese, sul 6 a 5, spreca addirittura un set point con una risposta che ha la forma della paura ma nel tie break si scatena, approfittando dei regali dell’avversario: 7-3 Borges, e quarto set.

Borges diventa un osso duro, e lo spagnolo sembra nettamente molto meno tranquillo, ma è il portoghese a rimetterlo sulla retta via, sbagliando la direzione di un agevole smash e cedendo immediatamente il servizio. Come spesso accade, quando Carlitos oltrepassa il momento di tensione, diviene un fiume in piena, trasformando ogni colpo in pura magia e recuperando l’impossibile. Al contrario, dal fronte portoghese non arrivano segnali incoraggianti. L’entusiasmo e l’intensità calano drasticamente, pur evitando il doppio break di svantaggio, graziato da una terribile risposta del murciano. Inarrestabile, Carlos, nelle ultime battute dell’incontro, evitando pure di servire per porre fine al match di terzo turno, e brekkando di forza lo sconsolato Borges, costretto a cedere l’ultimo set per 6-2.

(con la collaborazione di Jacopo Gadarco)

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