Australian Open: è nata una stella, si chiama Joao Fonseca. Sette gli azzurri al secondo turno. Ma martedì gioca uno solo
Segnatevi questa data: 13 gennaio 2025. Joao Fonseca ha giocato il suo primo match in un tabellone principale di uno Slam, ha giocato anche per la prima volta contro un top-ten, il n.9 del mondo Andrey Rublev e lo ha battuto in tre set giocando come si gioca soltanto in Paradiso (e qui parafraso quel si diceva del Bologna scudettato di Fulvio Bernardini, il “dottore”, che quasi nessuno di chi mi legge è così anziano da sapere di quali anni sto parlando).
Fonseca, 18 anni compiuti a agosto lo avevate visto giocare in Coppa Davis a Bologna, quando aveva esordito contro Berrettini. E per un set lo aveva messo in difficoltà. Andrea Mastronuzzi aveva fatto un bell’articolo sul ragazzino brasiliano.
Oggi sarebbe un’altra storia. Perché questo ragazzo, che non a caso è stato messo sotto contratto dal team di Roger Federer e Tony Godsick, ha fatto dei progressi enormi al punto che non sono quasi in grado di dire quale possa essere il suo punto debole. Servizio, dritto, rovescio, tocco, non gli manca nulla. E’ fluido e potente allo stesso tempo. Una combinazione insolita. Come ho detto nei video che escono sull’Instagram di Ubitennis e sul canale YouTube, sempre di Ubitennis, il suo tennis mi ha davvero entusiasmato, mi sono avvitato al seggiolino dal primo punto e mi sono alzato solo dopo l’ultimo, nei pressi di mezzanotte. E sì che ero stanco per aver seguito punto dopo punto i quattro set e le 3 ore di Berrettini vittorioso su Norrie e circa tre ore e mezzo delle 4 ore e 7 minuti che sono servite a Musetti per battere Arnaldi nel match che secondo me potrebbe avere stabilito il record del maggior numero di break fra tennisti top-40 e senz’altro delle palle break: 44! 28 ne ha concesse Arnaldi, che ha perso 9 volte il servizio, 16 Musetti che ne ha perso uno di meno, 8. Fate il conto voi di quante ne ha salvate ciascuno. Era il secondo derby italiano in Australia, dopo quel Fognini-Caruso che per poco non sfociò in rissa. E’ stato invece il derby azzurro n.25 fra tutti gli Slam: 11 si sono giocati al Roland Garros, 8 a Wimbledon, 4 a New York. Ho fatto a tempo a vedere anche un set e mezzo di Jasmine Paolini contro la cinesina Wei, tennista non banale per quanto ha fatto vedere nel secondo set (6-4), dopo aver perso il primo per 6-0.
Avevo visto anche le fasi finali del terzo set del derby francese fra Monfils e Mpetshi Perricard con quel matto de La Monf che ha pensato bene, dopo aver vinto i primi due set, di fare tre doppi falli nel tiebreak del terzo: uno sul proprio matchpoint, un altro sul setpoint del suo connazionale…per cui mi aspettavo che avrebbe finito per perdere e invece ha vinto al quinto set. Proprio come Medvedev contro il thailandese Samrej che non avevo mai visto giocare nè sentito nominare. Daniil era sotto due set a uno, ma ha dominato quarto e quinto.
Quando Jasmine ha concluso la sua partita sono rimasto lì sulla Margaret Court Arena, incuriosito all’idea di vedere un set di Fonseca con Rublev. Beh, sono rimasto così affascinato dal tennis di Fonseca che sono rimasto lì tutto il match, anche se ormai eravamo a ridosso del 14 gennaio. Un vero spettacolo. Se avrete occasione di rivedere il match e non solo gli highlights su Discovery Channel finirete per condividere il mio entusiasmo. Dopo centinaia di migliaia di partite viste temevo quasi di non potermi più eccitare per una partita di tennis…Invece è successo. Non vorrei passare per blasfemo, ma Fonseca, ex n.1 mondiale junior (come era stato anche Rublev) e vittorioso un anno fa in quel torneo, NextGen ATP Finals, vinto anche da Sinner, mi sembra in possesso di un tennis più brillante di quello di Jannik. E di un futuro ancor più luminoso. Intanto ha vinto 13 incontri di fila. Cinque alle NextGen, cinque nel challenger di Canberra, tre partite di qualificazione qui quando ha vinto tutti i sei set perdendo due game di media a set.
Tocca però adesso fare anche il bilancio del primo turno per i 13 azzurri, 10 uomini e 3 donne, presenti nei tabelloni dei singolari. Al secondo turno sono stati promossi in 7, cinque uomini e due donne: Sinner, Berrettini, Musetti, Sonego e Passaro (unico italiano che gioca nella quarta giornata, affronta il francese Bonzi, n.64 Atp, non è match impossibile), Bronzetti e Paolini. Eliminati in ordine quasi cronologico Darderi, Gigante, Nardi, Cobolli, Arnaldi e Cocciaretto.
La notizia più bella mi è parsa venire da Berrettini. Norrie, ex n.8 così come Matteo è un ex n.6, ha giocato un gran primo set. Lo ha vinto al tiebreak dopo che Matteo aveva avuto un setpoint e aveva perso meno punti al servizio, 9, contro i 13 di Norrie. Avanti 4-1 nel tiebreak ha però perso 6 punti di fila. Però dal 2 pari del secondo set, quando Matteo ha fatto il primo di 5 break, Berrettini ha preso il comando delle operazioni e aiutato da un servizio stretto parente di quello di quando era stato semifinalista qui 3 anni fa e poi finalista a Wimbledon – 32 ace è tanta roba! – ha domato le velleità di un Norrie per nulla remissivo.
Non ricordo se avevo mai visto due game perfetti, 4 aces a game, nello stesso match. Quello fatto sul 2 pari del quarto set, ace n.23,24,25,26 in rapidissima successione faceva in realtà parte di una serie di 6 ace consecutivi, perché con l’ace n.21 aveva chuso il terzo game, e con l’ace n.27 aveva aperto il settimo game.
Duro subire quella gragnuola di cannonballs per Norrie. Ma al di là del servizio Matteo mi è sembrato super centrato nel rovescio, sia coperto a due mani, sia slice…che era spesso uno slice filante e profondo, tale da atterrare sulla riga di fondo. E di rovescio ha fatto pure alcuni passanti, sia a una mano sia a due, di pregevolissima fattura. Ora Matteo incontrerà Holger Rune che ha dovuto sudare per 5 set per aver ragione di Zhang. Non sarà facile, dipenderà in buona parte dalla luna del danese, ma il Berrettini che ho visto con Norrie ha chance di vittoria. Ho visto il quinto set di Nardi sul campo 12 con Diallo che ha un servizio notevolissimo, ma Nardi negli ultimi due set aveva finito la benzina. Peccato. Ma gli servirà di lezione: per vincere certe partite bisogna lavorare di più.
Non visto una palla – Ubi sì, Ubiquo no, l’ho scritto tante volte – del match vinto in 4 set da Sonego su Wawrinka e neppure di Cobolli-Etcheverry. L’argentino sarà il probabile avversario di Sinner al terzo turno perché dovrebbe battere anche Giron così come Jannik non avrà problemi per rimandare a casa la wild card aussie Schoolgate, n.173 ATP.
A giudicare dal punteggio Cobolli deve essere un po’ scoppiato nel terzo e quarto set.
Musetti dovrà giocare contro Shapovalov che, se si ricorda di come giocava tre o quattro anni fa – sembra io stia parlando di un vecchietto! Ma ha solo 25 anni – può essere un brutto pesce se Lorenzo dovesse perdere tutti quei game di servizio come contro Arnaldi.
A Sonego tocca Fonseca e ci ha perso la sola volta che ci ha giocato. La Bronzetti avrà domani la rumena Christian –“L’ultima volta ho vinto io”, la Paolini l’unica messicana in tabellona, la Zarazua. Io ricordo di aver giocato una volta con un messicano che si chiamava Zarazua… chissà se sono parenti.
Oggi giocano Sabalenka e Gauff, Djokovic contro il portoghese Faria (non è l’abate del Conte di Montecristo), Alcaraz contro Nishioka, Zverev contro Martinez. Non mi aspetto alcuna sorpresa qui. Magari Ruud invece dovrà fare attenzione a Mensik.
Oggi non ci sarà un altro Fonseca da ammirare, purtroppo. Lo rivedrò penso domani contro Sonego e magari, avendo più da perdere, Joao giocherà meno bene. Di certo Sonego se lo augura. Come detto, dei sette italiani approdati al secondo turno, l’unico che scenderà in campo è il molto lucky loser Passaro. Buon Open d’Australia a tutti. Mentre spero che proceda la raccolta delle firme per intitolare un campo del Foro Italico al duo Clerici-Tommasi. Paolo Lorenzi al proposito mi ha detto: “Ma non sarebbe più giusto intitolare un campo a Lea Pericoli?” Per quanto mi riguarda anche Lea certo se lo meriterebbe, ma una cosa non esclude l’altra. Di campi al Foro Italico ce ne son diversi.