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Australian Open, Berrettini: “Il mio tennis è di alto livello e lo si è visto con Sinner. Il team è consolidato”

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Uno dei primi italiani a scendere in campo nel corso del day 3 dell’Australian Open 2025 è stato Matteo Berrettini, che ha vinto 6-7 6-4 6-1 6-3 contro Cameron Norrie al termine di un match giocato a buon livello. Il romano, dopo il suo incontro di primo turno, è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

D: Quali sono le sensazioni dopo il successo in rimonta?

Matteo Berrettini: “Bellissimo, anche perché dal primo punto lo stadio era stracolmo, quindi veramente un’emozione speciale. L’ultimo Slam non sono riuscito a godermelo come avrei voluto per la preparazione un po’ complicata, quindi è bello essere qui. È stato un primo turno molto duro, perché Cameron comunque è stato top ten anche lui. Ha fatto semifinale a Wimbledon, abbiamo fatto finale al Queen’s, quindi è stato un match tosto, una bella lotta. Il primo set lo avrei dovuto portare a casa, ma poi mi sono messo lì a lavorare, quindi è ancora una pacca sulla spalla in più”.

Vanno Gibertini: Prevedi cambiamenti nell’assetto del tuo team nel prossimo futuro o è consolidato?

Matteo Berrettini: “È più che consolidato, ci siamo seduti al tavolo e abbiamo deciso che questo setup mi piace. Con Ale (Alessandro Bega, l’allenatore, ndr) abbiamo cominciato l’anno scorso e stiamo facendo un lavoro eccellente. Ho cambiato preparatore fisico e fisioterapista. Non è mai semplice cambiare così tanto, soprattutto per uno che ha avuto 15 anni le stesse persone. I cambiamenti mi hanno sempre portato energia e stimolo. In questo momento sento che mi sto allenando bene, che trovo sempre qualcosa su cui migliorare. Se dovessi sentire la necessità di cambiare lo faremo con estrema serenità”.

D: In cosa ti senti decisamente migliorato?

Matteo Berrettini: Mi sento migliorato nella parte del rovescio, in risposta, nel movimento in avanti. Ci sono delle cose che faccio meglio tecnicamente. I gesti che faccio adesso sono migliori, il che non vuol dire che nei momenti importanti si gioca sempre meglio. Quello che cercavo di spiegare è che il tennis è uno sport di ritmo, di esperienze. Stare fermo sette mesi è qualcosa che non è facile da gestire. Quello che mi serve è giocare partite come quella di oggi, giocare contro il migliori del mondo, migliorare e mettere dentro tennis.

Quello che posso dire è che come apice, e si è visto con Sinner a Wimbledon, il mio tennis ha un livello alto, nonostante sia passato diverso tempo. L’equilibrio è la cosa più importante in tutto, ho la sensazione di arrivare qui con un bagaglio diverso. Oggi quando ho perso il primo set mi sono detto che era già successo. Poi bisogna metterci del lavoro, ma sono consapevole del momento in cui sono”.

D: Come valuti la tua prestazione oggi e come vedi il prossimo match contro Rune?

Matteo Berrettini: Penso di aver fatto davvero una buona prestazione. Ho avuto la sensazione che avrei dovuto ottenere di più dal primo set, ma il tennis è così. Quindi ho usato quella sensazione di rabbia per vincere e trovare una buona energia, soprattutto nel secondo set. Dopo di che ho sentito di giocare sempre meglio. Penso anche che alla fine lui abbia avuto problemi con il ginocchio, quindi non si è mosso molto bene, io mi sentivo meglio. Non è mai facile giocare il primo turno.

È tanto che non giocavo qui, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Per quanto riguarda Rune ci siamo affrontati un paio di volte lo scorso anno e ho visto gli ultimi punti del suo match. È un grande tennista, non abbiamo mai giocato contro in uno Slam, quindi sarà diverso, ma so che sarà un match difficile. Io mi sento bene e in fiducia e sono pronto per il prossimo incontro”.

D: Quali cambiamenti hai fatto con il dritto o quale preparazione hai fatto nella pre season?

Matteo Berrettini: Non ho cambiato così tanto. Stavo servendo bene in Coppa Davis, stavo servendo bene a Brisbane. Il mio servizio è sempre stata la mia arma. Quando lavora in questo modo mi dà ossigeno per quando vado a rispondere. Ho dovuto ancora affrontare qualche palla break, ma è importante non distrarti dal fatto che stai servendo bene, può succedere qualsiasi cosa. Abbiamo lavorato un po’ di più sulla rotazione delle spalle, proviamo sempre a migliorare. Stiamo provando a spingere un po’ di più con la gamba destra“.

D: Hai affrontato un giocatore quasi della tua età, mentre Holger è più giovane. Credi che i giovani giochino in modo differente rispetto a quelli della tua generazione?

Matteo Berrettini: “Sì e no. Penso che il tennis continui sempre ad evolversi, ma allo stesso tempo Holger è venuto fuori ancora molto giovane. Credo che sia sette anni più giovane di me, quindi siamo della stessa generazione. Ci piace giocare in modo aggressivo, ci muoviamo molto bene. A lui piace giocare su questa superficie. Penso che della nuova generazione non ci siano tennisti che giocano bene solo su una superficie. E questo è molto importante con un calendario così. Non credo che lui giochi diversamente dalla mia generazione. Ovviamente ogni giocatore è diverso, quindi lui ha le sue armi, diverse rispetto a Norrie. Lui è mancino e ti fa giocare un po’ di più”.

D: Quali sono i tuoi ricordi dei due match precedenti contro Rune?

Matteo Berrettini: “Mi ricordo che in entrambi i casi ho vinto il primo set e poi non sono stato in grado di chiudere il match. L’anno scorso a Cincinnati non è stato veloce, ma era come se non riuscissi a controllare la palla. Quindi ho avuto la sensazione che la partita fosse decisa da un paio di punti. A Shanghai è stato più facile giocare, è stato un match solido. Spero di vincerlo questo terzo incontro. Ma ricordo di aver giocato molto bene e credo che lui abbia giocato poco meglio di me”.

D: Stai tornando ad essere quello di tre anni fa? Senti dentro di te sprazzi di quel gioco?

Matteo Berrettini: “Sì, sicuramente. È pazzesco che siano passati già tre anni, il tempo vola. Ci sono alcuni aspetti del mio gioco che credo siano sempre migliori, ma nel tennis è molto importante il momento e i match che giochi, il fatto che stai affrontando i migliori al mondo. Penso che in quel momento mi sentivo molto in fiducia, ma non credo che che stavo giocando molto meglio a livello di colpi. Magari giocavo meglio perché ero più concentrato. Oggi penso di aver giocato un buon match. Il mio rovescio credo che sia migliore di tre anni fa, come la mia risposta“.

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