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Australian Open, Tsitsipas post sconfitta: “Sono un giocatore migliore ma il tennis è cambiato”. Michelsen: “Sono il mental coach di me stesso”

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Alex Michelsen ha eliminato (e non a sorpresa) Stefanos Tsitsipas al primo turno dell’Australian Open 7-5 6-3 2-6 6-4. Con la vittoria numero 15 contro un top 10, Michelsen ha vinto anche il secondo scontro con il greco che non ha iniziato l’anno meglio di come l’aveva finito.

Dopo una delle vittorie più importanti della sua carriera, quella in cui Michelsen è riuscito a battere per la prima volta un top 20 in un torneo del Grande Slam, lo statunitense si è presentato in conferenza stampa.

D: L’anno scorso hai raggiunto il terzo turno qui a Melbourne, oggi hai giocato davvero bene contro Stef. Si può dire che l’Australia sia il tuo territorio fortunato?

Michelsen:Si forse è il mio posto fortunato. L’unico in cui io sia riuscito a raggiungere il terzo turno in uno slam. Mi sento davvero bene per come sto giocando ultimamente”.

D: Vorrei parlare del quarto set, dove ci sono stati diversi break al servizio. Come ti sei sentito su quei punti? Immagino sia stata una lotta di nervi.

Michelsen:Si non mi sarei dovuto far strappare il servizio due volte, mi ha buttato giù. Ho fatto troppi doppi falli ma stavo anche rispondendo davvero bene. Sentivo che ero al commando degli scambi da fondo campo, e che controllavo io i punti negli scambi. Quindi anche se mi aveva fatto il break due volte, eravamo comunque 4 pari e mi sono detto: sei ancora dentro il set. Così ho giocato ogni punto per quello che era e sono salito sul 5-4”.

D: Hai solamente 20 anni, come gestisci le tue emozioni per rimanere calmo? Lavori con un mental coach?

Michelsen:No, sono io il mental coach di me stesso. Oggi sono rimasto molto composto ma non riesco a farlo ogni volta, sto lavorando per riuscirci. Certo ci vuole davvero molto lavoro. Ogni tanto mi siedo in camera mia e medito per dire a me stesso che sotto pressione devo rimanere calmo. Ma a volte perdo ancora la testa e quindi direi che non è decisamente facile”. 

D: In che cosa ti senti diverso rispetto all’anno scorso?

Michelsen: “Direi che mentalmente sono migliorato. Un anno fa non avevo praticamente nessuna esperienza nel tour, mentre adesso si. Il mio servizio e dritto sono migliorati tantissimo e mi permettono di giocare in maniera più offensiva. Però il cambiamento più grande lo sento nella testa”.

D: Stef non è così tanto più vecchio di te, ma il gioco più “vintage” è diverso dal tuo o da voi che siete arrivati da poco. Questo credi che possa cambiare anche l’approccio al gioco? E in che modo?

Michelsen:Non saprei, forse un pochino ma non lo so. L’ho visto crescere, da quando giocava le Next Gen e quando ha fatto finale slam. Ricordo di aver guardato tutta la sua finale del Roland Garros contro Novak. È chiaro che per me lui ha un’aura su di lui. È un grandissimo giocatore e non saprei cos’altro dire”.

Mentre Tsitsipas, in conferenza stampa, ha parlato a lungo di come secondo lui il gioco sia cambiato in maniera notevole con l’arrivo delle nuove generazioni. E anche se le sconfitte del greco continuano a crescere, oggi Tsitsipas si sente un giocatore migliore.

Tstsipas:Quando sono arrivato nel 2018 il gioco era molto diverso da come lo è adesso. Non era così fisico. Ricordo che quando ero riuscito a vincere qualche volta contro Novak, sentivo di giocare bene ma senza dovermi sempre spingere agli eccessi. Il ritmo era intenso ma io non dovevo portare me stesso al limite ogni volta. Ora il gioco è diverso, è molto più fisico. I margini di errore sono diventati davvero piccoli. L’innovazione del gioco ha portato i giocatori a servire ancora più forte di prima. E voglio davvero metterci enfasi in questo. Quando giocavo diversi anni fa, il gioco era meno potente in generale. Certo, era fisico, ma non come adesso. Oggi tutti possono colpire ancora più forte, l’importante è essere precisi e combinare le due cose. Se ci riesci, be, hai il giocatore definitivo”.

D: In questo torneo hai avuto molto successo negli anni, hai fatto sia semifinale che finale. Ti senti diverso rispetto a quando avevi 20 anni ed eri, diciamo, nuovo?

Tsitsipas:Sicuramente avevo una mente più fresca. Sembra che fossi molto più affamato di come sono ora. Forse questa è la cosa che fa più la differenza rispetto ad oggi. Avevo questa fame di iniziare un’ottima carriera e anche di avere una bella vita oltre al tennis, volevo che fosse un bel “viaggio”. È diverso da come la vedo adesso. Sento che c’è un’altra energia rispetto ai primi anni. Personalmente però, credo di essere un giocatore migliore oggi rispetto ad allora. Quindi anche se perdo e non sono al meglio, come giocatore sono migliore. I miei colpi hanno più topspin e sono più pesanti adesso di qualche anno fa. Prima giocavo molto più piatto”.

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