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Caso Sinner, nominato il presidente del collegio: sarà Jacques Radoux, ex tennista professionista

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Il quadro è completo. Ora c’è solo da aspettare e nel mentre giocare (come d’altronde fa sempre nonostante tutto) il miglior tennis possibile. Jannik Sinner ha una data, un luogo, sa chi saranno i due arbitri e ora pure il presidente per il processo al TAS di Losanna previsto per il 16 e il 17 aprile. È stato infatti rivelato il nome del presidente scelto dal tribunale sportivo svizzero. Sarà il lussemburghese Jacques Radoux, classe 1969, avvocato ed ex tennista professionista, che nel 1991 ha raggiunto la posizione numero 458 al mondo.

Per sei stagioni ha pure ricoperto il ruolo di capitano in Coppa Davis per la sua nazionale (dal 2008 al 2013). Radoux ha studiato legge in Francia ed è stato Referendario alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nell’ambiente giuridico è molto stimato per la sua preparazione e il suo equilibrio nel trattare i casi. E, quello di Sinner, potrà appunto gestirlo con i guanti in quanto lui stesso in passato è stato, come detto, tennista professionista.

Non sarà la prima volta che il lussemburghese ricoprirà il ruolo di presidente in un processo al TAS. Prima dell’udienza di Sinner per il caso Clostebol, Radoux è stato infatti nominato più volte presidente dal tribunale sportivo in questi anni. Sono cinque i processi recenti in cui ha esercitato questo compito. Nessuno di questi casi riguarda un tennista; bensì tre appartengono al mondo del calcio, uno all’atletica e uno all’hockey su ghiaccio.
Questi ultimi due, nello specifico, hanno riguardato casi di doping. Elena Korobkinamezzofondista russa, oro nei 3000 piani agli Europei juniores 2009 e agli Europei indoor 2015 e sempre prima classificata nei 1500 piani alle Universiadi 2013 – da una parte e Jules Boscqhockeista francese – dall’altra. Il ricorso verso l’atleta russa e la sua federazione è stato parzialmente accolto e Korobkina è stata sanzionata con un periodo di quattro anni di stop dalle competizioni. Il ricorso verso Le Boscq è stato invece accolto in pieno e l’hockeista di Bordeaux è stata così punita con 14 mesi di sospensione dalle gare.

I tre processi sul calcio, poi, hanno avuto tre risultati differenti (ma non è stata trattata la materia doping): un ricorso è stato respinto, uno parzialmente accolto e un altro è stato giudicato inammissibile. Tutto ciò, è bene ricordarlo, non deve però spaventare i tifosi di Sinner. Ogni caso deve essere guardato singolarmente e chiama a sé protocolli differenti.

Gli altri arbitri nominati verso fino dicembre per il caso Sinner sono stati Ken Calo, scelto dalla WADA (World Antidoping Agency), e Jeffrey Benz, chiamato dal team di Sinner. Quest’ultimo è già stato recentemente protagonista nel mondo del tennis, in quanto ha fatto parte dell’arbitrato per il processo riguardante Simona Halep, ottenendo una sua riduzione della squalifica da 4 anni a 9 mesi. Per Sinner invece, nel caso in cui il ricorso mosso dalla WADA venga accolto, la sospensione durerebbe minimo un anno.

Il processo avverrà a porte chiuse e Jannik dovrebbe essere presente di persona a Losanna. In questo caso, non potrà partecipare all’ATP 500 di Monaco di Baviera. Questo significa che ci potrà essere o meno un ripensamento per la sua presenza al 1000 di Montecarlo – la cui finale è prevista il 13 aprile – dove, per ora, non risulta iscritto. Il team di Jannik, terminato il processo, potrà decidere se vorrà ricevere la sentenza nei due-tre giorni successivi. Altrimenti, aspetterà le normali tempistiche del TAS. “So di non aver fatto niente di male” – ha ribadito in questi giorni l’azzurro in conferenza stampa a Melbourne. Ora, non ci resta altro che sperare per il meglio.

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