Addio a Rino Tommasi, la voce del tennis che non vinceva
Chissà cosa sarebbe stata l'epoca d'oro del tennis italiano con la voce e la competenza di Rino Tommasi. E la leggerezza di Gianni Clerici, il 'Dottor Divago' mentre a Tommasi era stato riservato il soprannome di 'ComputeRino'. Solo chi ha vissuto i meravigliosi anni televisivi dal 1981 in poi può comprendere il rammarico di non aver avuto le voci di due autentici fuoriclasse del giornalismo sportivo a fare da collante narrativo della parabola straordinaria di Jannik Sinner e dei suoi fratelli.
Rino Tommasi si è spento all'età di 90 anni, due dopo Gianni Clerici. Si chiude un'epoca, per sempre. Tommasi è stato un gigante della comunicazione e del racconto dello sport: la boxe e il tennis. Del pugilato era stato anche promoter nei ruggenti anni '70, quelli in cui la noble art riempiva i palazzetti e l'Italia era terra feconda di talenti e di passione popolare. E' stata la prima vita di Tommasi, quella meno nota ma che gli ha consentito di avvicinarsi al giornalismo televisivo cui si sarebbe poi dedicato dal 1981, scelto da Silvio Berlusconi per mettere in piedi il progetto sportivo delle sue nascenti reti.
Non solo calcio. Attraverso lui sbarcarono in Italia entrando dalla porta principale eventi made in Usa fino ad allora destinati solo a una piccola nicchia di pubblico: la Nba dei giganti e il Super Bowl di football americano oltre al golf e alla boxe di Tyson e delle nuove icone degli States. Leggendarie le sue telecronache a bordo ring, via via diventate marginali seguendo il percorso di una disciplina che ha perso progressivamente appeal e credibilità.
Poi il tennis con le telecronache fiume insieme a Gianni Clerici e Roberto Lombardi, per tanti una sorta di colonna sonora di infiniti pomeriggi trascorsi studiando con un orecchio al televisore, tanto era sufficiente ascoltare le loro voci per essere immersi in un flusso narrativo competente, ironico, leggero e mai banale. "Circoletto rosso" e il "Mio personalissimo cartellino" sono entrati nel linguaggio comune, destino riservato solo ai grandissimi.
Hanno fatto amare il tennis in una lunga stagione senza italiani, quando la seconda settimana di uno Slam era un territorio inesplorato. Tommasi ci ha accompagnato fino all'epico duello tra Federer e Nadal nel 2008 lasciando poi il testimone ad altri, non meno bravi ma semplicemente diversi. Da tempo s era ritirato dalla scena pubblica. Giovanni Malagò, presidente del Coni, lo ha ricordato così: "È stato un protagonista indiscusso del nostro mondo. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di grande dolore e di tristezza per il movimento sportivo italiano". Anche il sito della Federboxe gli ha reso omaggio: "Pochi sono stati in grado di parlare, raccontare e narrare la nobile arte come hai fatto tu, Rino. Siamo certi che continuerai a farlo nei cuori di tutti noi, amanti della grande Boxe. Fai buon viaggio, Maestro".