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Scommesse sportive: un nuovo incubo per i giocatori di tennis

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Di Caira Conner, scrittrice freelance che si occupa di sport e cultura, pubblicato da Intelligencer – New York Magazine

Metà del fandom — forse più della metà — ruota attorno alla gioia dell’odio. Si odiano intere squadre di atleti solo per la città che rappresentano. La loro fama, le loro divise, i loro tifosi, i loro allenatori, il loro predominio. Nel tennis, si odiano le singole persone. Il loro stile di gioco (incostante, difensivo, solo servizio) o le loro personalità (troppo noioso, troppo arrabbiato, troppo arrogante). Si potrebbe odiare la loro insopportabile bravura o il fatto che battano sempre il nostro giocatore preferito. C’è una sorta di purezza in questo tipo di disprezzo. È sia irrazionale che profondamente impersonale, generato dalla stessa fonte di entusiasmo per il gioco che potrebbe altrimenti ispirare, ad esempio, un gruppo di Carota Boys a seguire, da un match all’altro, il loro italiano dai capelli rossi preferito.

Ma una nuova, più insidiosa forma di odio — più corrosiva, più intima — si è insinuata nel gioco da tempo. Si manifesta nelle sezioni dei commenti di Instagram e si fa evidente sugli spalti, dove tifosi eccessivamente zelanti urlano un po’ troppo forte per (o forse contro?) i giocatori, con un’intensità sproporzionata rispetto a ciò che accade in campo. È il sottoprodotto innaturale delle scommesse sportive, che rappresentano una manna finanziaria per i circuiti professionistici ma un’ombra di corruzione per la cultura del tennis.

In un post su Instagram di fine agosto, la tennista francese Caroline Garcia, numero 51 al mondo, ha condiviso una serie di messaggi ricevuti dopo la sconfitta al primo turno contro Renata Zarazúa agli US Open di quest’anno. Alcuni le consigliavano di suicidarsi; altri contenevano minacce alla sua famiglia. La maggior parte proveniva da persone che avevano scommesso e perso denaro sulla sua partita.

Da quando è iniziato l’uso dei social media, i fan –– in senso positivo –– sono più vicini agli atleti che amano seguire” ha detto Garcia in un’intervista telefonica. “Ma lo sono anche gli haters, e possono inviare questo tipo di commenti con un messaggio privato. Sono persone che hanno perso soldi –– diventano aggressive, ti minacciano. La maggior parte delle volte succede dopo una sconfitta, ma a volte anche dopo una vittoria”.

Le principali leghe sportive hanno stretto partnership con colossi delle scommesse sportive a un livello impensabile solo pochi anni fa. Nel 2023, l’Associazione di Tennis Femminile (WTA), da sempre in difficoltà economiche, ha annunciato un’espansione pluriennale del suo originario accordo con FanDuel. Al contempo, uno su cinque degli scommettitori americani intervistati all’inizio di quest’anno ha dichiarato di aver perso soldi necessari per l’acquisto di beni di prima necessità o di aver mentito a qualcuno riguardo la loro puntata. Tra il 2018, quando la pratica delle scommesse è diventata legale negli Stati Uniti, e il 2022, le piattaforme di scommesse sportive americane hanno generato 14 miliardi di dollari, ovvero 14 miliardi persi dagli scommettitori. Secondo Kevin Nguyen di The Verge, il tennis potrebbe essere «il secondo o terzo sport più importante per i giocatori d’azzardo a livello mondiale, anche se è ben lontano dall’essere il secondo o terzo più popolare tra gli spettatori». Questo potrebbe dipendere dal gran numero di opportunità di scommessa che una partita di tennis offre. Prendiamo, ad esempio, la pratica emergente del “micro betting” che consente agli scommettitori di puntare su quale giocatore vincerà il prossimo game di un set o addirittura se il prossimo servizio sarà un ace o un doppio fallo. (Come sottolinea Nguyen, questo è reso possibile da una quantità enorme di dati provenienti in tempo reale dai circuiti del tour. “Più dati significano migliori probabilità — per chi stabilisce le quote”).

Dopo che il post di Garcia ha iniziato a circolare online, numerosi giocatori di primo piano — Ons Jabeur, Paula Badosa, Iga Świątek — hanno espresso pubblicamente la loro gratitudine a Garcia per averne parlato. (“Grazie per aver dato voce a questo problema”, ha twittato Świątek). Si tratta, in altre parole, di un problema sistemico.

La maggior parte dei tennisti professionisti, come la maggior parte degli scommettitori stessi, perde più spesso di quanto vinca. I giocatori classificati ben oltre la top 100 possono subire danni irreparabili al corpo e alla mente senza disporre di contratti di sponsorizzazione milionari che compensino i sacrifici. Gli scommettitori, intanto, possono fare pressione su questi atleti con pochi tocchi sullo schermo comodamente seduti sui loro divani, facendoli sentire peggio di quanto già lo sarebbero a causa dell’umiliazione subita dopo ripetute sconfitte.

Fino al mese scorso, la tennista francese 23enne Alice Tubello era una delle “grinders” del circuito, un talento giovanile proveniente da una piccola città la cui famiglia ha fatto sacrifici per sostenere la sua carriera. Dal suo debutto nel circuito ITF nel 2015, ha accumulato una manciata di sponsor e 129.000 dollari di prize money. Gli infortuni hanno rallentato il suo progresso professionale iniziale, ma è riuscita a salire dalla posizione numero 722 del mondo alla 219 in pochi mesi quest’anno, vincendo quattro tornei lungo il cammino. 

A fine agosto, Tubello è volata in Perù per un torneo ITF femminile su terra battuta. Ha superato senza difficoltà i primi turni, arrivando ai quarti di finale, dove ha affrontato Dana Guzmán, giocatrice universitaria senza classifica. Dopo aver giocato due tornei consecutivi e con poco tempo per adattarsi agli 8.000 piedi di altitudine, Tubello ha perso. Nel giro di poche ore, le sue caselle sui social media si sono riempite di messaggi di scommettitori arrabbiati che avevano perso soldi sulla sua prestazione, alcuni dei quali minacciavano di rintracciarla e ucciderla.

Quelli che scommettono su di me non mi vedono come una giocatrice né guardano le mie partite nel complesso» ha raccontato Tubello.Scommettono su di me semplicemente perché le statistiche quel giorno sono andate a mio favore”.

Le minacce di morte sono state nulla rispetto a ciò che è successo dopo. Poche ore dopo la partita, qualcuno ha creato una pagina profilo su Facebook a nome di Tubello. La pagina includeva foto di lei, oltre a aggiornamenti in prima persona che sembravano essere stati scritti dalla stessa giocatrice. La foto di copertina mostrava Tubello su sfondo blu con la scritta a grandi caratteri bianchi “La vergogna di avere un padre pedofilo” accanto al suo volto. Aver creato quella pagina doveva essere un modo per Tubello di affrontare il problema e discuterne, almeno questo era il messaggio apparso nel suo feed e scritto da chissà chi. Tubello ha denunciato immediatamente l’accaduto, ma la risposta di Facebook è stata la stessa che devono aver ricevuto i suoi contatti che come lei hanno denunciato l’affare nelle ore e nei giorni a seguire. Facebook ha risposto che non violava gli standard della comunità.

La cosa terribile di questa pagina era che includeva una foto di mia cugina”, ha dichiarato Tubello. “Ha 10 anni, e in un post si diceva fosse vittima di mio padre”.

Ha passato i due giorni successivi cercando di far rimuovere l’account. La persona dietro quel profilo falso è rimasta attiva, continuando a interagire con gli account dei suoi amici come “Alice”. «Così molti mi hanno scritto dicendomi ‘Ehi, c’è una pagina con il tuo nome, abbiamo visitato il profilo ed è orribile’». finché un altro giocatore francese, Jules Marie, ha offerto il suo aiuto – «È molto più conosciuto dal pubblico di quanto lo sia io», ha sottolineato Alice Tubello. I contatti di Marie con i vertici del mondo sportivo hanno funzionato; nel giro di poche ore, la pagina era scomparsa. Tuttavia, in un’epoca in cui la disinformazione online dilaga, la rimozione di false accuse di pedofilia può lasciare dietro di sé una macchia permanente.

Negli ultimi anni, le organizzazioni che governano il tennis hanno cercato di affrontare il caotico e redditizio sistema che hanno contribuito a creare. Nel 2023, il Roland Garros e la Federazione Francese di Tennis (FFT) hanno collaborato con il software di intelligenza artificiale Bodyguard per offrire ai giocatori uno strumento per monitorare i propri feed sui social e le sezioni commenti al fine di identificarne le minacce. È stato un passo nella giusta direzione, ma, come sa chiunque frequenti internet, il livore più oltraggioso arriva sempre tramite messaggi privati, che Bodyguard non modera. 

«Tutto questo avviene per uno sport», ha detto Garcia. «Stiamo solo cercando di giocare a tennis. Siamo solo atleti. È solo un gioco

Qualche tempo fa, il direttore dell’integrity unit dell’ITF ha rilasciato una dichiarazione cauta sul caso Tubello e sugli abusi online che ormai sono diventati parte integrante della vita degli atleti. “Consigliamo generalmente ai giocatori di non ripubblicare i messaggi di molestie che ricevono” ha dichiarato. “Perché tende a prolungare le molestie e non è mai una buona cosa”. Si potrebbe perdonare chi pensasse che la linea di ragionamento dell’ITF non risulti una risposta convincente a una crisi sempre più ampia.

Gli abusi online non sono certo una novità nel tennis. I giocatori sono abituati a essere denigrati per la loro razza, il loro aspetto o persino per la loro mera presenza in campo, fin da adolescenti e per tutta la loro già stressante carriera. Ma il denaro in gioco ha solo peggiorato la situazione. 

Non voglio che la nuova generazione debba affrontare questo”, ha detto Tubello. “È così difficile. È troppo, considerando che ho scelto di fare questo per passione. Ho iniziato a giocare a tennis perché lo amavo, e ora tutta questa situazione ha coinvolto la mia famiglia”.

Ma non esiste una soluzione semplice per risolvere completamente il problema, e ci sono poche indicazioni che la WTA lo stia affrontando con un livello di urgenza proporzionato. Inoltre, non sembra che lo sport professionistico, in senso più ampio, stia ripensando al proprio intreccio con il gioco d’azzardo sportivo. Solo il mercato statunitense dovrebbe crescere dai 45 miliardi di dollari previsti entro la fine di quest’anno ai 65 miliardi entro il 2029. Nel frattempo, Tubello è tornata al lavoro; a gennaio giocherà per la prima volta in carriera le qualificazioni degli Australian Open.

Traduzione di Jenny Rosmini

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