Gaudenzi: “I tennisti giocano troppo? Sono liberi di decidere il loro programma”
Lucido e con le idee chiare, come ci si aspetterebbe da un numero uno. Il futuro dell’ATP è nelle mani di Andrea Gaudenzi che in qualità di presidente del massimo organo competente del circuito maschile ha già in mente le problematiche da analizzare nell’anno venturo. L’ex giocatore ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese l’Équipe dove ha affrontato diverse tematiche, spaziando dall’onore di ospitare ancora le ATP Finals in Italia alla polemica sollevata da molti giocatori circa la non uniformità delle palline utilizzate nei vari tornei, rilasciando dettagli su quali possano essere le mosse per ovviare alla spinosa questione.
Prima di affrontare i due temi caldi, con le rimostranze dei tennisti restie a placarsi circa la sopracitata situazione delle palline e il calendario giudicato troppo fitto, il presidente dell’ATP ha mostrato tutto il suo orgoglio per il prolungamento delle Finals in Italia fino al 2030, spiegando come alla base di questa estensione ci siano anche motivazioni logistiche: “Venire in Italia dopo Londra è stata una grande scommessa, perché quello che avevano fatto gli inglesi era straordinario. Siamo stati fortunati che il trasferimento in Italia sia coinciso con la fioritura dei giocatori italiani. Matteo Berrettini era lì per la prima edizione, nel 2021. Oggi c’è Jannik Sinner. La risposta popolare è stata immediata. E quando si ha un eroe locale, ovviamente è ancora meglio. È una buona scelta nel calendario perché il torneo di spicco che lo precede è Parigi-Bercy. È l’ultimo torneo della stagione e non volevamo chiedere ai giocatori di viaggiare di nuovo in tutto il mondo, perché hanno già hanno già fatto abbastanza durante la stagione. Per questo motivo le Finals resteranno in Italia fino al 2030.”
La presidenza di Andrea Gaudenzi sembra essere all’insegna del tendere la mano agli altri, così come esternato dal diretto interessato che, seppur sottolineandone le difficoltà, si auspica una comunione di intenti con gli altri organi: “Tutti devono sedersi intorno al tavolo, l’ATP, la WTA, i Grand Slam, l’ITF. Per me è l’unico modo per mantenere vivo il tennis. Al momento, ci sono sette organismi che gestiscono il tennis mondiale e sono troppi. Ognuno prende decisioni nel proprio interesse e il tennis ne risente. Stiamo spingendo per una grande unione. Non è ancora un accordo concluso, ma c’è sicuramente un riavvicinamento con la WTA. Anche se questo non significa che i due circuiti si fonderanno. Si tratta di un’unione. Si tratta più che altro di mettere in comune le risorse”
L’ex numero 18 del ranking ha provato a gettare acqua sul fuoco in merito alla polemica che ha tenuto banco in questo 2024, con le tante inquietudini di alcuni giocatori che troveranno rassicurazioni sulla questioni palline, con l’ATP intenzionata per quanto possibile ad uniformare la scelta delle stesse: “Abbiamo centralizzato la scelta delle palline. Ci vorrà un po’ di tempo perché i tornei hanno contratti con i produttori e dobbiamo aspettare che finiscano. Ma abbiamo ascoltato i giocatori e vogliamo ripristinare la coerenza nel tour, con con le palline scelte dall’ATP. Per esempio, da Monte Carlo a Roma, le palline saranno le stesse. D’altra parte, non abbiamo le palline utilizzate nei Grandi Slam. Abbiamo preso questa decisione l’anno scorso e sarà applicata progressivamente nel corso del 2025.”
Caustiche il giusto, invece, le parole di Andrea Gaudenzi in merito alle lamentele sul calendario troppo fitto. Il presidente dell’ATP si pone sulla falsa riga di quelle che furono le dichiarazioni di Billie Jean King, esortando i giocatori a scegliere quali tornei giocare senza particolari costrizioni: “Non è come nel calcio o nel basket, dove sono impiegati da un club. I nostri giocatori sono lavoratori indipendenti che possono decidere il proprio programma. Sì, le classifiche li obbligano a giocare, ma dipende soprattutto dai tornei più importanti, i Grandi Slam, i Masters 1000 e le ATP Finals. Abbiamo deciso di rafforzare i Masters 1000, ma in questo nuovo formato, se si arriva in finale, si gioca solo una partita in più rispetto al vecchio formato. Inoltre, alcuni giocatori scelgono di giocare molte esibizioni al di fuori del circuito. Non si vede in altri sport. La domanda è se si vuole investire nel circuito o fuori dal circuito. Ridurre la stagione? Sì, ma poi si deve ridurre il numero di tornei ATP 250. Dopodiché, i giocatori possono anche decidere di giocare meno esibizioni e decidere di passare più tempo a riposarsi”.