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Billie Jean King Cup, Italia-Giappone 2-1: Errani e Paolini completano la rimonta, è di nuovo semifinale

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S. Errani/J. Paolini b. S. Aoyama/E. Hozumi 6-3 6-4

Troppo più forti, del pur consolidato doppio giapponese, Sara Errani e Jasmine Paolini: la coppia d’oro del tennis italiano rispetta i pronostici e regala all’Italia di Tathiana Garbin la semifinale in Billie Jean King Cup. Scacciati sul finale i fantasmi delle due sconfitte con match point a favore subite a Riyadh, riacciuffate nel secondo set dal 5-1 al 5-4 nel momento della verità le campionesse del Foro Italico non hanno però tradito: 6-3 6-4 in 1h17′ su Ayoama/Hozumi, sarà nuovamente semifinale contro chi vincerà tra Polonia e R. Ceca.

Dopo la vittoria in singolare, la numero uno azzurra supporta alla perfezione Sarita: la veterana della specialità, quest’anno ritornata ad altissimi livelli dopi i fasti di qualche stagione fa assieme a Roberta Vinci. Per la tennista romagnola, questo rubber ha un sapore molto speciale dato che ne ha segnato il ritorno in nazionale dopo 5 anni (non giocava dal 2019, proprio da un doppio con Paolini a risultato acquisito, in quel caso opposte alla Russia che ci mandò in Serie C). Inoltre con il successo odierno, Sara entra ancora di più nella storia del tennis azzurro: aggancia a quota 27 il primato di Francesca Schiavone come numero di vittorie complessive tra Fed Cup e BJKC, (16-16 il bilancio nel singolo, 11-5 nel doppio).

Primo Set: dopo qualche difficoltà iniziale, Errani e Paolini mostrano la loro superiorità

Il doppio d’oro dei Giochi Olimpici di Parigi affronta nel rubber decisivo per il passaggio in semifinale una coppia collaudatissima: due specialiste della disciplina (entrambe in Top 50), Aoyama e Hozumi, che collaborano stabilmente nel circuito e che sono reduci da un ottimo momento di forma: a fine ottobre hanno conquistato il ‘500’ di Tokyo, mentre ad inizio novembre si sono spinte fino alla finale del torneo di Hong Kong.

Il punto di forza della coppia nipponica è sicuramente l’espertissima Shuko Aoyama: trentaseienne veterana della specialità che in carriera è stata n.°4 al mondo – nel febbraio del 2022 – e ha giocato una finale Slam in Australia lo scorso anno in coppia con la n.°1 giapponese Ena Shibahara (che tuttavia in questa circostanza non è stata presa in considerazione per il rubber decisivo dalla capitana Ai Sugyama) oltre a due semifinali a Wimbledon.

Da un punto di vista tecnico, Ayoama è quadrumane – diritto e rovescio a due mani – non serve in maniera così rapida ma compensa con uno straordinario senso della posizione a rete. Inoltre è estremamente propositiva in risposta, con l’intento costante di togliere tempo e mettere pressione prendendo subito la rete.

Per cui, Sara e Jasmine dovranno essere abili nel saper attingere minuziosamente dal loro ventaglio di soluzioni, in particolare l’utilizzo del pallonetto per rimandarle indietro. Hozumi, al contrario, è molto più solida da fondocampo mentre concede qualcosina nei pressi della rete.

Le azzurre partono molto forte, costringendo immediatamente il duo giapponese a doversi disimpegnare con il killer point nel loro primo turno di servizio. Purtroppo però la risposta bimane di Paolini si ferma in rete (1-1). Al break mancato, segue il game di battuta ceduto da Errani ma le campionesse olimpiche ci mettono un amen a riprendersi contro-breakkando di forza addirittura a zero (2-2).

Le nostre però continuano a faticare nel prendere ritmo e ancora una volta vanno in difficoltà con il fondamentale d’inizio gioco: ad avere problemi, in questo caso, è la formazione migliore che la squadra di Tatiana Garbin può schierare ossia Jasmine in battuta a gestire le operazioni da fondo e la veterana bolognese a dettare legge in avanti pronta a leggere in anticipo per chiudere al volo ciò che la toscana confeziona. Stavolta è il punto decisivo a sorridere all’Italia, cancellata la palla break e vidimato il 3-2.

Paolini più passano i minuti e maggiore diventa la sua spinta di pressione in risposta, Hozumi invece conferma di essere l’anello debole della coppia tra doppi falli ed errori grossolani. Dopo un paio di toppe a rete di Ayoama, una ribattuta devastante del n.°4 mondiale sublimata dallo smash di Sarita rendono realtà lo strappo e di conseguenza il 4-2.

Le finaliste del Roland Garros crescono ulteriormente di livello, si muovono all’unisono come fossero un’unica entità e non concedono più alcuno spiraglio alle avversarie: Errani a rete e Jasmine da fondo. Si va così dritti all’incasso per l’Italia, 6-3 in 34 minuti.

Secondo Set: Errani e Paolini in scioltezza fino al 5-1. Poi un momento di cala fa salire la tensione sul finale, ma alla fine l’Italia è nuovamente fra le migliori quattro nazioni al mondo

Il copione non cambia nella seconda frazione, Paolini prosegue a tirare roncolate da ogni angolo. Ai traccianti e frigoriferi che estrae a ripetizione la nostra famelica Jas si unisce la Professoressa Errani che insegna tennis a profusione.

La coppia azzurra sfiora il doppio break e quando non scappi via nel punteggio, con le attuali regole della disciplina, basta un niente per riaprire partite che appaiono in totale gestione. Per fortuna, sulla doppia palla break valevole per il 2-2 le nipponiche commettono un paio di disastri (3-1 Italia). Da qui in poi è pura accademia italica, le nostre due terribili ragazze gozzovigliano vincendo i successivi due games.

Quando tutto ormai sembrava scritto, dal 5-1 le nipponiche si rifanno sotto sino al 5-4. Un po’ di superficialità nel chiudere l’incontro, e quindi il tie, costa tensione finale alle “nostre”: soprattutto da annottare lo smash non impossibile sbagliato da Errani sul deciding point dell’ottavo game con Sara al servizio.

Ma chiamate una seconda volta in battuta per mettere la firma sulla vittoria, Paolini ha servito alla grande trascinando con sé Sara verso un nuovo splendido capitolo.

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