ATP Finals – Quando è che Sinner preme sull’acceleratore? Quando fa arrossire…Isner e quando stupisce Medvedev
Jannik Sinner chapeau. Tre partite al Masters torinese di fine stagione e tre vittorie. Tutte in due set. Tutte senza mai arrivare a un long set (leggasi un 7-5), senza un tiebreak.
Come dire che quando Jannik preme sull’acceleratore, nei punti che dal 3 pari in poi cominciano a essere abbastanza importanti che si giocano ancora prima di quelli davvero molto importanti, per gli altri diventa tutto …”no tripe for cats!”
Fino a metà di ogni set il metronomo Jannik prende le misure ai suoi avversari, de Minaur, Fritz, Medvedev, e poi li saluta e va in fuga. I rivali non lo vedono più neppure nei rettilinei. Non c’è nemmeno bisogno della volata. Lui è scappato via prima. E’ sempre un uomo solo al comando.
Per ora almeno è andata così. Primo nel ranking mondiale, primo nel girone intitolato a Ilie Nastase (che mi ha fatto tanto piacere incontrare ieri e…se vi va leggete l’intervista curata da Margherita Sciaulino), primo nell’opinione di tutti i suoi colleghi che ammettono serenamente (almeno a parole) la sua netta superiorità. Inclusa quella espressa dall’ultima vittima, Daniil Medvedev, battuto per l’ottava volta nelle ultime nove partite. E in un modo quasi incredibile se si pensa che fino a un anno fa tanti dicevano che con quel servizio Jannik non sarebbe mai stato competitivo ad altissimi livelli.
Beh, nel primo set Jannik ha perso solo due punti in 5 turni di servizio. E li ha persi quando si è distratto, concedendosi il lusso di battere due “seconde”. Già, perché quando ha messo la “prima” ha fatto il 100% dei punti. Roba da far arrossire Isner, Opelka, Karlovic, Ivanisevic, Zverev, insomma tutti i più grandi servitori che vi vengano in mente.
E non giocava contro Cincirinella. Giocava contro un russo che è stato n.1 del mondo, che non ha mai sofferto quando si trattava di rispondere ai migliori del mondo, e che ora è n.4 ATP solo perché oltre a Sinner sono venuti fuori alla grande anche altri due supercampioni come Alcaraz (già 4 Slam a 21 anni) e Zverev che di ATP Finals ne ha vinte due, di ori olimpici uno, e di finali Slam sta diventando un collezionista seriale.
Su Sinner Daniil ha le idee chiare. Come sempre del resto. Ah come mi piacerebbe che tutti i tennisti venissero in conferenza stampa, il solo posto dove ci è concesso di incontrarli (non sono più i tempi di Nastase!), e ci rispondessero come Daniil, sempre intelligente, arguto, interessante.
“Sinner? Ha perso qualche partita appena quest’anno. Se vuoi vincere un torneo prima o poi lo devi affrontare. E non è davvero facile batterlo. Molti ci provano. Molti falliscono. Ce n’è tutt’al più uno che ce la fa a batterlo qualche volta più degli altri e questi è Carlos. Eh sì, Jannik è davvero un avversario, molto molto forte. Come ho detto poco dopo la partita in Saudi Arabia dove mi ha sorpreso tantissimo, non mi aspettavo nemmeno che lui avesse la capacità di esprimersi a questi livelli. E’ forse uno dei migliori tennisti che io abbia mai affrontato. Ho incontrato i Fab Four quando forse cominciavano a essere un po’ più vecchi e può essere che la velocità non fosse la stessa…”.
Lo ascolti e però ti domandi: “Ma come è mai possibile che fino a un anno fa, non cinque anni fa eh, questo Medvedev battesse 6 volte di fila Sinner e ora invece ci perde sempre o quasi, e pare perfino che non ci sia quasi competizione, ma un divario enorme? Come diavolo si spiega?”.
Ce lo chiediamo un po’ tutti, increduli, ma quando proviamo a chiedere la ricetta segreta a Sinner, grande amante delle ricette solo quando …è in cucina e quelle è disposto a rivelarle, la risposta è in realtà sempre la stessa, vera quanto purtroppo…noiosetta alle orecchie di chi invece sognerebbe di udire ogni tanto una qualche piccola grande e miracolosa rivelazione. Macchè! “Nessuna ricetta: il lavoro. La cura di tanti piccoli dettagli”. Sinner, in conferenza stampa, non lo dice ma da come parla ti fa capire che il tennis è diventato un po’ come la Formula Uno. Studi, approfondisci ogni dettaglio e la Red Bull che dominava pochi mesi fa viene quasi improvvisamenre staccata dalla Mc Laren e magari pure dalla Ferrari in un batter d’occhio. “Le cose possono cambiare velocemente. Magari inizierà un nuovo ciclo in cui Daniil riprenderà a mi battermi. I dettagli fanno la differenza. Quest’anno è andata così ma tutto può cambiare in un attimo. Per questo non bisogna smettere di lavorare” E poi: “Ci sono sempre margini di miglioramento. Si lavora per superarsi, per migliorare”.
Ha ragione, per carità. E chi lo discute. Ma quando te lo senti dire per 100 volte, dopo non sai davvero più che chiedergli. Io ieri sera me ne sono rimasto zitto. A volte, mi sono detto, il silenzio è d’oro. Tanto una risposta più inattesa, imprevedibile, non dico sbalorditiva, non arriverà. Mai? Non è detto. Chissà che non possa migliorare anche in questo. Ma perché accada dovrebbe ritenerla anche una sua priorità. E io tempo che non lo sia. Né oggi né domani. Vedremo…direbbe lui.
Vincerà questo torneo, dopo aver dominato fin qui? Premesso che al momento non si sa nemmeno contro chi giocherà in semifinale, figurarsi in finale visto che nel gruppo Newcombe sono ancora tutti e quattro i tennisti in lizza per i due posti di semifinalisti, non aspettiamoci che si sbilanci lui in qualche previsione. Jannik ti dice sempre che si è trattato di una partita difficile anche quando ha vinto 63 62. E che era molto difficile lo aveva detto anche prima di giocarla. Giusto per non sbagliarsi o dare la sensazione di poter sottovalutare qualcuno. Chissà se lo direbbe anche se giocasse con me…Il dubbio ti può venire anche se non ti sopravvaluti.
Al di là della facile ironia – che spero non venga presa sul serio dai SinnerFans che ho scoperto essere ipersuscettibili, guai a chi glielo tocca Sinner …sono capaci subito di scrivere sui social che Scanagatta non lo ha in simpatia quando è assolutamente vero il contrario – è certamente chiaro che quando giochi contro i primi tennisti del mondo, come qui a Torino, ma anche altrove, partite facili sulla carta non possono mai esistere.
Tuttavia resta il fatto che Sinner ha vinto 25 delle ultime 26 partite sul circuito. Ha trionfato a Cincinnati, poi all’US Open, quindi è stato fermato a Pechino da Alcaraz, ma è subito ripartito nei trionfi con Shanghai. Poi questo tris nel round robin di a Torino (con la fedina penale dei set del tutto immacolata).
Medvedev ha raccontato di aver visto un allenamento di Sinner prima della loro sfida. E ha detto: “Non sbaglia quasi un colpo pur colpendo molto forte. Di solito i giocatori che non sbagliano molto…non colpiscono forte. Non è il suo caso. Negli ultimi tempi è diventato uno dei 3-4-5 migliori battitori del tour. Prime, seconde. E non sbaglia. È davvero difficile giocare contro di lui“.
Certo i tempi sono davvero cambiati quando l’ineffabile Daniil qui a Torino 3 anni fa, dopo aver vinto il primo set 6-0, si mise a sbadigliare platealmente al cambio di campo.
Una statistica interessante:
Sinner è uno dei quattro giocatori – rivela una statistica dell’OPTA – che sono stati capaci di vincere almeno 10 partite contro dei top 5 per 2 stagioni consecutive: Jannik nel biennio 2023-24. Djokovic nel 2011-12; Lendl nell’85-86; Borg nel ‘79-80. Sorprende che da questo poker di assolute eccellenze siano esclusi Federer e Nadal. Quindi, di nuovo, chapeau Jannik Sinner.
Dopo che finalmente un match, quello vinto da Fritz su de Minaur ha richiesto per la prima volta nel torneo un terzo set – ed è grazie a quel primo set vinto da de Minaur che si è saputo intorno alle 15 e 30 che Sinner era già sicuro di un posto in semifinale anche in caso di sconfitta con Medvedev – avevo provato a pensare, insieme al mio valido collaboratore Pellegrino dell’Anno, quali fossero stati negli anni più recenti – diciamo dal ’90 in poi, a) da una parte i fallimenti più clamorosi al Masters di fine anno, b) da una altra parte i vasi di coccio frantumatisi in mezzo ai vasi di ferro e c) infine gli autori degli exploit più sorprendenti.
Ecco le risultanze della rapida, stringatissima indagine senza pretese (che i lettori sono liberissimi di integrare con i loro post):
I più sorprendenti triplici k.o. nel round robin, con 0 vittorie
Nadal 2009 (e Rafa non ha mai vinto un Masters; è l’unico grande torneo che manca alla sua ricchissima collezione)
Medvedev 2019 e 2022 (strano no, per uno che ha vinto anche una volta il Masters)
Djokovic 2006 (per Nole va però considerato l’alibi anagrafico: aveva solo 20 anni; si è riscattato alla grande; ha vinto 7 Masters).
I Terraioli Miracolati che nessuno si attendeva competitivi al Masters e infatti hanno perso tutte le partite.
Berasategui 1994
Coria 2004 e 2005 (3 partecipazioni alle Finals, una sola vittoria, ma nel 2003)
Puerta 2005
Gaudio 2004. Nel 2005 l’argentino raggiunge a sorpresa le semifinali e quasi se ne pente: infatti perde 60 60 contro Federer
I partecipanti più sorprendenti che… sorprendono anche al Masters
Sock 2017, si qualifica all’ultimo tuffo vincendo il torneo di Parigi Bercy. Ma, doppista d.o.c. e singolarista inghiottito dalle classifiche l’anno dopo, centra anche le semifinali
Davydenko 2009, il russo vince addirittura il torneo, compiendo due exploit incredibili: batte Nadal nel Round Robin e Federer in semifinale. E in finale del Potro, campione quell’anno all’US Open.
Simon 2008, centra la qualificazione e poi le semifinali.