ATP Finals, Rublev: “Sento di fare gli stessi colpi, ma la pallina va in maniera diversa”
Continua il momento d’oro di Sascha Zverev che – dopo la vittoria a Parigi-Bercy contro Ugo Humbert, ha iniziato nel migliore dei modi anche il cammino alle ATP Finals, battendo in apertura Andrey Rublev 6-4 6-4.
Ecco un confronto tra le sfide di ieri, ovvero quella tra Sinner e de Minaur e Zverev contro Rublev. Negli scambi entro quattro colpi, nella seconda partita infatti abbiamo avuto molti più punti, ovvero 63 contro 52. Mentre, negli scambi tra i 5 e gli 8 colpi, c’è un aumento notevole nella partita tra Sinner e l’australiano, con un vantaggio di 31 colpi a 19.
Il tennista russo nel corso della partita è rimasto stupito della potenza e dell’efficacia del servizio del numero 2 al mondo. In conferenza stampa, insieme a Rublev, è stato approfondito il dibattito sulla superficie di gioco e soprattutto sull’impatto del cambiamento delle palline. Secondo il nativo di Mosca infatti, adesso ci sono molti meno scambi, specialmente quando hai di fronte un tennista come Zverev che serve in maniera impeccabile.
D. Andrey, partita dura contro un avversario duro. Cosa avresti potuto fare diversamente oggi?
“Non molto direi. Vorrei non aver fatto alcuni errori, ma non possiamo controllarli. Fa parte dello sport. Ha giocato una partita incredibile. Il modo in cui serviva, non c’è molto che si possa fare. Il suo è il servizio migliore finora. Ha davvero molta fiducia in sé stesso e ha giocato un’ottima partita. Penso di aver fatto un grande sforzo, si. Ma oggi è stato meglio di me“.
D. Hanno detto che questa superficie è un po’ più lenta di quella di Parigi. Cosa ne pensi? Zverev ha servito bene. Ha perso solo 10 punti in 10 turni di battuta contro di te. Qual è stata la vera chiave? Solo il suo servizio?
“Non ho giocato sul centrale di Parigi quindi non so. Questo campo è più lento dello scorso anno, ma non molto. Non ci sono molti scambi, forse uno scambio ogni due game. Il resto è uno, due colpi, servizio, ace, ace. Il suo servizio ha fatto la differenza. Ha servito esterno a 220 dal lato della parità. Normalmente tutti servono lo slice a 190. Lui trova il modo di farlo a 220, non è facile“.
D. Alcuni giocatori hanno detto che pensano che tenere il passo o per raggiungere il livello di Carlos e Jannik devono essere più aggressivi. Cosa pensi di dover fare per raggiungere quel livello?
“Vedremo, devo fare molte cose. Ci sto provando e sto migliorando. Oggi penso che sia stato un grande esempio di come posso avere una grande mentalità e giocare un buon tennis. Poi ci sono i dettagli come il servizio, la risposta, alcuni approcci, il gioco a rete… Ci vorrà del tempo. Non posso migliorarlo domani, anche se vorrei“.
D: Ieri Daniil ha parlato di alcune delle difficoltà che ha avuto con alcune palline nel tour. Hai una palla preferita con cui hai giocato questa stagione? Vorresti che rendessero la palla più simile nel corso della stagione?
“Non lo so, perché penso che in generale, da quando ho iniziato a giocare qualcosa è cambiato. Sia i campi che le palline. Forse entrambi, non lo so. E’ cambiato così tanto che non mi interessa più perché non ha importanza con quali palline giochi, è difficile controllarle. Senti che fai più o meno gli stessi colpi e la palla vola in modo diverso. Ora con il tennis che abbiamo sono due colpi, un servizio, un colpo. Forse in alcuni momenti importanti, entrambi i giocatori si irrigidiscono, c’è un po’ di scambio. La maggior parte delle partite sono due colpi. Anche se hai una tattica, non funziona perché vai a giocare con un giocatore come Sascha che serve a 220. Secondo me in passato c’erano molte palline buone. La sensazione era che più acceleravi, più avevi controllo. Ora senti che a volte acceleri e la palla va in maniera incredibile, mentre quella successiva va fuori di cinque metri. Succede a tutti i giocatori. Immagino che sia per questo che molti di loro si lamentino“.