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Tocca a me (Topello). Sinner-Alcaraz, una finale a peso d’oro (Nizegorodcew). Sinner, non solo un’esibizione (Strocchi). La seconda giovinezza di Wawrinka (Bertellino)

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Tocca a me (Lorenzo Topello, La Gazzetta dello Sport)

Se è vero, citando Nadal, che la forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni, Jannik Sinner ha già ampiamente dimostrato come mai sia il numero 1 del ranking Atp con la certezza di rimanerci fino alla fine di questo straordinario 2024. Che però è ancora denso di sfide, a cominciare dalla finale del Six Kings Slam (stasera alle 20, Dazn) che è
molto più di un match-esibizione di fronte al facoltoso pubblico saudita. Perché l’azzurro ha due occasioni. La prima di carattere economico: prendersi lo scettro di Riad costituirebbe un’impresa da 5,5 milioni di euro complessivi. circa il doppio rispetto a un titolo Slam. Jannik ne ha già guadagnati 1,4 con la sola partecipazione: la finale ne mette in palio
altri 4,1. La seconda occasione puramente tecnica: battere per la prima volta in stagione Carlos Alcaraz. […]. Sfondare quota 30. Vincere per riaffermare chi sia il più forte al mondo e per dare una lucidata in più a quel numero 1 da difendere anche nel 2025. La finale di Riad non costituirà un precedente, dal momento che si tratta di un match-esibizione. Ma peserà eccome sull’economia (letteralmente) della rivalità Sinner-Alcaraz: in palio ci sono oltre 4 milioni di euro che, se finissero nelle tasche di Jannik, porterebbero il suo montepremi del 2024 a 16 milioni e mezzo, permettendogli inoltre di sfondare quota 30 milioni di guadagni complessivi da inizio carriera. Carlos invece è attualmente fermo a 8,3 milioni di euro nel solo 2024. In termini di guadagni da inizio carriera, al momento è in vantaggio lo spagnolo: 33,2 milioni di euro contro gli attuali 26,8 di Sinner. Guastafeste-pragmatico Nello scintillante 2024 di Sinner c’è la macchiolina delle tre sconfitte in altrettante sfide con l’iberico. Una statistica che colpisce l’occhio se pensiamo che proprio contro lo spagnolo sia arrivata la metà dei suoi ko nell’intero anno solare (le altre sono giunte per mano di Tsitsipas, Rublev e Medvedev, oltre al ritiro prima di scendere in campo a Madrid contro Auger-Aliassime. Non solo: Alcaraz ha stroncato in più di un’occasione la lunga serie di successi dell’azzurro. Nelle semifinali di Indian Wells, nel primo incrocio di quest’ anno, è riuscito a prevalere al terzo set mettendo fine alle 19 vittorie consecutive di Sinner fra Coppa Davis, Australian Open e Rotterdam. A Pechino, lo scorso 2 ottobre, ha interrotto la striscia da 16 vittorie con cui Jannik si era preso Cincinnati
e soprattutto lo Us Open. Carlos il guastafeste: quando l’italiano pare inarrestabile, ecco il fenomeno di Murcia a fargli lo sgambetto. Ma le sconfitte del 2024 hanno lasciato più di un insegnamento a Jannik. È più pragmatico dello spagnolo e riesce sempre a rimanere dentro la partita, come nella finale di Pechino: Carlos nel primo set era avanti 5-2, eppure lo ha perso al tie-break Per trionfare ha dovuto faticare fino al terzo set di una gara durata quasi tre ore e mezzo, giocando un tiebreak finale da fenomeno assoluto per evitare lo scivolone. Perché Sinner lo sa, ci sono dei passaggi a vuoto nell’esaltante tennis del rivale: negli ultimi due incroci, in Cina e nelle semifinali del Roland Garros, Alcaraz ha vinto ma ha commesso più errori non forzati (59 contro 46 a Pechino, 58 contro 44 nel torneo parigino). Carlos osa ma quando esce dal palleggio può lasciare spazio a sbavature: Jannik è solido, preferisce non strafare e fa leva su una tecnica sopraffina, limitando al minimo le indecisioni. Batterie Da parte di Alcaraz, alla vigilia, solo elogi: «Jannik è il tennista più forte del mondo, sta facendo un anno fantastico. Le sfide del passato sono state battaglie dure, importanti. Sono sicuro che chi verrà qui si godrà un
bello spettacolo»
. Sinner invece arriverà dopo aver ricaricato le batterie in seguito alla sofferta vittoria in semifinale contro Djokovic: «Mi sono un po’ innervosito, mi capita quando sono stanco». […]. Ma all’orizzonte ci sono Parigi-Bercy e soprattutto la combo Finals-Coppa Davis, dove con buone probabilità i due si ritroveranno all’ultimo atto. Arrivarci dopo aver tratto spunto dalle ultime feste guastate da Carlos potrebbe aiutare.

Sinner-Alcaraz, una finale a peso d’oro (Alessandro Nizegorodcew, Il Corriere dello Sport)

Una grande rivalità attrae più di un campione dominante. Il primo Federer seppur tecnicamente poetico e straripante, all’inizio del proprio regno poteva a tratti risultare noioso. No, non è una bestemmia. Vinceva (quasi) sempre: tra 2003 e 2007 lo svizzero conquistò 12 Slam 18 per un
impressionante 66,6% di vittorie. Poi arrivò Nadal, quindi Djokovic (e in tono minore Murray). I Fab4 che hanno dominato, sino a ieri, il circuito Atp. Tra Nole e Rafa, nelle ultime stagioni, la rivalità è stata acerrima ed equilibratissima, così come quella che ha appena preso vita da Sinner e
Alcaraz. A Riyad, nel Six Kings Slam, avrà luogo una giornata storica: in poche ore gli appassionati di tutto il mondo potranno assistere a un nuovo capitolo della saga “Sinneraz” e all’ultima sfida tra Djokovic e Nadal. THE LAST DANCE. Lo spagnolo, che si ritirerà ufficialmente dopo le Davis Cup Finals di Malaga, si giocherà il terzo posto della (milionaria) esibizione saudita contro uno dei suoi rivali di sempre: Novak Djokovic. Alle 18.30 andrà in scena la loro sessantunesima sfida (il serbo guida 31 a 29). […]. Si conoscono nei minimi dettagli. A far la differenza sono state la tenuta atletica e la forza mentale (oltre che le diverse superfici). La diagonale tra il dritto mancino di Nadal e il rovescio bimane di Djokovic è tra le sette meraviglie della storia del tennis; il rovescio di Rafa e il dritto di Nole invece, oltre ai servizi di entrambi, sono tra i fondamentali maggiormente migliorati nel corso della loro carriera. Djokovic è in forma, Nadal evidentemente no, ma l’esito del match non avrà alcuna valenza. Il tanto discusso Six Kings Slam potrà essere criticato per vari aspetti, ma regalerà al mondo del tennis “the last dance” tra due campioni straordinari. ONE MORE DANCE. Sarà quindi l’ora della finale tra Sinner e Alcaraz. Oltre ai 6 milioni di dollari in palio, che fanno gola
(e ci mancherebbe altro) anche a due paperoni del tennis, la nuova puntata del “Sinneraz” si prospetta molto interessante. L’azzurro appare un po’ stanco mentre Carlitos, sconfitto nei quarti a Shanghai, ha avuto qualche giorno di riposo in più. Alcaraz ha vinto l’ultima sfida a Pechino al tie-break del terzo set ma, soprattutto, ha conquistato gli ultimi tre precedenti. La sensazione è che l’allievo di Juan Carlos Ferrero faccia fatica a mantenere alta l’intensità per tutta la durata dell’incontro, trovando però dei picchi surreali; Sinner, invece, mantiene una continuità di rendimento alta o medio-alta per tutto il match. Alcaraz ha (ancora) qualche arma tecnica in più, ma Sinner sembra poterlo raggiungere a breve (grazie al lavoro). La capacità di trovare un buon numero di prime farà sempre la differenza per entrambi, mentre in risposta è l’azzurro ad
avere qualcosa in più. Come per Nadal-Djokovic, anche Alcaraz e Sinner conoscono perfettamente pregi e difetti dell’altro. È la singola giornata a fare la differenza.

Sinner, non solo un’esibizione (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Si sono spartiti equamente i quattro Major del 2024 e dunque non potevano che essere Jannik Sinner (campione agli Australian Open e US Open) e Carlos Alcaraz (a segno al Roland Garros e a Wimbledon) a contendersi il successo nel “Six Kings Slam”. Hanno onorato lo status di n.1 e n. 2 del mondo nella più munifica delle esibizioni nella storia del tennis (1,4 milioni di euro per ciascuno dei sei protagonisti, con 5,5
milioni in premio al vincitore, oltre due milioni in più di quanto l’italiano ha intascato con il trionfo a New York) che a Riad manda in scena le due
sfide più attese. Prima la finale per il 3° posto, alle 18.30 (diretta tv SuperTennis, Sky Sport, Cielo e Dazn), con in campo Novak Djokovic e Rafa Nadal, match che in ogni caso chiuderà un’era di questo sport
considerando che il maiorchino ha annunciato il ritiro dopo le Finals di Coppa Davis fra un mese a Malaga, poi alle 20 appunto il testa a testa fra i due fenomeni della racchetta che stanno già scrivendo le prime pagine di una rivalità presente e futura, destinata a segnare un’altra epoca e ad entusiasmare gli appassionati di tutto il pianeta. […]. L’azzurro ci arriva dopo aver travolto mercoledì Daniil Medvedev e aver piegato 24 ore dopo la coriacea resistenza di Novak Djokovic, costretto a digerire suo malgrado la quarta sconfitta di fila con Sinner dal fatidico incrocio nella semifinale di Davis 2023, con tanto di match-point per il serbo,
davvero una sliding door per le carriere di entrambi. Ma soprattutto ci arriva forte del bottino di 7 titoli, più di chiunque altro, e di un record di 45 vittorie e 3 sconfitte sul cemento, superficie su cui oltre ai due Slam ha conquistato anche tre Masters 1000 (Miami, Cincinnati e Shanghai domenica scorsa). Un’annata fantastica (65i successi complessivi a fronte
di 6 ko), su cui incombe come una spada di Damocle il ricorso Wada al Tas per l’episodio della positività al Clostebol. Però tre delle battute d’arresto del 23enne di Sesto Pusteria sono arrivate proprio per mano del
murciano, capace di imporsi nelle semifinali di Indian Wells e Roland Garros e due settimane fa nella finale di Pechino (dove ha messo in bacheca il quarto trofeo stagionale) e quindi imbattuto nel 2024 con
l’altoatesino. Il pupillo di Juan Carlos Ferrero, argento ai Giochi di Parigi, a Riad ha superato senza paterni Holger Rune e poi ha fatto suo il derby generazionale con Nadal, speciale dal punto di vista emotivo. «In questo momento Sinner è il miglior giocatore al mondo, almeno per me – ha sottolineato Carlitos – Mi ha creato tantissime difficoltà nelle nostre partite. L’anno che sta vivendo è incredibile, con tante vittorie alle spalle. È una sfida davvero dura e complicata, ma bella, che piacerà alla gente».
Un concetto su cui concorda Jannik: «Forse non sarò al meglio o il più fresco possibile, ma farò il massimo, anche per cercare di dare un bello spettacolo al pubblico, sugli spalti e a casa». Sono passati cinque anni e mezzo dal 1° aprile 2019, data del primo incrocio fra i due talenti, nel “Ferrero Challenger” di Alicante, dove Alcaraz, allora 15erme, batté Sinner (di anni ne aveva 17) interrompendo una serie di 16 vittorie consecutive. Da allora si sono affrontati altre 10 volte e lo spagnolo è avanti 7 a 4. Un
bilancio che dovrà essere aggiornato tante volte, a cominciare da stasera, quando il loro ingresso in campo subito dopo Djokovic e Nadal (60 i precedenti ufficiali) sa tanto di passaggio di testimone all’insegna di un nemmeno troppo simbolico “Quando eravamo re”.

La seconda giovinezza di Wawrinka (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Nell’epoca dei grandissimi, dei “Fab Four” tra cui è rimasto il solo Djokovic ancora competitivo dopo i ritiri di Federer Murray e quello annunciato di Nadal, lui si è concesso il lusso di vincere 16 titoli ATP e tre tornei dello Slam, e un oro olimpico in doppio a fianco del connazionale Roger. È il vodese ormai 39enne “Stan” Wawrinka la vera sorpresa del
250 ATP di Stoccolma. […] È salito in semifinale, dopo una serie di belle vittorie l’ultima delle quali centrata ieri nei quarti contro il numero 1 del seeding, Andrei Rublev, uno dei giocatori in corsa per un posto alle Finals
di Torino. Partita vinta dall’elvetico in due set, entrambi chiusi al tie break e alzando il livello del gioco nei momenti più delicati, come solo i big usano fare. Mancava una semifinale nel circuito maggiore dal luglio 2023
e oggi proverà a stupire ancora contro l’americano Tommy Paul. In tema di sorprese anche il 250 ATP di Almaty ne ha riservate. Battute le due prime teste di serie. Frances Tiafoe, il primo della classe nel torneo kazako, si è arreso all’australiano Aleksandar Vukic, 28 anni e un best ranking nell’agosto della scorsa stagione di 48 ATP. Alejandro Tabilo, numero 2 del seeding, si è fatto sorprendere dal canadese Gabriel
Diano, 23 anni e gran potenziale non ancora pienamente espresso
come dice la sua attuale classifica di 118 ATP. Oggi troverà Francisco Cerundolo. Anche ad Anversa, altro 250 ATP, un esperto ha fatto faville. Si tratta del 36enne spagnolo, ex top ten, Roberto Bautista Agut. Al
tie-break del set decisivo ha stoppato il numero 3 del draw e di 12 anni più giovane, Felix Auger Aliassime. Nel 500 WTA di Ningbo (Cina) in semifinale è approdata Paula Badosa, grazie al successo convincente contro la brasiliana Haddad Maia che le ha dato il diritto di affrontare oggi la russa Daria Kasatkina, uscita indenne da una lotta all’ultimo quindici contro la kazaka Putintseva, seguita da uno staff quasi interamente italiano.
RISULTATI
ATP 250 Almaty quarti: Vukic (Aus) b. Tiafoe (Usa) 6-2 7-6 (11); F.Cerundolo (Arg) b. Shevchenko (Kaz) 6-26-3: DialIo (Can) b. Tabilo (Cif) 3-6 6-3 6-4; Khachanov (Rus) b. Zhukayev (Kaz) 6-2 6-4.
ATP 250 Stoccolma quarti: Wawrinka (Svi) b. Rublev (Rus) 7-6 (5) 7-6 (5); Paul (Usa) b. Kecmanovic (Srb) 7-6 (9) 6-2.

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