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Stan Wawrinka: l’uomo senza tempo

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L’età è soltanto un numero, dicono. Ma le gambe non vanno più come un tempo e gli acciacchi riecheggiano, onnipresenti, su un corpo quasi nuovo, sconosciuto, a chi per anni ha danzato sui manti più prestigiosi, celebrato e osannato dalle genti di tutto il pianeta. Un concetto che potrebbe suonar familiare a Stan Wawrinka, ribattezzato l’uomo senza tempo. L’ex numero tre del mondo, classe 1985, non sembra affatto voglioso di tirare i remi in barca per restar fermo a contemplare la moltitudine di cimeli ottenuti nel corso della straordinaria carriera. Stan The Man, alla tenera età di 39 anni, ha ancora fame di gloria.

Lo svizzero – sulla falsa riga di Novak Djokovic – pare abbia trovato una seconda gioventù, nuovi stimoli e un’immensa motivazione, che gli hanno riconsegnato il tennis stellare da lui smarrito. Stoccolma esalta gli armoniosi colpi dello svizzero, passati quasi in sordina per un ampio lasso di tempo, mettendo al tappeto avversari che hanno vissuto soltanto metà dell’esistenza di Stanislas.

Costretto alla resa persino Andrey Rublev, numero uno del tabellone del Nordic Open, il quale non ha potuto opporsi all’incontenibile ascesa dello svizzero, che a suon di rovesci lungolinea, ha messo K.O il russo in soli due set, rievocando uno dei colpi più amati e inconfondibili della storia del tennis. Grazie al successo ottenuto su Rublev, il nativo di Losanna diventa il secondo tennista più anziano a battere un Top 10 nel XXI secolo (dopo Feliciano Lopez, che curiosamente batté proprio Rublev), aggiungendo un ulteriore tassello alle 62 vittorie ottenute in carriera contro i primi dieci giocatori del ranking.

A 39 anni, Wawrinka raggiunge dunque la sua 64° semifinale della carriera, divenendo così il terzo semifinalista più anziano nell’Era Open dopo Jimmy Connors ed Ivo Karlovic. Ad attenderlo ci sarà lo statunitense Tommy Paul. Sarà dunque l’ultimo round, a Stoccolma, per Stan? Il gioco espresso dall’ex numero tre del mondo, in questa prolifica trasferta svedese, ha raggiunto un livello tale da neutralizzare gli avversari più potenti del circuito, conditi da una grinta e da una motivazione riflessi sugli occhi del trentanovenne svizzero, spietato in quel di Stoccolma.

Probabilmente è proprio questa la componente aggiuntiva dello svizzero, aver ritrovato il fuoco e la spinta giusta per ridarsi l’ultima opportunità, scorgendo, nel contempo, in lontananza l’orizzonte, simbolo di una carriera costellata di successi, che prima o poi, volgerà al termine.

Schivo, a tratti estremamente serio, talvolta leggiadro e sorridente. L’uomo senza eccessi amato da tutti, sia dentro che fuori dal campo. Dotato di colpi di straordinaria unicità, specialmente il rovescio ad una sola mano, diventato merce rara con l’evoluzione tennistica, forgiato e celebrato da i due più grandi rappresentanti dell’epoca moderna, Stan e Roger.

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