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Alla fine è Fabio Fognini l’unico superstite azzurro nellasettimana Challenger

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Questa settimana calendario leggero in Europa con due soli tornei in programma: il Challenger 100 di Roanne (cemento indoor) e quello di Valencia (categoria 125, terra battuta). A Roanne erano due gli azzurri in tabellone: Stefano Travaglia che vuole cavalcare l’onda del suo buon momento e Mattia Bellucci che quest’anno passa con grande aggressività (o serena incoscienza se preferite) dai Challenger agli ATP e viceversa (sono già 73 le sue partite in stagione). Il tennista bustocco dopo la bella vittoria in una sfida non banale contro Gregoire Barrere (n.149 ma alla 49esima posizione solo un anno fa), se l’è vista con lo svizzero Jerome Kym (n.155), un 21enne che in stagione ha già centrato due successi, entrambi in luglio, a Prostejov e a Zug. Ha vinto lo svizzero che dall’alto dei suoi 198 cm ha usato il servizio per scardinare il gioco di Bellucci che in risposta ha conquistato solo il 30% dei punti. Travaglia da parte sua, dopo la vittoria all’esordio sul francese Escoffier, è stato fermato dalla prima testa di serie, il britannico Cameron Norrie (n.52) che l’ha rimontato col punteggio di 3-6 6-2 6-0.

Erano tre gli italiani ai nastri di partenza del Challenger 125 di Valencia (terra battuta): Federico Arnaboldi, Raul Brancaccio e Andrea Pellegrino. Purtroppo questi ultimi due si sono dovuti affrontare in un derby di primo turno in cui a prevalere è stato il tennista di Torre del Greco, proveniente dalle qualificazioni, che ha avuto la meglio al termine di un match molto combattuto che si è concluso 7-6(7) 7-5 con il pugliese che non ha sfruttato due set point nel tie-break del primo set. Eliminato subito invece Federico Arnaboldi che ha subito un duro 6-1 6-0 dal britannico Jan Choinski. Un punteggio severo che certifica come Federico, al termine di una stagione tanto lunga quanto ricca di soddisfazioni, sia probabilmente arrivato con le batterie un po’ scariche. Ma qui a Valencia, al di là degli azzurri, si respirava una bella aria di gioventù con tanti ragazzi di grandi prospettive che si sono dati battaglia sui campi del Club de Tenis, catalizzando l’attenzione di tecnici e pubblico, a cominciare da Ignacio Buse, già finalista a fine agosto in quel di Como. Il 20enne peruviano ha prima battuto il coetaneo portoghese Henrique Rocha (a sua volta già vincitore di un Challenger) e poi il padrone di casa Sanchez Jover. Ora l’attende nei quarti un altro spagnolo, la prima testa di serie del torneo e n.45 ATP Pedro Martinez. C’erano poi il danese Elmer Moeller che ha avuto la meglio sull’iberico Sanchez Jover, per poi arrendersi al portoghese Jaime Faria (n.168) e soprattutto i due che ci appaiono forse i più promettenti: l’austriaco Joel Schwaerzler e il croato Matej Dodig. Schwaerzler, che a soli 18 anni ha già assaporato il gusto della vittoria al Challenger di Skopje nello scorso mese di maggio, ha battuto all’esordio, dopo aver superato le qualificazioni, quella vecchia volpe di Vit Kopriva (n.142) col punteggio di 7-5 6-4 e poi si è arreso al britannico Jan Choinski (n.177) che ha fatto valere l’esperienza e ha prevalso 6-3 6-2. Il 19enne croato, omonimo ma non parente di Ivan, il forte doppista, ha subito invece una dura lezione (6-0 6-1) da Denis Novak, non lasciando intravvedere nessuna delle tante qualità che l’hanno messo prepotentemente sotto i riflettori.

Si giocava anche in Cina, al Challenger 125 di Hangzhou, torneo che, al suo esordio in calendario, offriva ai reduci da Shanghai l’occasione per cercare una pronta rivincita. Tra questi il nostro Fabio Fognini che, dopo le prestazioni non entusiasmanti di Pechino e Shanghai, è sceso di livello per provare a dare un senso alla sua lunga trasferta in estremo oriente. Sul cemento di questa megalopoli di 12 milioni di abitanti, capoluogo della provincia dello Zhejiang, il tennista ligure (wild card e terza testa di serie) si è preso un paio di soddisfazioni a spese del cinese di Taipei Ray Ho (n.138) e del padrone di casa Jie Cui (n.365), avversari non fenomenali ma quando si vince si tende a non guardare troppo per il sottile. Banco di prova ben più attendibile sarà comunque nei quarti di finale Chun-hsin Tseng, attualmente n.116 ma già in top 100 un paio d’anni fa. Il 23enne cinese di Taipei è un giocatore che ci piace molto per la sua incredibile velocità di piedi che, soprattutto sul cemento, lo rende avversario molto pericoloso.

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