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WTA Pechino: una spenta Gauff viene rianimata da Badosa, ma Cori dimostra ancora una volta la sua tempra

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[4] C. Gauff b. [15] P. Badosa 4-6 6-4 6-2

Nel loro sesto incrocio, al China Open a festeggiare è la testa di serie n.°4 Coco Gauff che batte Paula Badosa in rimonta per 4-6 6-4 6-2 in 2h21′ di gioco.

Ritornava a competere post US Open e dopo uno stravolgimento in panchina, difatti le prime uscite sono state tutt’altro che brillanti: di certo, dunque, non c’erano minimamente le condizioni ideali per ammirare una Cori in grado di performare come meglio sa fare.

E in realtà è stato così, la Coco vista in Cina non mai dato segnali incoraggianti: eppure, sfruttando anche importanti passaggi a vuoto delle sue avversarie come nella prestazione odierna, in qualche modo la sua peculiare qualità di tirare fuori da sé la sua migliore versione ogni qualvolta appare spacciata e le sue possibilità di successo compromesse; ne tratteggiano una comprovata ed intrinseca resilienza oltre che resistenza ai momenti negativi che gioco forza nella maggioranza delle sfide che un tennista affronta sono compagni di viaggio.

E’ pur vero che questa abilità derivi in parte anche dal fatto che sotto nel punteggio, la ventenne di Atlanta di liberi in un certo delle pressioni che l’attanagliano quando invece deve essere lei a condurre i giochi. Tuttavia non si può ricondurre esclusivamente alla motivazione di una testa svuotata da pensieri nocivi, le sempre più costanti rimonte della campionessa Slam di New York 2023. Non è per nulla banale vincere con questa continuità ribaltando un iniziale svantaggio, è ovvio che poi questo ti porta a sprecare tanto – forse troppo – durante un torneo: dove invece l’ideale gestione delle energie dovrebbe essere differente.

Nella sua prima presenza al China Open, la stagione passata, la statunitense si era fermata in semifinale contro Iga Swiatek: proprio la polacca l’aveva sconfitta in 3 delle ultime 5 semifinali disputate, tra l’altro tutte perse per mano di Top Ten. Cori non raggiungeva una finale da Auckland, unico torneo non sul suolo patrio degli ultimi tre anni in cui è arrivata in fondo. Mentre era stato decisamente inverso il percorso di Badosa, che fin qui non aveva perso set, ma in generale dopo Wimbledon le due protagoniste avevano avuto un rendimento praticamente agli antipodi: 6-4 il bilancio per Gauff, Paula al contrario prima di oggi aveva vinto 28 delle ultime 35 partite giocate, 18 delle ultime 21 sul cemento.

La seconda parte di stagione, dopo le grandi difficoltà soprattutto di natura fisica accusate nei primi 6 mesi di 2024, è stata sensazione per la spagnola: in particolare l’estate dove è ritornata al titolo dopo 2 anni e mezzo di digiuno a Washington, a cui ha fatto seguire la semifinale di Cincinnati e i quarti a Flushing Meadows. Nei precedenti l’iberica conduceva 3-2, aveva però perso l’ultimo incrocio quest’anno a Roma, tuttavia dopo aver dominato il match per larghi tratti: avanti 6-4 4-2 ha spento la luce, perdendo 10 dei successivi 12 games.

Entrambe erano alla ricerca della seconda finale in un WTA 1000 della carriera, Paula si è iscritta al cerchio dell’élite femminile nel 2021 vincendo Indian Wells; Cori si era aggiudicata il ‘Mille’ di Cincinnati battendo Muchova nella sua incandescente estate del 2023.

Primo Set: Tennis istintivo, doppi falli e palle break a fiume. Badosa è più cinica quando l’aria è rarefatta

Un confronto tennistico che presenta caratteristiche molto chiare: pochi fronzoli, costruzione del punto quasi nulla, adesione totale all’istinto primordiale del tennista di alto livello che spesso e volentieri esegue alcune prodezze balistiche pur non conoscendone fino in fondo il valore ed il significato. Dunque, match dalla brutale secchezza e verticalità: si gioca sull’uno-due. Ma ciò che più di qualsiasi altra situazione tecnica condiziona e scandisce la prima frazione è il doppio errore al servizio: nei primi due games della partita se ne materializzano addirittura 4 di cui 3 a marchio States (saranno 8 alla conclusione del parziale) Dopodiché, tra giochi ai vantaggi e palle break che fioccano, l’uso esclusivo di un tennis con ratio tattica pari allo zero provoca una sfida dalla completa illogicità: alti e bassi, picchi portentosi riportati giù – di conseguenza facendo calare l’attrattività ed il peso specifico dell’incontro, dinanzi a tale inconcludenza che non mostra alcun appiglio di varia natura – da momenti di down preoccupanti.

Su 10 games nel set, 6 finiscono ai vantaggi e di questi 5 li porta a casa Badosa. 13 sono invece le palle break palesatesi, Gauff ne spreca perfino 10 concretizzandone una soltanto: decisamente più cinica Paula, 2 occasioni avute a disposizione entrambe trasformate.

Emblematico dell’opposto spessore mentale, unica ancora di salvezza in una contesa così ondivaga, dimostrato nella performance odierna a favore della spagnola è sintetizzato nell’ottavo game. In battuta avanti 4-3, Paula infatti subisce il contro-break dopo 26 punti, 7 break point cancellati e 4 palle games volatilizzatesi.

Nel successivo turno di risposta, ecco la reazione da “campionessa” – intesa come quella fase di gioco in cui, una tennista è in grado di performare al meglio delle sue possibilità e anche oltre pur con la tensione elevata e delle sensazioni sulla palla non entusiasmanti – si riprende il vantaggio riuscendo a strappare una seconda volta dalle grinfie di Coco il servizio da Atlanta e conducendo in porto la nave: 6-4 in 59 minuti di gioco.

Secondo Set: con le spalle al muro, Gauff rinasce anche per merito di un Badosa che si scioglie sul più bello

Quando le due protagoniste ritornano in campo, sembra tutto fin troppo semplice per la ventiseienne nata a Manhattan: la ventenne americana è difatti troppo scarica, non riesce ad essere continua dentro la partita vittima di numerose pause e blocchi tecnici che non fanno altro che aumentare l’autostima iberica. In pochissimi passaggi, Paula svetta sul 4-2. Giunti al sesto atto del parziale, la direzione finale della gara avrebbe già potuto non essere più in discussione: poiché la vincitrice di Indian Wells 2021 sul 3-2 si è fatta scivolare con un po’ troppa sicumera agonistica quattro break point che l’avrebbero mandata 4-2 e servizio, di fatto abbassando la serranda sulle speranze di rimonta della classe 2004.

Ed invece proprio quell’ultimissimo barlume di luce a cui Coco si è abbarbicata di rincorsa – al termine di 18 lunghi e sudati punti – le ha consentito di rigenerarsi all’improvviso e sgretolare anche in modo repentino quelle certezze badosiane che apparivano inscalfibili. Non a caso, due game più tardi va in scena il monologo di Gauff: dal ritrovarsi sotto 4-2, la campionessa dello US Open 2023 – rianimata dall’esigue gocce di orgoglio riposte nel proprio serbatoio di brillantezza connettiva – con un colpo di spugna azzera quando si era percepito fin lì. Filotto di quattro games consecutivi e secondo set in saccoccia: pareggiato il 6-4, durato solamente 9 minuti in meno del primo.

Terzo Set: dominio assoluto di Gauff, Paula è uscita dal campo

L’ex allieva di Brad Gilbert adesso è un’altra giocatrice pur conservando immutato il suo tallone d’Achille: media di 5 doppi falli a set (a fine match saranno 11 nel complesso). Al di là di questo però, anche le statistiche della seconda frazione confermano il cambio di passo, in un senso e nell’altro. Perché se è vero che Coco ha modificato radicalmente il proprio registro, tecnico e psicologico, si può dire lo stesso con accezione negativa per Paula: difatti, mentre nel primo set era stata la statunitense la giocatrice ad incontrare grosse difficoltà nel convertire le palle break, nel secondo è accaduto l’esatto opposto. Badosa ha infatti sfruttato una su 7 delle big chances che si è costruita.

Questa nuova andatura dello scontro si conferma in maniera massiccia nel terzo set: Gauff domina in lungo e largo, concede il contro-break sul 2-0 ma è solo un mero inciampo fugace. Finirà 6-2 Stati Uniti in appena 32 minuti.

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