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Quando il gioco si fa duro, i croati… vincono il torneo!

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In questi giorni ha avuto – giustamente – grande risalto l’impresa di Marin Cilic, capace di trionfare all’ATP 250 di Hangzhou da n. 777 del mondo, diventando così il giocatore con il ranking più basso a riuscire ad imporsi in un torneo del circuito maggiore. Quello del vincitore dello US Open 2014 (da n. 16 del ranking, tanto per rimanere in tema) è appunto un record assoluto a livello ATP, ma è interessante notare come i tennisti croati siano specializzati in imprese del genere.

Curiosamente, infatti, è sempre un giocatore croato a detenere il record di vincitore di un Masters 1000 con la classifica più bassa. Si tratta di Borna Coric, che nel 2022 vinse a Cincinnati da n. 152 del mondo, anche lui al rientro dopo un lungo stop per un infortunio alla spalla. E restando a livello di Masters 1000, non possiamo non citare la vittoria di Ivan Ljubicic a Indian Wells nel 2010. Fuori dalla top 20 da oltre due anni, “Ljubo” si regalò per il suo 31esimo compleanno il suo primo e unico Big Title.

A supporto della tesi che i tennisti croati siano maestri nel ribaltare i pronostici, c’è ovviamente l’exploit di Goran Ivanisevic, che nel 2001 trionfò a Wimbledon, grazie a una wild card, da n. 125 ATP. Quello dell’ex coach di Djokovic non è il record assoluto a livello Slam, dato che Mark Edmondson fu capace di imporsi nel 1976 in Australia da n. 212 del mondo, ma nell’immaginario collettivo resta probabilmente l’impresa più incredibile nella storia del tennis professionistico maschile.

Goran Ivanisevic – Wimbledon 2001

Solo sul podio della classifica dei vincitori con il ranking più basso a livello di tornei ATP 500 non troviamo nessun giocatore della nazione balcanica, con questo speciale primato detenuto dall’argentino Leo Mayer, che da n. 138 del ranking vinse ad Amburgo nel 2017. Ma che vincere quando nessuno se lo aspetta sia una capacità caratteristica dei tennisti croati c’è lo conferma, infine, anche Ivo Karlovic, capace di alzare ben due trofei ATP assolutamente contro pronostico. “Dr. Ivo​” era ​infatti addirittura fuori dalla top 100 sia quando vinse a Houston nel 2007 ​(n. 108) che quando si impose a Bogotà nel 2013 (n. 155).

Magari saranno solo ​coincidenze, ma pensando anche ai risultati della nazionale di calcio, capace di salire sorprendentemente sul podio per ben tre volte nelle ultim​e sette edizioni ai Mondiali di calcio, viene il dubbio che riuscire in una “mission impossible” sportiva faccia proprio parte del DNA croato.

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