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US Open, Pegula: “Ero più tesa prima del match contro Swiatek, ma non è stato un bene”

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Jessica Pagula, sesta testa di serie dello US Open, nella notte italiana ha rimontato Muchova nella seconda semifinale del tabellone femminile, imponendosi per 1-6 6-4 6-2. Un successo che regala alla statunitense la sua prima finale Slam, ottenuta nel Major di casa e per giunta dopo essersi fermata per ben sei volte ai quarti di finale. Pegula, che comunque vada sarà n°3 del mondo lunedì, sfiderà Aryna Sabalenka in quella che è sarà la riedizione della finale di Cincinnati, vinta dalla bielorussa. Sarà soltanto la quarta volta nell’Era Open che, a livello femminile, a New York si ripeterà la stessa finale già vista a Cincy.

D. Jess cosa ne pensi la vittoria?

Jessica Pegula: “Ovviamente sono felice di essere qui seduta a dire che le cose si sono sistemate, ma è stata dura ad un certo punto. Ho giocato un ottimo tennis mantenendo lo slancio, specie durante il terzo set, quando ho chiuso. Penso che nel terzo abbiamo giocato un buon tennis, anzi già dalla fine del secondo. Sono felice del modo in cui sono riuscita a competere”.

D. Hai detto in campo dopo la partita che eri un po’ imbarazzata dopo quel primo set. Lei ti ha fatto sembrare una principiante là fuori. Come hai potuto riorganizzarti mentalmente nel secondo set per fare quello che hai fatto?

Jessica Pegula: “Sono andata sotto 2-0 abbastanza rapidamente dopodiché sono riuscita a fare in modo che lei sbagliasse quelle due volée, da lì ho avuto la sensazione di prendere lo slancio. Poi sono riuscita a mantenere il mio servizio e a trovare un modo. Penso che il pubblico mi abbia davvero aiutata ad ottenere un po’ di adrenalina dentro di me.

È complicato affrontare Muchova, non ti dà molto ritmo, e poi come alla fine del primo set, stava giocando a un livello estremamente alto, quindi non avevo ritmo. Ho provato a inseguire tutte le palle che potevo. Dopodiché, una volta ottenuto un po’ di ritmo, ho iniziato a sentirmi più a mio agio. Ho giocato in maniera più aggressiva, entrando un po’ di più in risposta. Ho cercato di dettare un po’ di più con il diritto, trovando il mio gioco”.

D. Ieri probabilmente hai sentito una grande liberazione emotiva nel superare quell’ostacolo. Curioso se ciò abbia contribuito al perché ti sei sentita piatta all’inizio della partita e com’è stato resettare dopo ieri sera per prepararti per oggi?

Jessica Pegula: “È stato strano. Mi sentivo più tesa prima della partita con Iga. Forse è stato un male, perché io chiaramente sono uscita super piatta. Stavo cercando di pensare che forse era bello che mi sentissi davvero sciolta, ma chiaramente ero un po’ troppo sciolta. Certi giorni esci e ti senti benissimo; certi giorni esci e sei super piatta. Devi solo affrontarlo. Penso che questa è la sfida di giocare in uno slam. Ogni giorno ti svegli diversa, tutto può essere diverso. Quindi la differenza sta nel modo in cui ti adatti a quella situazione. Stasera sono riuscita ad adattarmi appena in tempo”.

D. Quale è la chiave della partita per te nell’affrontare Aryna? Quali sono i tuoi pensieri sull’affrontarla adesso per il titolo, dato tutto ciò che rappresenta con il suo stile di gioco?

Jessica Pegula: “Lei è ovviamente una grande giocatrice sul cemento, se non una delle migliori al mondo, ma penso di esserlo anche io. A Cincinnati ha servito in modo incredibile, e mi sono sentita come se avessi ancora delle occasioni in quella partita. Penso di avere un gioco che possa infastidirla. In passato dovevo essere aggressiva, dovevo farla muovere, servire in modo intelligente e prova a mettere un po’ di pressione sul suo servizio. Sai, fai il mio gioco. Che è più o meno quello che faccio. Spero di riuscire a eseguire tutto questo, e se c’è qualcosa nella partita che forse funziona o non funziona, allora posso capire queste cose. Ma proverò semplicemente a fare il mio gioco sabato”.

D. Quanto è significativo per te andare al finale?

Jessica Pegula: “È fantastico, è un sogno che ho fin da bambina. È quello che volevo quando ero ragazzina. Solo tanto lavoro, tanto duro lavoro. Non potresti nemmeno immaginare quanto ci vuole. Sono semplicemente felice di essere in finale, ma ovviamente sono venuta qui per voler vincere. Se mi avessi detto all’inizio dell’anno che sarei stata in finale agli US Open, avrei riso così forte, perché era proprio lì che avevo la testa. Quindi essere in grado di superare tutte quelle sfide e dire che sabato avrò la possibilità di vincere il titolo è ciò per cui gioco, per non parlare di poterlo fare a casa mia”.

D. Ovviamente sarà la tua prima finale major. Hai pensato di contattare persone che sono state in questa posizione, chiedendo loro dei consigli, o sei semplicemente pronta a vedere cosa succede?

Jessica Pegula: “Non proprio. Vedremo chi mi scriverà stasera e domani. Forse se salta fuori un buon nome, posso prendere qualche consiglio. James Blake si è fatto sentite, perché uno dei miei allenatori lavorava molto con lui. Così lui è venuto nel mio studio. molto tempo prima del torneo. È stato bello parlare con lui, perché ero un po’ nervosa all’idea di affrontare Shelby sapendo che poteva andare in pensione e tutto il resto. Stava dandomi qualche consiglio. A parte questo, non ho parlato con molte persone. Se ne ho voglia, e se qualcuno mi scrive, potrei semplicemente prendere qualche consiglio al volo!”.

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