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Travaglia, Gigante, Dalla Valle e Nishikori conquistano i quarti nella settimana Challenger

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Al Circolo Tennis Como, meravigliosamente incastonato a pochi metri dal lago, il tradizionale Challenger 75 (terra battuta), giunto ormai alla sua 18esima edizione, ha visto finora due grandi protagonisti: Kei Nishikori e il nostro Stefano Travaglia. Riguardo al giapponese, Samuel Vincent Ruggeri, reduce peraltro da un’ottima stagione, ha avuto modo di toccare con mano come si gioca ai piani alti. Infatti Kei Nishikori gli ha inflitto un sonoro 6-2 6-1, dimostrando che, salute permettendo, è ancora decisamente fuori dalla portata del tennista bergamasco, e non solo dalla sua in realtà. L’ormai 34enne nativo di Shimane arrivò nove anni fa alla quarta posizione del ranking prima che una lunga serie d’infortuni (gomito, polso, anca, caviglia e due positività al Covid) lo facesse scivolare in classifica, fino a spingerlo a meditare il ritiro. Non a caso negli ultimi due anni e mezzo aveva disputato appena 13 partite. Adesso sta faticosamente cercando di recuperare una condizione accettabile sfruttando anche il circuito cadetto, dopo che comunque al Master 1000 di Montreal aveva già raggiunto i quarti battendo Michelsen, Tsitsipas e Borges, prima di cedere al nostro Arnaldi. E qui a Como, dopo l’azzurro Ruggeri, ha superato il georgiano Nikoloz Basilashvili (n.361), costretto al ritiro mentre era sotto 6-3 3-1. Immaginiamo l’educato stupore con cui il figlio del Sol Levante deve aver constatato che una volta tanto non toccava a lui ritirarsi a partita in corso. Nei quarti gli toccherà il 18enne francese Gabriel Debru (n.380) e sarà uno scontro generazionale da godersi dalla prima all’ultima palla.

A far loro compagnia il nostro Stefano Travaglia che, dopo aver superato 6-2 7-6(3) il kazako Dmitry Popko (n.181), si è poi aggiudicato il derby con Federico Bondioli col punteggio di 6- 2 6-4. Molto bravo comunque il tennista ravennate che aveva fatto onore alla sua wild card, battendo il qualificato Vitaly Sachko (n.394), uno che fino ad un anno fa, quando era n.156, era avversario da prendere con le molle. Ad attendere il tennista ascolano nei quarti ci sarà l’argentino Genaro Alberto Olivieri (n.411), autore dell’eliminazione al secondo turno del nostro Francesco Passaro. Secondo turno fatale anche per Raul Brancaccio che ha prima eliminato (4-6 7-6 6-2) il brasiliano Matheus Pucinelli De Almeida (n.310) il cui nome, purtroppo per lui, è molto più poetico di quanto non siano efficaci i suoi colpi. Poi gli è risultato indigesto il 24enne ungherese Zsombor Piros (n.212), un giocatore che non ti ruba l’occhio ma che è estremamente solido e che nello scorso marzo era stato ad un pelo dall’entrare in top 100.

Subito fuori Alexander Weis (6-4 3-6 6-4 dall’austriaco Misolic), la seconda testa di serie Stefano Napolitano (7-6 4-6 6-3 dal ceco Andrew Paulson n.175) e uno spentissimo Marco Cecchinato (6-4 6-1 da Ignacio Buse) che continua ad accumulare sconfitte e a scivolare in classifica (n.350), ormai inesorabilmente fuori dai radar del grande tennis. Eliminato all’esordio anche Federico Arnaboldi (6-4 7-5 dall’argentino Aboian) che però si è rifatto in doppio col cugino Andrea, che ogni tanto lascia il microfono di Sky e la mazza da golf per riprendere in mano la racchetta. Cosa che, a nostro modesto parere, potrebbe continuare a fare fino a 50 anni. Gli Arnaboldi, nel campo che è il loro giardino di casa, si sono guadagnati la semifinale (come era già successo in maggio all’ITF 25.000$ di Reggio Emilia) battendo 7-6(3) 6-4 Travaglia e Oradini, che curiosamente fu sfortunato protagonista anche nei quarti dell’ITF di cui sopra.

Al Challenger 75 di Manacor (cemento), cioè a casa di Nadal, c’era il nostro Matteo Gigante che si è fatto decisamente onore e dopo la vittoria all’esordio contro l’austriaco Jurij Rodionov (n.292 ma già al n.87 a inizio stagione), si è trovato di fronte il 26enne britannico Charles Broom (n.137 ATP), che si è rivelato avversario particolarmente ostico come conferma il punteggio di 6-3 5-7 6-3. Per il tennista romano nei quarti ci sarà il francese Enzo Couacaud (n.195) che un tempo ci piaceva parecchio ma che poi non ha mantenuto, se in minima parte, le promesse. Così più che per i tre Challenger vinti è rimasto famoso per essere stato sfortunato protagonista della finale mai disputata di Bergamo, cancellata il 23 febbraio 2020 per lo scoppio della pandemia.

Si giocava anche in Portogallo a Porto (Challenger 75, terra battuta) dove erano quattro gli italiani in tabellone. Il protagonista assoluto è stato Enrico Dalla Valle che prima ha eliminato il libanese Hady Habib (n.260) al termine di una partita complicata che si è conclusa in suo favore col punteggio di 7-6(5) 6-3. Poi ha vinto allo sprint sul padrone di casa Jaime Faria (n.155 e seconda testa di serie) col punteggio di 6-1 3-6 7-6(5), proprio quel Faria che all’esordio aveva battuto un Lorenzo Giustino decisamente sprecone, non avendo saputo capitalizzare un vantaggio di 6-2 nel tie-break del secondo set. Tornando al tennista ravennate non possiamo che fargli i complimenti per quella che è già senza dubbio la miglior stagione della sua carriera se pensiamo che sono ormai otto le volte che è arrivato ai quarti di finale, cui bisogna aggiungere la semifinale di Milano. Merito indubbiamente della ‘Galimberti Tennis Academy’ che lo segue dal dicembre 2022 e soprattutto della salute ritrovata dopo i mille problemi che l’hanno afflitto negli anni scorsi.

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