Notizie

Sinner per ritrovare sé stesso (Olivero, Bertolucci, Martucci)

0 1

Sinner, il rumore dei nemici (G.B. Olivero, Gazzetta dello Sport)

Un po’ di cesto e tante coccole. Il giorno dopo il debutto a New York, Jannik Sinner è tornato in campo per sistemare le cose che non gli erano piaciute contro McDonald. Jannik è un perfezionista, trova nel lavoro un appagamento pari o forse superiore a quello che gli regala la vittoria […] Ieri Sinner si è allenato alle 13 sul practice court numero 2: stesso orario scelto da Alcaraz sul campo accanto. Il numero uno e il numero tre del mondo affiancati a palleggiare come due soci di un qualunque circolo in pausa pranzo. Jannik ha giocato mezz’ora con Luca Nardi e poi ha svolto lavoro tecnico con Vagnozzi, che ha insistito sul rovescio, poi sul dritto e infine sul servizio. Messaggio ai ragazzini: il cesto sarà anche ripetitivo e magari noioso, ma se lo fa Sinner significa che serve […] Il focus è sulla pulizia del gesto, sugli automatismi, sulla dinamica dei colpi. E quando gioca con la consueta disinvoltura cinque rovesci lungolinea in open stance. Simone Vagnozzi lo applaude apertamente. Coccole, appunto: battendo le mani, alzando il pollice, sorridendo. Di questo ha bisogno Jannik: rientrare nella sua normalità di campione speciale, pensare solo a ciò che gli piace fare, divertirsi quando è in campo, esaltarsi quando deve affrontare un momento difficile come quello contro McDonald. […] Dopo il successo con McDonald in conferenza si è parlato più di quanto accaduto fuori dal campo che sull’Arthur Ashe: «Io e il mio team stiamo cercando di ritornare alla normalità – ha dichiarato Jannik -. Sono davvero contento di ciò che ha detto Matteo Berrettini. Ci conosciamo bene, ci rispettiamo tanto. Io non ho fatto nulla di male, sono una persona molto onesta». Viene quindi da ripensare ai commenti del sindacalista Djokovic («Tutti dovrebbero avere gli stessi mezzi per difendersi»), del glaciale Alcaraz («Non sappiamo tutto, ma se lo fanno giocare c’è un motivo»), dell’empatico Zverev («Tutto è stato chiarito. Jannik è eccezionale, non cambierò il mio rapporto con lui»), e dell’equilibrato Medvedev («Quello che ha fatto Jannik è conforme alle regole, ma le regole sono un po’ vaghe»). Sinner ha commentato con lucidità: «Le polemiche mi hanno un po’ condizionato. ma ci sono cose peggiori di quelle che ho passato io. Ho imparato chi è mio amico e chi no; quanto sia importante Io sport, ma anche la vita al di fuori».

Il brutto set di Sinner e quella tensione ancora da sciogliere (Paolo Bertolucci, Gazzetta dello Sport)

Alla fine del primo set vinto dallo statunitense McDonald 6-2, molti tifosi, allarmati dall’andamento del match di esordio, avevano
iniziato a preoccuparsi seriamente. D’altra parte, è difficile dare torto a chi non conosce appieno le dinamiche tennistiche: Jannik Sinner,
infatti, sembrava planato per caso sul centrale newyorkese, l’Arthur Ashe Stadium, un campo dove non aveva ancora mai vinto […] Il punto di svolta è arrivato a inizio secondo set quando, già sotto 1-0, Sinner ha conquistato il contro-break: è bastata quella scintilla e all’improvviso si è accesa la luce. Il braccio ha cominciato a sciogliersi e la palla a viaggiare sicura e precisa. […] E non dimentichiamoci quello che ha passato Jannik nell’ultimo periodo, con tutta la tensione emotiva che la vicenda del clostebol ha comportato. Anche se nelle dichiarazioni ufficiali rese alla stampa si è sempre detto sereno e convinto di essersi lasciato il peggio alle spalle, credo sinceramente che un po’ di quel peso non se lo sia ancora totalmente scrollato di dosso. Sarebbe difficile poterci riuscire in così poco tempo. La vittoria a Cincinnati risale a poco più di una settimana fa: poche ore dopo è esploso il caso e gli strascichi si sono protratti fino agli US Open. Insomma, è comprensibile che dei granellini possano rimanere incastrati all’interno degli ingranaggi; sicuramente servirà ancora del tempo per smaltire tutte le conseguenze e il carico emotivo della vicenda. Ma in fondo, dietro alla proverbiale freddezza del campione, è bello notare che nelle vene di Sinner scorre anche del sangue caldo […] Ma quello che è successo nel primo set del primo turno non è niente di preoccupante. Sinner ha la situazione sotto controllo, lo
abbiamo già visto tante volte: è abitudine diffusa che i grandi campioni usino la prima settimana dei tornei dello Slam per limare le imperfezioni e per entrare nel miglior stato di forma. La seconda settimana è quella
dove li vedremo a pieno regime: solo quando il livello delle sfide si alzerà e i match richiederanno io massima espressione del tennis dell’atleta, tutte le carte a disposizione verranno messe sul tavolo.

Sinner dopo la grande paura. «Devo ritrovare me stesso poi tornerò alla normalità» (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Agli US Open, Jannik Sinner aveva bisogno proprio di un match d’esordio come quello con Mackenzie McDonald. Già battuto 3 volte su 3 e dai limiti precisi, che poteva impensierirlo, infatti s’è portato subito
avanti un set e un break, senza però preoccuparlo veramente. Il numero 1 del mondo aveva bisogno di verificare la condizione sulla scia di una seconda metà di stagione meno brillante della prima, anche se ravvivata
dall’urrà nel Masters 1000 di Cincinnati. Dove ha sofferto il 20enne picchiatore di casa USA, Alex Michelsen, che ritrova oggi a New York. «Fisicamente non sono preparato al cento per cento. Anche perché era impossibile con tutto quel che ho attraversato. Sono qua, però, perché cerco di fare del mio meglio. Mentalmente, sono cose che ti bloccano un po’. Questo lo percepisco anche in campo. Adesso al secondo turno e devo ritrovare un po’ me stesso, il mio ritmo. Sono convinto che ritornerò alla normalità, ma non chiedetemi quando…» […] Contro l’americano veloce, specialista del cemento, doveva quindi forzare un po’, ma non troppo, doveva pensare a trovare nuove soluzioni terno-tattiche, doveva proseguire nel processo più importante: «Tornare piano piano alla normalità. Le cose non cambiano da un giorno all’altro ma lavorando molto. Diciamo che sono molto contento». Jannik doveva anche ascoltare altri commenti dei colleghi sulla vicenda che sicuramente l’ha segnato: «Nell’ultimo periodo ho imparato chi è mio amico e chi no. Ho imparato quanto sia importante lo sport, ma anche quanto sia importante la vita privata. La vita al di fuori del tennis. Ci sono cose peggiori di quel che ho dovuto passare io. Non puoi controllare sempre tutto. Ho imparato a vedere le cose in maniera un po’ più leggera e le polemiche mi hanno un po’ condizionato sul campo». Per sua fortuna, fra gli amici più fidati e sinceri c’è il compagno di Davis, Matteo Berrettini […] Sulla scia di Djokovic e Zverev, anche Medvedev e Van de Zandschulp si sono espressi sulla linea del «sì, ma, però», contestando soprattutto la procedura che ha annunciato nello stesso giorno l’assoluzione e la doppia positività dell’altoatesino che fa pensare a una diversità di trattamento fra big e peones. Jannik è diretto: «Quel che penso io, è che non ho fatto nulla di male. Perché sono una persona molto onesta. Chi mi conosce ha visto in campo un Sinner meno sorridente, anche se ho vinto tante partite. Grazie soprattutto al supporto delle persone che mi sono state vicino. Sono molto grato di questo ed è solo grazie a loro se ho continuato a lottare in questi momenti non semplici». Dopo il primo set perso al tie-break, Jasmine Paolini domina di fisico e di testa l’ex regina degli US Open, Bianca Andreescu nel temutissimo primo turno che porta 10 italiani-record al secondo turno, su 15 al via. E poi conquista altri punti di gradimento dal pubblico per il siparietto a rete con la canadese. Che, già battuta quest’anno a Roland Garros e Wimbledon, le dice scherzando: «Mio Dio, la prossima volta, lasciami vincere» […]

    Comments

    Комментарии для сайта Cackle
    Загрузка...

    More news:

    Read on Sportsweek.org:

    Altri sport

    Sponsored