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Thiem: “Mi reputo fortunato ad aver giocato nell’epoca dei Big Three. Con Zverev è stato un ora o mai più”

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Quando si parla con Dominic Thiem è impossibile non soffermarsi su quel magico giorno del 2020 che da incubo si è trasformato nella sua più grande e prestigiosa gioia sportiva con il successo agli US Open in rimonta da sotto di due set contro Alexander Zverev. Ecco le parole dell’austriaco al The Athletic in una lunga e interessa intervista.

“Avevo già la sensazione prima della partita che qualcosa non andava. – ricorda Thiem – Nei primi due set ero troppo teso e nervoso mentre Sascha stava giocando davvero bene. La pressione era alta, stavo ripensando alle mie precedenti finali: forse c’è meno ansia quando devi affrontare i più grandi giocatori di tutti i tempi perché agli US Open dovevo vincere”

A proposito, Dominic continua: “Ogni finale del Grande Slam sembrava potesse essere l’ultima perché il percorso è davvero duro tra avversari tosti e la salute. Sono tante piccole cose ceh devono andare di pari passo, quando ho giocato contro Zverev in finale era come se fosse un adesso o mai più

A maggio di quest’anno, Thiem ha confermato che non proseguirà col tennis nel 2025 e dunque si ritirerà proprio a fine 2024: “Non c’è stato un momento particolare in cui ho deciso di ritirarmi, ma verso la fine dell’anno scorso pur lavoravo sodo, mettendoci un sacco di ore, facendo un buon lavoro e dando il massimo, non ero soddisfatto di come giocavo. Soprattutto se mi confrontavo con tre, quattro, cinque anni fa”.

In tutto ciò naturalmente ha influito l’infortunio al polso oltre al grande lavoro per cercare di competere con Djokovic, Nadal e Federer: “Questo ha sicuramente contribuito all’infortunio, stavo gareggiando con i tre più grandi di tutti i tempi. È stato intenso. Anche gli anni prima avevo sempre un grande carico di lavoro e d’intensità nel mio allenamento. È qualcosa che il medico e molte altre persone hanno detto. Infatti, ad un certo punto, il polso si è rotto. Mi sforzavo sempre di migliorare e di avvicinarmi ancora di più ai migliori giocatori del mondo”.

Thiem però si considera fortunato ad aver vissuto nell’epoca dei Big Three, l’unico rammarico è l’essere arrivato tardi nella top 100 ovvero a 20 anni e mezzo rispetto ai 18 di Nole, Rafa e Roger.

L’Australian Open 2020 è stata una delle sconfitte più cocenti per Thiem che dopo aver battuto Nadal, si è giocato alla pari la finalissima contro Djokovic. Dominic era avanti 2-1 e con il breakpoint nel quarto set, salvo poi farsi rimontare dal serbo: Quella è stato la mia miglior partita per come mi muovevo, come giocavo offensivamente, come servivo e rispondevo, che non era di certo la mia arma più grande. Perdere è stato molto doloroso perché ho avuto occasioni come mai prima in quella finale”.

Arriva poi la gioia degli US Open, che ha portato Thiem come da sua ammissione a pensare che la pressione si sarebbe azzerata. “In realtà avevo bisogno di pressione – spiega Thiem – anche di stress, di stare lì per giocare al meglio. Ho perso completamente quella sensazione. Era puro vuoto andare in campo”.

A tagliare le gambe a Thiem è stato l’infortunio al polso contro Mannarino che ha posto fine alla sua stagione, senza poter difendere il suo titolo degli US Open, e soprattutto a concludere il suo periodo di prime. Da qui le avvisaglie, da lui stesso confermato: “Non sono più il giocatore del 2020. Devo fare i conti con la situazione attuale, con il fatto che il mio polso non mi dà più la forza di una volta”, spiegava su Instagram.

Allora sarà ultimo ballo in casa, a Vienna, nella sua Austria dove tutto è iniziato. Chissà se quel piccolo Dominic da Wiener Neustadt si sarebbe mai aspettato una carriera simile. In ogni caso, tenendosi stretto il suo Slam, Thiem si prepara dunque a dire addio a racchette e palline dopo quasi 15 anni.

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