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Andy Roddick: “Sinner è il migliore al mondo, non avrebbe mai rischiato tutto. Grave negligenza del suo team”

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In questi giorni nel mondo del tennis non si parla che di Jannik Sinner. Ma, per una volta, l’attenzione non è stata catturata da un avvenimento positivo, da una vittoria, bensì da una positività ai test anti-doping lo scorso marzo, da cui Jannik è stato subito però dichiarato innocente, senza sospensione. Una decisione che ha scatenato polemiche, illazioni, aprendo un ampio dibattito.

Dove ci sono anche tante parole a favore dell’azzurro, come quelle di Andy Roddick nel suo podcast Served, direttamente da Flushing Meadows. Che ha risposto senza mezzi termini a chi millantava a Sinner di non aver fatto usare i guanti a Giacomo Naldi al momento dei trattamenti: “Non ho mai ricevuto un massaggio con i guanti in tutta la mia vita. Non si tratta di una cosa normale, è psicotico. Il tennis, rispetto agli altri sport, ha la più ampia lista di sostanze proibite: ad esempio tante sostanze che utilizzano i calciatori ci farebbero risultare positivi ai test“. Al solito l’ex n.1 al mondo non le manda a dire, attingendo ad ampie mani anche all’ironia per prendere le difese del giocatore italiano.

Noi siamo responsabili di quello che finisce nel nostro corpo“, analizza Roddick, ma immaginiamo che Jannik stesse davvero provando a doparsi. Be’, sarebbe il peggior tentativo di doping di tutti i tempi, visto che non ha tratto nessun beneficio trattandosi in pratica di una quantità a pari a meno di un granello di sale. Lui è il miglior giocatore al mondo a giocare a tennis…e il peggiore al mondo a doparsi (ride), se davvero ci stesse provando“.

Come visto l’inizio del discorso balla tra il serio e il faceto. Ma andando avanti nel podcast l’americano prende in mano la situazione, ben analizzandola e spiegando nel dettaglio perché non si può imputare nulla a Jannik: “Hanno appurato che non ci fosse intenzionalità da parte sua. E soprattutto non vedo perché dovresti rischiare tutto per qualcosa che ad oggi ti altererebbe le prestazioni a livello zero. Inoltre lui è risultato positivo quando ha perso ad Indian Wells e poi di nuovo al secondo turno di Miami, quindi ad otto giorni di distanza. Non, ad esempio, la prima volta a novembre e la seconda il successivo aprile, che potrebbe essere alla base di una positività intenzionale a più mesi di distanza. Continuo a non poter credere che lui avrebbe rischiato tutto per una cosa fatta in maniera così avventata“.

Una difesa, quella di Roddick, condotta in maniera esemplare citando addirittura l’episodio di Riccardo Moraschini, sospeso per un anno dopo una positività riscontrata nel 2021 in maniera pedissequa a quella di Sinner. Un campanello d’allarme dunque, che rende ancora più innocente Jannik, aumentando le colpe del team: “Certo hanno le loro ragioni anche le persone che sostengono che tu sia responsabile del tuo corpo e meriti tre mesi di sospensione. Ma, senza usare la vecchia storia del dire ‘è un bravo ragazzo’, si è trattato di una negligenza da parte dei membri del suo team, un errore grossolano.

Ancor di più considerando che, prima che l’attuale preparatore di Sinner entrasse nel suo team, un giocatore del campionato di basket italiano era risultato positivo ai test perché la moglie stava usando lo stesso identico spray (contenente Clostebol) ed era stato sospeso. Quindi se tu sei nel giro, e sai che è successa una cosa del genere, con una sostanza facilmente rilevabile, e la stai ancora usando sul tuo dito…forse Jannik è più perdonabile di quanto lo sarei stato io“.

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