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Ivanisevic senza limiti su Djokovic: “Se continua così è il favorito per lo US Open”

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Mentre il mondo, tennistico e non, si inchina dinanzi all’ennesimo traguardo di Novak Djokovic, arrivano le considerazioni di chi, oltre ad essere esperto in materia, ha lavorato fianco a fianco al fresco vincitore dell’oro olimpico e ne conosce vizi e virtù. Goran Ivanisevic è stato allenatore del serbo per cinque anni, e la loro recente separazione non ha scalfito né la stima reciproca (“Non so se si sarà un altro dopo di lui” diceva il serbo a marzo) né la soddisfazione del croato per un successo che l’ex allievo sognava da tempo. Il vincitore di Wimbledon 2001, intervistado da TennisMajors, è convinto che questo non sia l’ultimo obiettivo di Nole e che possa ancora avere fame di vittorie, anche nell’imminente US Open: “Penso possa trovare le giuste motivazioni. Se gioca così, se è motivato come a Parigi, credo sia l’uomo da battere a New York”.

L’ex giocatore è tornato sulla medaglia conquistata da Nole e di come sia stato una caccia piena di insidie, soprattutto nell’ultimo periodo segnata dall’infortunio e dall’ostacolo Alcaraz: “Abbiamo parlato molte volte di questo obiettivo, era uno dei miei desideri per lui. Novak lo desiderava molto e per questo è stato così emozionante per tutti. Si è infortunato, si è sottoposto ad un intervento e ha giocato una brutta finale a Wimbledon ma domenica abbiamo visto quello che la volontà e il desiderio possono farti fare. Quando Novak gioca come sa è il miglior del mondo, nessuno può eguagliarlo. Alcaraz è 16 anni più giovane, colpisce più forte ed è più veloce però Novak ha fatto in modo che non sembrasse nulla di tutto questo”.

In ultima istanza, Ivanisevic ha trovato modo anche di lanciare una provocazione basata sulla longevità del campione di Belgrado, uno scenario iperbolico che vede proiettato Djokovic alle prossime Olimpiadi, a Los Angeles 2028 alla soglia dei 41 anni: “La gente dimentica che era la sua prima finale olimpica. Nole ha sentito il momento, doveva sfruttare la sua ultima occasione, però tenendo conto di quanto sia folle, non mi stupirebbe di vederlo anche a Los Angeles nel 2028. Un’ipotesi irreale, ma l’immortalità di questo fenomeno ci ha dimostrato ancora una volta a non dare niente per scontato.

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