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Parigi 2024, due ori e un bronzo: ginnastica e tiro al volo regalano gioie all’Italia

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Che ci sia qualcosa di magico in queste fantastiche parigine è ormai cosa accertata. Una magia che nasce dalla lucentezza di medaglie poste alla fine di un tunnel fatto di fatica, sacrificio e tanta sofferenza. Niente rappresenta al meglio questi concetti più della ginnastica. Ore o ore di volteggi, salti, prese, avvolti in una nuvola di gesso per far sì che quelle mani abbiano la presa migliore possibile, che permettano il miglior volteggio possibile, il miglior modo di applicare la forza alla grazia.

Ed è dalla ginnastica che arrivano le due medaglie più inatteso e per questo stupefacenti, di tutta l’Olimpiade azzurra. Le hanno conquistate Alice D’Amato e Manila Esposito alla trave; lì dove tutti aspettano la regina Simone Biles, sono arrivate loro, volteggiando e guardando il mondo al contrario, restando in perenne equilibrio su una piccola striscia di solidità, contando su quel centimetro che fa la differenza tra cadere e restare in piedi. E vincere, un oro e un bronzo che sono leggenda, storia, fate voi…è tutto giusto.

È una giornata che ha regalato altre grandissime emozioni d’oro. A farcele vivere due atleti che ai più diranno poco, o nulla: ma chi saranno mai Diana Bacosi e Gabriele Rossetti? Sono la coppia azzurra più titolata nel tiro al volo: 39 medaglie di cui 19 d’oro rappresentano il curricilum con Gabriele oro a Tokyo nell’individuale e Diana argento. Nel tiro azzurro, mai nessuno come loro, nessuno mai meglio di loro. Il tiro di sicuro non è quella specialità che ti rende famoso o ti fa brillare nel mondo dei social (almeno che tu non sia Yusuf Dikec, vice campione olimpico nella pistola 10 metri), ma è disciplina nobile fatta di calma e concentrazione, precisione e abnegazione. Tutte qualità indiscutibilmente difficili da avere e soprattutto da allenare. 

Non è medaglia ma è una vittoria che ci porta in zona medaglie, quella della pallavolo maschile italiana. Un match senza senso: sotto 2-0 e 24-21 per il Giappone, gli azzurri guidati in panchina da Fefè De Giorgi, sono riusciti a rimettere in piedi il terzo set, vincere ai vantaggi il quarto e poi conquistare il tie break decisivo, in un’altalena di emozioni evitabile per i deboli di cuore, ma questo è. Adesso semifinale con la Francia, altra partitina che si preannuncia soft.

Spostandoci invece, in chiusura, alla pista di atletica al Saint-Denis, la gioia arriva dal quarto posto di Nadia Battocletti, una gioia figlia di una gara muscolare sui 5000 metri, che ha portato l’atleta trentina al record italiano. Trentina come Roberta Brunet, mezzofondista che ad Atlanta nel 1996 conquistò uno splendido ed inaspettato bronzo nei 3000 siepi, dietro solo alle keniane. Keniana come Kipyegon arrivata seconda ma squalificata prima e riammessa poi: per qualche ora è stato  un meraviglioso bronzo, ma va bene così. Bisogna inchinarsi a Nadia e a ciò che ha tatto. Sempre dall’atletica arriva la notizia della serata, ovvero il record del mondo di Armand Duplantis, che porta il salto con l’asta nel futuro ogni volta sempre di più. Sembrava un muro invalicabile quello dei 6 metri, infranto per la prima volta da Sergey Bubka ormai oltre trent’anni fa. Oggi quel muro è stato issato fino a 6,25 m da questo ragazzo svedese che può volare anche senza le ali. Basta un’asta.

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