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Magnifico Lorenzo (Cocchi, Palliggiano, Azzolini, Martucci). Sara e Jas benedette da Alcaraz (Palliggiano). Alcaraz-Djokovic, duello tra titani (Crivelli)

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Cuore Musetti e un bronzo che pesa (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Dategli una pizza, la aspetta da due settimane. In fin dei conti, Lorenzo Musetti, si accontenta di poco. La medaglia di bronzo ai Giochi che ha conquistato lottando contro Felix Auger-Aliassime non dà punti ma gloria, e tanta, tanta gioia: «La dedico alla mia famiglia, al mio bimbo e alla mia ragazza – dice l`azzurro ancora in trance agonistica -. Naturalmente anche a tutto il team, perché grazie a loro sono arrivato fino a qui». Quel tuffo a terra, sdraiato a braccia aperte, dopo aver vinto una partita che sembrava ormai pendere tutta dalla parte di Auger Aliassime, è stato il momento della liberazione. Dalla fatica, dalla tensione, dai demoni che ogni tanto rispuntano nella mente di Lorenzo, quando le cose vanno storte in campo. Quell`attimo in cui ci sei solo tu, la tua felicità, il sollievo. Quel momento in cui pensi, finalmente: «Stasera voglio mangiare la pizza. Me la sono meritata, perché sono tre mesi che mangio solo riso in bianco e pollo (ride). […] Spero di poter convincere anche chi pensa che il mio tennis non sia efficace, che si può ancora lasciare spazio alla fantasia, ci si può distaccare dal gruppo». Fantasia al potere, dunque, ma anche il servizio è sempre una solida base a cui appoggiarsi. Lo sa bene Auger, che grazie al servizio ballerino e qualche errore di misura, ha concesso il primo set. Lo sa bene Musetti, che per colpa di un servizio molto poco collaborativo, ha ceduto il secondo malamente, con un doppio break e un 6-1 che non faceva presagire nulla di buono. Soprattutto perché Lori, come nella sua versione precedente a questa, meravigliosa e vincente, aveva ricominciato a parlare da solo, a lamentarsi, a disperdere energie in pensieri negativi che lo hanno rincorso anche per buona parte del terzo. Ma stavolta, Musetti, è riuscito a stare li, testa, gambe, cuore o quello che gli era rimasto per dare una spallata al match all`ultima occasione, facendo il break sul 5-3 e andando a servire per la medaglia: «Questo è un altro dei passi avanti che ho fatto: accettare di non piacermi». […] I Giochi non danno punti per la classifica, ma tutta questa fiducia, accumulata nell`ultimo mese (dove ha infilato, lo ricordiamo, semifinale a Stoccarda, finale al Queen`s, semifinale a Wimbledon, finale a Umago e medaglia di bronzo a Parigi), può portare lontano, molto lontano e molto in alto. Un pensierino alle Atp Finals di Torino è lecito farlo: «Sicuramente, quello è il sogno. Sono consapevole che mancano ancora tanti punti e tanti tornei, ma se continuerò ad avere questa continuità so che arriverò all`obiettivo che mi sono fissato». Top 10 e Finals, in una zona della classifica che rincorre da tanto tempo. […]

Lorenzo, il magnifico bronzo (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)

Cent`anni dopo, abbiamo un`altra medaglia nel tennis maschile. Dal barone Uberto de Morpurgo, 20 luglio 1924, a Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024. Sempre a Parigi, sempre bronzo. Un metallo preziosissimo considerato che sui gradini più alti del podio, oggi, ci saranno in ordine ancora da definire Djokovic e Alcaraz. La vittoria non regala punti Atp, ma la gloria eterna, quella che Musetti aveva già ottenuto vincendo la Davis lo scorso novembre a Malaga, pur non giocando da protagonista. Oggi, però, vive il suo momento più bello e l`ha fatto respirare a tutta l`Italia appassionata di tennis, col suo gioco elegante, con quei colpi e quel look vintage che lo rendono uno dei giocatori più affascinanti da vedere di tutto il circuito. Nella finale per il bronzo doveva affrontare il canadese Felix Auger-Aliassime, tennista che ha ritrovato una certa solidità nell`ultimo periodo e che aveva già vinto il giorno prima un bronzo nel doppio misto. Doveva evitare gli errori commessi con Djokovic, Muso, e per gran parte l`ha fatto: Ha tenuto duro mentalmente e fisicamente, nonostante un tour de force iniziato una settimana fa, con la finale persa a Umago nel 250 croato. Poche ore dopo era su un volo per Parigi e in campo al Roland Garros contro Monfils, idolo di casa. Il resto è una cavalcata che porta fino al 2-1 su Auger-Aliassime, nato con un primo set in cui ha trovato il break decisivo al 9° game, chiudendo grazie anche agli errori del canadese, cresciuto esponenzialmente nel 2° set, dominato 6-1 grazie al servizio, diventato ingestibile per Lorenzo. Nel terzo, di nuovo equilibrato, ma sul filo, Musetti ha approfittato di un passaggio a vuoto dell`avversario e ha chiuso 6-3, buttandosi a terra, esausto: «Il primo pensiero che è ho avuto è stato che fosse finita – ha raccontato, distrutto – La dedica va alla mia famiglia, al team che mi supporta ogni giorno e a tutti gli italiani. Sarà emozionante, un giorno, raccontare questa storia a mio figlio. [,,,] Quest`anno ho fatto 4 finali e non ero mai riuscito a vincere un titolo. La medaglia è un bel regalo per me, me la sono meritata tutta. Ho portato in campo lo spirito combattivo italiano,
mi sono sacrificato per la maglia azzurra. È stata una finale tosta dal punto di vista fisico e mentale. Mi mancano diverse ore di sonno, ma lo rifarei 100 volte, è stato un sogno, un momento storico per me e per il movimento tennistico italiano
». […]

Muso di bronzo cent’anni dopo. E oggi Jas e Sara cercano l’impresa (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Un tuffo nella terra rossa, è il battesimo che segna il salto di categoria Da tennista a campione, con un medaglia olimpica a indicare l`avvenuto passaggio tra la giovinezza e la maturità. Oro, argento o bronzo, non importa. E’ salire sul podio che fa la differenza, elevarsi dal gruppo, essere tra i primi. Lorenzo Musetti si presenta ancora ingrommato di terra agli abbracci del pubblico e del suo coach. E’ uscito vincente da un duro confronto, ritrovando quella parte di sé che l`altro ieri, nella semifinale con Djokovic, aveva posto in secondo piano. Sbagliando. Ma nella convinzione di porre in atto il piano giusto. Contro Felix Auger-Aliassime, invece, si è ritrovato, felice di non essersi perso tra i mille dubbi che accompagnano la vicenda di ogni tennista. Aggressivo e fantasioso. Cento per cento Musetti… “Il ragazzo che fa balzare in piedi il pubblico di Francia” e che ai meno giovani tanto ricorda l`imprevedibilità di Panatta. Due set perfetti, il primo e il terzo. È stato lui a guidarli, a comandare le trame, a individuare nel gioco del canadese quelle lacune che, forzando, gli avrebbero portato i punti utili a fare la differenza. Ma ha avuto bisogno di un set a più basso regime, il secondo, e l`ha smarrito sotto la pioggia di colpi del canadese, mentre di nascosto stava ricaricando le batterie. Il punto più bello del match è Musetti a firmarlo, quando inventa un tweener sotto le gambe a mo` di pallonetto, e lo spedisce a stamparsi sulla riga bianca di fondo campo. Ma il meglio, come atteggiamento, Lollo lo mette in campo nella terza frazione, che lo vede già nel quarto game a un passo dal break. Felix lo rimonta, ma è costretto a giocare stretto nella rete dell`italiano. L’ottavo game segna il break che lancia Lorenzo sul podio. «Sono state giornate difficili, decisamente dure, e venivo da una serie di tornei in cui ero andato vicino alla vittoria senza coglierla. Ho dato tutto per questa maglia, il sacrificio è stato ripagato. In semifinale speravo in una medaglia più importante, ma ora che ho vinto il bronzo, penso che anche questa risulterà importantissima, per me e per tutto il movimento italiano». Cento anni dopo, da Uberto De Morpurgo a Lorenzo Musetti, da Trieste a Carrara… Due bronzi separati da un secolo, ma quanto più importante quello di oggi, che si riflette nella stagione più bella del nostro tennis, e fa da splendido viatico alla finale che Jasmine Paolini e Sara Errani sosterranno (dopo quella del singolare maschile tra Alcaraz e Djokovic) contro Andreeva e Shnaider. Mirra e Diana, russe di nascita, olimpiche sotto bandiera indipendente, hanno insieme l`età di Sara Errani, e sembrano nate per rendere la vita difficile alle campionesse già affermate. Lo sono, Paolini ed Errani? Può darsi che qualche insaziabile risponda con smorfie di dubbio, ma le due mettono insieme qualcosa come tre finali Slam in singolare (due Jas, una Sarita), cinque vittorie Slam in doppio Con tanto di Career Grand Slam per la Errani, e una finale al Roland Garros raccolta insieme. Numero 5 in classifica per entrambe, sebbene in tempi diversi, che solo all`apparenza appaiono lontani. Ma numero uno per Santa in doppio, specialità che vede Paolini fare da allieva prediletta. Da quando giocano insieme, e hanno subito imparato a gemellare i loro sorrisi, Jas&Sara hanno vinto a Roma e sfiorato il successo a Parigi. Ora c`è una finale olimpica, che vuol dire molto per loro e per tutti, ma che non cambierà il giudizio su questo connubio di tennis ed amicizia che ha reso più forte Jas e tolto gli anni a Sara. Le due esprimono, giocando, una loro filosofia, che sa di impegno comune e di divertimento, ed è irrorata dalle vittorie, certo, ma non solo da quelle, perché al centro hanno messo se stesse e la loro amicizia. Mina Andreeva ha 17 anni, è di Krasnojark. Diana Shnaider ne ha venti, ed è di Zigulevsk. Promettono molto, intendono salire in fretta la classifica. Mirrà è già al numero 17, allenata da Conchita Martinez. Diana, mancina, è ventiquattresima. Alte entrambe 1,75 sono nella fase in cui amano fare sfoggio dì una certa brutalità per dare sfogo alle loro energie. Non hanno, non conoscono, le sottigliezze del tennis delle due italiane, che Errani ha subito insegnato a Paolini. Il match si avvierà su questi binari, colpi duri senza paura da una parte, mosse e contromosse come su una scacchiera dall`altra. Punto sulle nostre, perché sarebbe una vittoria sacrosanta. E perché il tennis che le anima mi piace di più. […]

Musetti fa la storia. Oggi Sara e Jasmine (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

La bella corsa olimpica di Lorenzo Musetti finisce in gloria, con la medaglia di bronzo, 100 anni dopo l`unica azzurra nel 1924, sempre a Parigi, del barone Uberto de Morpurgo. Il Federer de noantri, arriva un po` stanco alla finale contro Felix Auger Aliassime e, dopo aver vinto un bel primo set per 6-4, nel secondo crolla di gioco e di intensità, rimanendo ingabbiato nell`angolo di sinistra, cedendolo 6-1 ed evidenziando i limiti con la prima di servizio. Ma poi reagisce, come sta facendo da fine aprile, aggiungendo al talento tennistico, concretezza e continuità anche di servizio e chiude meritatamente per 6-3. Lanciando la volata oggi alla straordinaria coppia Sara Errani-Jasmine Paolini che parte favorita nella finale per l`oro – per uno storico oro azzurro che ravviva ulteriormente il Rinascimento italiano – contro le giovani russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider. Sara e Jas, la stratega (già numero 1 del mondo della specialità e campionessa di 5 Slam con Roberta Vinci) che si esalta a rete e la solida colonna da fondo, quest`anno finalista al Roland Garros e a Wimbledon, giocano insieme dall`anno scorso proprio con l`obiettivo della medaglia a Parigi. Errani e Paolini cercano la conferma dopo la finale del Roland Garros e 3 titoli insieme, per il 22enne di Carrara Musetti il bronzo è l`emblema della svolta «È un momento storico per me e per il movimento, per la Federazione, perché la medaglia l`ha vinta il gruppo, dietro c`è il lavoro quotidiano di un team che mi supporta. Ho avvertito la stanchezza di quest`ultimo mese, ma ho fortissimamente voluto vincere e me lo merito appieno. Contro Aliassime non sono riuscito ad esprimermi al massimo, nel terzo set lui ha servito ancora meglio. Poi però ne sono uscito da giocatore, prendendomi i rischi che dovevo e trovando la soluzione. Tutto questo è un sogno, sto vivendo un momento felicissimo della vita e della carriera. Dopo 4 finali senza alzare un titolo, ci voleva un regalino dalle Olimpiadi. Mi sono sacrificato per la maglia, sono contentissimo di aver imparato dalla lezione contro Djokovic e di essere riuscito a reagire». […]

Sara e Jas benedette da Alcaraz (Davide Palliggiano, Corriere dello Sport)

Dopo di loro il sipario calerà e il Philippe Chatrier si trasformerà in una grossa arena per il pugilato. Le ultime medaglie saranno delle nostre azzurre, se saranno d`oro o d`argento, lo sapremo soltanto oggi pomeriggio. Sara Errani e Jasmine Paolini ci regaleranno la prima, storica medaglia olimpica nel tennis femminile. L`hanno pregustata ieri, prendendola con filosofia e leggerezza, per quanto possibile. Anzi, venerdì sera si sono concesse pure un giro notturno in bici elettrica per Parigi, tanto per dare un`occhiata alla Ville Lumière, che in questo periodo olimpico splende più del solito, addobbata ovunque coi cinque cerchi. Oggi la loro finale per l`oro sarà il terzo match sul centrale, subito dopo Djokovic-Alcaraz, che comincerà non prima delle 14. Le avversarie sono le russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider: 17enne di Krasnojarsk la prima, 20enne di Zigulevsk la seconda. […] Non avevano mai giocato insieme prima di Parigi 2024, sono arrivate fino alla finale e non hanno nulla da perdere, sia per una questione d`età (in due fanno quella di Sara Errani), ma anche sotto l`aspetto tecnico, visto che di fronte avranno una coppia, la nostra, fortemente affiatata, capace di battere – in casa – le francesi Parry/Garcia tutto il pubblico contro e poi passeggiare su britanniche e ceche nei quarti e in semifinale. Ieri le hanno studiate, ma senza accanirsi troppo. Sara un po` più nervosa: oggi è la sua ultima occasione di vincere una medaglia d`oro, stando a quanto ha detto. Non ci sarebbe da sorprendersi, però, se la dovessimo vedere anche tra 4 anni a Los Angeles. Jasmine, la vigilia l`ha vissuta più sorridente, leggera, ma consapevole del significato che avrebbe un oro per lei e ancor di più per la sua compagna. Si sono allenate sul campo 7, poco prima di Carlos Alcaraz, che preparava la finale per l`oro con Djokovic. Su Instagram hanno postato una foto con il campione spagnolo e la didascalia: «Molti fan vogliono farsi foto con me e Sara» ha scritto Jasmine. Tra i commenti, anche quello di Carlitos, che ha augurato al doppio azzurro “mucha suerte”. […]

Alcaraz-Djokovic, duello tra titani (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il giovane Ercole di Spagna che vuole tenere una volta di più lontano dal trono lo Zeus di Serbia. Dall`alto dei cieli, la finale maschile di Parigi consegna alla storia dei Giochi la partita che tutti volevano, il settimo episodio della saga tra Alcaraz e Djokovic (il bilancio è in parità, 3-3), la sfida che probabilmente d`ora in poi cambierà la prospettiva del tennis all`Olimpiade. […] Per gli annali, non si erano mai affrontate per il titolo la testa di serie numero uno e la numero due. Non solo: Novak, che guidava il seeding in assenza di Sinner, è il più vecchio finalista di sempre, e Carlos invece il più giovane. La più affascinante rivalità generazionale di quest`epoca, così, riverbera i suoi bagliori fino al consesso olimpico, avvolta pure dalla magia del Roland Garros. A Londra la finale non ebbe storia e il Djoker ne uscì travolto come mai gli era accaduto prima: «Ma qui siamo su una superficie diversa, questa settimana mi sto muovendo meglio rispetto a Wimbledon». Ma Carlitos, che in questo 2024 pare un invincibile purosangue, insegue un triplete da leggenda già riuscito a Nadal nel 2008: Roland Garros, Wimbledon e oro olimpico. Sfida tra Titani.

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