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Intervista a Micol Salvadori, campionessa italiana Under 14: determinata, anticonformista e decisamente simpatica

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Se esistesse una macchina del tempo in questo periodo sarebbe molto impegnata con il tennis. A partire dalla scorsa settimana quando in Svezia ci ha regalato una sfida Nadal-Borg, e pazienza se era il Borg sbagliato, per arrivare a questi giorni in cui, con un balzo di 10 anni, ha riportato all’onore delle cronache il torneo ITF femminile di Viserba (15.000$). L’ultima edizione risaliva infatti al 2014 quando vinse una ragazzina di nome Jasmine Paolini che, sempre cavalcando la macchina del tempo, ha appena vissuto un’estate che difficilmente potrà dimenticare. Onestamente non sappiamo se nel tabellone di questo torneo ci sia un’altra Paolini, ma sappiamo bene che nel primo turno di qualificazione abbiamo sentito venire dal campo  centrale un suono molto promettente.

Era quello della racchetta di Micol Salvadori che colpiva la pallina, affrontando la torinese Chiara Fornasieri. La quale, dall’altro dei suoi quasi 21 anni, faceva la figura della veterana rispetto alla sua 15enne avversaria. Ovviamente ha vinto 6-1 6-4 la tennista piemontese, ma noi ci siamo incantati a guardare Micol che pure era impegnatissima a sbagliare tutto quello che poteva sbagliare. Così a fine match abbiamo fatto due chiacchiere col suo allenatore Giuseppe Pastorino, impegnato a consolare l’allieva, promettendo di rivederci presto per un’intervista. Visto che il Circolo dove si allenano è vicino a casa, il presto è diventato prestissimo. L’Ozzano Tennis Club è una piccola struttura (quattro campi da tennis di cui due in terra e tre da padel, oltre ad una bella Club House) nel comune di Ozzano dell’Emilia, paese pedecollinare di 13.000 abitanti a pochi km da Bologna.

A metà mattina il sole picchiava già duro e confesso di aver passato buona parte dell’ora abbondante che mancava al termine della seduta di allenamento sotto gli alberi prospicenti la Club House. Il caldo asfissiante non sembrava invece frenare minimamente l’entusiasmo di Micol che in campo correva e saltava, apparentemente instancabile. E giunto l’orario stabilito, mentre il coach la invitava a raccogliere le palline lei non aveva alcuna intenzione di smettere: “Dai ti prego facciamo ancora qualche volée”, “No, abbiamo l’intervista e poi alle 15 la seduta di atletica”. “Ok, allora facciamo dei servizi”. “Ho detto di no, passa lo straccio ed esci”. In attesa che Micol finisse di pulire il campo (“regole della casa” ride Pastorino) il coach mi dice: “Ogni volta è così. Non smetterebbe mai di allenarsi, bisogna sempre farla uscire a forza. Diciamo che la ragazza è un po’ testarda (ride, ndr). Io riesco a gestirla proprio perché lavoriamo assieme da tanto tempo, fin da quando aveva sette anni e iniziammo a collaborare al CT Bologna”.

“Beh dai, il sogno di ogni allenatore”

“Sicuramente è una ragazza che ti dà molte soddisfazioni. Considera che lei fa due ore al giorno per la parte tecnica e poi nel pomeriggio c’è la parte atletica. E ogni giorno, accompagnata dalla madre, fa più di 70 km per venire al campo. Un clamoroso esempio di dedizione”.

“Prima parliamo un attimo del tuo percorso”
“Io ho lavorato dal 2009 al 2021 al CT Bologna (i mitici Giardini Margherita), con un breve periodo in cui si collaborò con la Virtus per cercare di creare assieme un forte gruppo agonistico. Ma il progetto non decollò mai veramente per cui al CT Bologna creammo lo ‘Junior Team’ da cui sono uscite tre ragazze che hanno poi avuto classifica WTA e tanti, maschi e femmine, che hanno raggiunto la seconda categoria. Poi col Covid il progetto si arenò proprio mentre io desideravo fare altre esperienze visto che nei club avevo già ricoperto ogni ruolo. Così mi licenziai e nel 2021 cominciai a seguire come coach Arianna Zucchini (best ranking n.540 WTA, ndr). Poco dopo arrivò la proposta di Ozzano che voleva la mia consulenza tecnica. Dopo poco più di un anno, nell’ottobre 2023, si sono create le condizioni per rilevare la gestione di tutta la scuola tennis. Adesso abbiamo una bella struttura con un centinaio d’iscritti, di cui 20 nell’agonistica, i corsi per gli adulti etc. Insomma non posso lamentarmi. Certo che dirigere una scuola è diverso dal fare il coach. Così mi ha fatto piacere mantenere il mio impegno con Micol e con Francesco Rastelli, un ragazzo molto promettente”.

“Niente attività giovanile per Micol?”

“Lei non ne vuole sapere, ha fretta di salire anche se io cerco sempre di mediare e di proporre un programma che definirei ibrido. L’anno scorso comunque ha fatti alcuni tornei giovanili ed era andata molto bene (vittorie a Porto San Giorgio, Pavia e Correggio) vincendo anche il campionato italiano Under 14. Solo che non facendo i tornei junior si rischia di perdere un po’ i contatti con la Federazione ed è un peccato, proprio perché la Federazione sta facendo un bellissimo lavoro e ti può aiutare tanto con sovvenzioni che con wild card. Ma sono convinto che ci ritroveremo lungo il cammino, nel frattempo però dovremo cercare uno sponsor privato.”

Intanto arriva Micol. “Buongiorno Micol, presentati per i nostri lettori”

“Ho 15 anni, sono alta 1,85, vivo a metà strada tra Bologna e Firenze e amo appassionatamente il tennis”.

“Subito dritta al punto eh? Rispetto alle tue coetanee come ti senti?”

“In realtà non mi paragono mai alle mie coetanee, guardo sempre più in alto. Inseguo i miei sogni e con Beppe siamo molto focalizzati sugli aspetti da migliorare e ogni giorno impostiamo assieme l’allenamento (Giuseppe ride e alza gli occhi al cielo, ndr). Quindi non guardo tanto quello che fanno le altre che spesso sono più basse di me, con un diverso baricentro e quindi con problemi biomeccanici del tutto diversi”.

“Scusa se ti interrompo Micol, ma in realtà ti chiedevo rispetto ad una coetanea che non gioca a tennis. Le invidi qualcosa?”

“Assolutamente no. Forse loro mi considerano un po’ asociale e tutto sommato hanno anche ragione (ride, ndr). Ma per me non esistono vacanze, discoteca, ragazzi. Le mie vacanze sono su un campo da tennis e sono vacanze felici.”

“Lo guardi anche il tennis?”

“Sì mi capita, così analizzo i colpi e le strategie”

“Non stacchi mai eh? A chi assomigli o a chi vorresti assomigliare?”
“Mi piacerebbe assomigliare alla Sabalenka ma vorrei anche avere il servizio della Ribakina. Ma in realtà il mio primo idolo fu senza dubbio la Sharapova”

“Mi sembri molto concentrata su quello che fai. Pensi che la motivazione rimarrà la stessa anche tra qualche anno?”

“Credo che la cosa importante sia la disciplina più che la motivazione. Puoi avere una grande motivazione ma ad es. svegliarti una mattina ed essere stanca perché il giorno prima hai fatto allenamenti molto duri. Sarà la disciplina che ti porterà sul campo. Io l’ho detto a Beppe quando avevo sette anni: fino a che non otterrò risultati nel tennis non mi interessa avere una vita sociale, un fidanzato…nient’altro” (Giuseppe ride “io ho paura di questa donna” e ride di nuovo mentre la mamma ascolta dal tavolo vicino, ndr).

“Stai volutamente esagerando per fare notizia?”

“Per niente, intanto mi sono tagliata i capelli cortissimi…da maschiaccio (ride, ndr)”

“Mi diceva Giuseppe che non ti interessa l’attività junior”

“Si mi interessano di più i tornei professionistici per arrivare a prendere il prima possibile un ranking WTA. Non è che sia andata male quando li ho giocati ma ad esempio non sopporto che chi vince in doppio prenda gli stessi punti di chi vince in singolare. E poi girare per ITF è anche molto costoso, allora tanto vale spendere per un 15.000$. Sono convinta che questa sia la strada giusta”

“Sono già due i punti in comune con Sinner: il discorso sulla disciplina e il fatto di aver fatto poca attività giovanile”

“Magari!” Rispondono in coro Micol e Giuseppe.

“Giocare solo con i pro ti porterà a disputare meno partite e, probabilmente, a perderne molte”
“Lei è preparata a questo (risponde Giuseppe). Le piace molto allenarsi e dalle sconfitte trae stimoli. Dopo aver perso a Viserba mi ha subito detto che dovevamo lavorare su questo, su quello”.

“La tua superfice preferita?”
“Il veloce, preferibilmente indoor. Penso di avere un ottimo uno/due.

“Scuola?”

“Ho iniziato il liceo delle scienze applicate. Per l’anno che è appena finito mi hanno dato l’opportunità, in quanto atleta di interessa nazionale, di lavorare da casa e nel mio giorno off andavo a seguire di persona. Ma l’anno prossimo seguirò i corsi online perché è quasi impossibile coniugare le due attività.”

“Cosa hai fatto con la nazionale?”
“Qualche torneo di Tennis Europe, la Summer Cup e poi da quando ho 11 anni sono sempre stata convocata a Formia per il raduno nazionale.

“Amici/amiche nel circuito?”
“Direi Giulia Tozzola che talvolta viene anche qui ad allenarsi con me. La mia migliore amica in ambito tennistico…anzi direi l’unica (ride, ndr).

“E i tennisti maschi? (intanto le faccio qualche nome di atleti juniores)
“Sai che non conosco nessuno di quelli che hai detto? (Ride e forse un po’ arrossisce, ma probabilmente mi sbaglio). Quando sono a un torneo esistono solo campo da tennis, ristorante e poi a nanna presto. Alle 20 dormo”.

“Prima di addormentarti ti piace leggere?”
“Moltissimo. Gialli o thriller, adesso ho appena comprato una serie di 12 libri con protagonista Ulysses Moore. Ogni sera leggo una mezzoretta. Mi aiuta a rilassarmi.”

“Netflix?”

“Noi a casa non abbiamo la TV. Abbiamo giusto un monitor per qualche collegamento streaming, ma niente di più.

“Forse perché in mezzo ai monti non c’è segnale (rido, ndr)

Esatto (ride anche lei, ndr), pensa che talvolta quando telefono a Beppe mi cade la linea…e ancor peggio è quando invece della linea cade la neve. Questa è l’unica ragione per cui può capitarmi di saltare un allenamento. Qualche volta mi sono svegliata con un metro di neve”.

“Pratichi qualche altro sport?
“No. Mi piacciono molto i cavalli ma non ci salgo perché i cavalli sono spesso imprevedibili e non posso correre il rischio di farmi male. Preferisco stare coi piedi per terra”.

“A proposito di piedi per terra, ti piace viaggiare?”
“Sì l’aereo non mi dispiace, meglio della nave”

“Con l’inglese come va?”

“Sono praticamente bilingue perché mia madre è di origine americana e fino ai quattro anni mi ha parlato solo in inglese”.

“Ti piace la buona cucina?”
“Tantissimo (ride, ndr). Adoro le verdure fin da quando andavo alla materna (la dichiarazione è accolta con una risata generale, ndr).

“Sei davvero particolare sai? Alla materna tutti odiano le verdure.

“Beh, io mangiavo le verdure che gli altri bimbi lasciavano nel piatto”.

“I tuoi genitori cosa fanno?”
“Mia madre è la mia tassista personale (70 km andare e altrettanti al ritorno) e accompagnatrice (ride, ndr) mentre mio padre lavora nelle poste.”

Fatti gli auguri di rito e salutati Micol, coach Pastorino e la mamma, mentre tornavo a casa ridevo tra me e me. Devo confessare che raramente mi è capitato di parlare con una persona così genuinamente entusiasta e fuori dagli schemi. Un’autentica ventata di freschezza nei 35 gradi di una sempre più assolata Bologna. Non posso sapere se Micol riuscirà a coronare i propri sogni, se supererà indenne le svolte e gli imprevisti che la vita ti propone, ma so per certo che se c’è una che lo merita, quella è lei.

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