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WTA Palermo, Zheng: “Dopo l’Australian Open, non avevo più voglia di combattere”

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Dal nostro inviato a Palermo

E’ il suo torneo: al Country Time Club ha trovato il primo accesso ad un tabellone principale del circuito WTA nel 2021, due anni dopo ha messo in bacheca il primo titolo della sua carriera. Qinwen Zheng è ormai di casa al Palermo Ladies Open, dopo aver confermato il trionfo di un anno fa battendo Karolina Muchova si è presentata in sala stampa con il sorriso stampato sul viso e le braccia strette sul trofeo.

D. Paolo Vannini, Corriere dello Sport: Complimenti naturalmente, allora Palermo ha veramente qualcosa di speciale perché riesce sempre a dare il meglio. Credo che la partita di stasera sia stata molto difficile perché Muchova ha giocato un gran tennis. Hai vinto un po’ come hai vinto l’anno scorso contro Paolini, soffrendo un po’ nel secondo set e poi dando il meglio nel terzo.

Qinwen Zheng: “Sì, in effetti sembra un po’ di rivivere lo scorso anno quando ho giocato con Paolini. Jasmine è davvero un’ottima giocatrice che ha fatto veramente tanti miglioramenti, ma anche Muchova è stata veramente un’avversaria ostica anche perché è arrivata alla finale del Roland Garros che è un importante torneo. Quindi, non è stato semplice“.

D. Guido Fiorito, Giornale di Sicilia: Qual è stata la tua tattica, cercare di fare muovere il più possibile l’avversaria?

Qinwen Zheng: “Non è stato per niente facile. Nel primo set, per esempio ho avuto un inizio un po’ duro, difficile. A volte non sono riuscita a concretizzare dei colpi come avrei voluto. La mia avversaria è stata molto brava a variare il suo gioco, anche perché è molto brava a presidiare la rete. Quindi, per esempio ha utilizzato molti drop shot. Non è stato semplice, anche nel terzo set ho avuto la possibilità di essere avanti. Ero 3-0, invece non riuscita neanche lì a concretizzare. Quindi non è stato semplice, però alla fine è andata bene“.

D. Cipriano Colonna, Ubitennis: Congratulazioni intanto. Pensi che alla fine l’aspetto determinante per vincere questa partita sia stato quello fisico visto che lei ha trascorso quasi il doppio delle tue ore in campo nei turni precedenti?

Qinwen Zheng: “E’ una cosa completamente diversa, a seconda della superficie dove gioco perché qui sulla terra ho dovuto cercare di praticare la pazienza e cercare anche di essere costante nel mio gioco. Per esempio, ho il ricordo di un match importante al Roland Garros dove lì veramente ha contato molto il fisico però ho capito una cosa, che quando gioco sulla terra rossa devo essere paziente. Quindi, cercavo veramente di praticare un po’ la pazienza, di aspettare il momento giusto. Non è come giocare sull’erba che puoi magari chiudere il punto in maniera più rapida, più veloce. Qui bisogna attendere, attendere il momento giusto“.

D. Alessia Anselmo: Complimenti intanto per essere di nuovo la regina di Palermo. E’ stato un test importante in vista di Parigi, adesso la tua preparazione è ad un livello molto più alto rispetto alla vigilia di Wimbledon?

Qinwen Zheng: “Intanto sono molto felice di andare a Parigi. E’ la prima volta che rappresento la Cina, quindi sono veramente molto eccitata di quest’esperienza che mi aspetta. Anche se si gioca sulla stessa superficie, non è tutte le volte la stessa cosa perché dipende da molti fattori. Dipende anche dall’atmosfera, dipende dai campi. Quindi non è mai lo stesso, anche se si gioca sulla stessa superficie. Intanto per me è stato un grande cambio, perché venivo dall’erba quindi essere qui a Palermo e poterci giocare di nuovo è stato speciale ma mi dovevo di nuovo adattare a questa superficie che però già conoscevo. Quindi, ho cercato di trovare il mio gioco e spero veramente che questo successo a Palermo possa essere veramente un preludio di una bella Olimpiade“.

D. Alessia Anselmo, All’inizio del torneo avevi detto, so che fuori dalla Cina non ho il supporto del mio pubblico. Spero di avere anche solo un 10% di tifosi che facciano il tifo per me. Hai avuto un campo intero, anzi tutte e due le tribune che facevano il tifo per te. Insomma, anche questo è stato un successo.

Qinwen Zheng: “Sì, è vero. Mi hanno supportato tantissimo, questa sera c’era un bambino che ad ogni punto mi diceva ‘Ti adoro, ti adoro’ e quindi per me è stato strano. Io ero focalizzata, però sentivo questo bambino che a ogni punto mi supportava e quindi la cosa mi faceva piacere e anche un po’ ridere. A me piace molto giocare qui in Italia e penso che voi italiani abbiate un sangue caldo. Siete molto passionali ed esprimente i vostri sentimenti e il vostro entusiasmo. E questo, devo dire, mi piace molto. E’ una cultura di tipo diverso rispetto alla mia che magari è un po’ più timida, diversa dalla vostra“.

D. Paolo Vannini, Corriere dello Sport: L’anno scorso dalla vittoria di Palermo è cominciata una sua scalata irresistibile. Hai vinto un altro torneo in Cina, sei arrivata in finale all’Australian Open. Poi hai avuto un periodo di calo, l’hai detto anche tu. Dove pensi di poter arrivare adesso, dopo questa vittoria di Palermo, a quali traguardi speri di poter raggiungere?

Qinwen Zheng: “Quindi sì, è vero ho raggiunto questi grandi successi con Palermo. Ma dopo appunto l’Australian Open, ho avuto un periodo dove non avevo quasi più voglia di combattere e questo me le sono portato per un po’ di tempo. Qui a Palermo penso di avere ritrovato, anche grazie a questa vittoria, questa voglia di essere combattiva, di combattere e quindi penso che questo mi possa veramente aiutare. Non c’entra molto essere potenti, cioè nel tennis non basta solo il fisico, la potenza ma ci vuole anche qualcos’altro quindi essere volitivi ma anche il mentale. Essere focalizzati e quindi una condizione, non solo fisica ma anche mentale. Per esempio Paolini magari non ha un fisico incredibile. Non è alta, non è potente però è una giocatrice veramente eccezionale perché ha dell’altro. Cioè, compensa magari un fisico non alto o una non eccezionale potenza con altre caratteristiche come ad esempio una condizione mentale e un approccio anche al gioco molto volitivo. Quindi una voglia di lottare punto su punto e di vincere“.

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