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Campi da tennis a Cologna, il Comune di Trieste apre al rifacimento. Ma gli atleti restano cauti

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Campi da tennis a Cologna, il Comune di Trieste apre al rifacimento. Ma gli atleti restano cauti

TRIESTE Sei mesi dopo la lettera inviata al Comune da trenta atleti, in cui si denunciava la «situazione di degrado» delle strutture di Campo Cologna, per l’impianto polisportivo di via Amendola forse si muove qualcosa. La missiva dello scorso dicembre conteneva un copioso elenco di malfunzionamenti e criticità, dalle docce al riscaldamento fino alle pessime condizioni dei campi da tennis. Alcuni punti sono stati risolti, altri sono prossimi a un miglioramento: Elisa Lodi, assessore comunale ai Lavori pubblici, rivela che il rifacimento dei campi da tennis è stato inserito nella variazione di bilancio di luglio, che verrà presentata oggi, martedì 16 luglio, in sala Giunta.

Eppure le rimostranze dei frequentatori di Campo Cologna non si placano. E, in prospettiva, la situazione appare appesa a un fragile equilibrio, minata da una serie di fattori strutturali che impediscono all’impianto di recuperare il lustro che merita.

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Il modo migliore per comprendere cosa sia cambiato dalla sollecitazione degli atleti di dicembre a oggi, è seguire passo per passo l’elenco contenuto nella lettera. Prima però è necessaria una premessa: il “G. Draghicchio” – che si estende sulla sommità di via Commerciale e include, oltre ai tre campi da tennis coperti, una pista di atletica e un percorso campestre – è di proprietà del Comune e da 27 anni è in affidamento alla Uisp (Unione italiana sport per tutti), associazione cui spetta la manutenzione ordinaria. Proprio da qui partiva la lista degli atleti: le docce che «molto spesso non funzionano» e gli spogliatoi maschili con la tinteggiatura dei muri rovinata. La Uisp afferma di aver provveduto a un intervento sull’impianto dell’acqua. Anche se Cristiana Mezzena, portavoce degli atleti e promotrice della lettera, continua a sottolineare il deficit di pulizia delle docce.

Poi si arriva ai campi da tennis, la cui pavimentazione è visibilmente compromessa. Un rapido sopralluogo nel padiglione che ospita i terreni da gioco – tuttora utilizzati ogni giorno da decine di persone – conferma l’impressione di logoramento, già accertata con un parere tecnico a maggio del 2023. Il terreno è slabbrato in più punti, i granuli in gomma sono consumati, mettendo a repentaglio il grip con le scarpe e quindi la sicurezza dei giocatori. Ma è tutto il padiglione ad apparire obsoleto: parte della copertura esterna è stata strappata dal vento, oltre metà ha assunto un colorito marrone a causa dell’esposizione al sole.

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«La sostituzione del manto erboso – conferma l’assessore Lodi – verrà approvata nella variazione di bilancio di fine luglio». Benché la notizia sia stata accolta con favore dagli atleti e dalla Uisp, il problema in questo caso è dato dalle tempistiche: i lavori difficilmente partiranno ad agosto, scalando al prossimo autunno e finendo per sovrapporsi alla ripresa della stagione sportiva. «È l’unica attività da cui incassiamo», commenta il responsabile Uisp degli impianti Graziano Pauletich, preoccupato delle conseguenze del futuro cantiere.

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Anche sul funzionamento «a singhiozzo» dell’impianto di riscaldamento, la pur lieta notizia di un intervento si accompagna a qualche perplessità. «Abbiamo sostituito la caldaia questa primavera», ribadisce l’assessore Lodi. Ma una parte degli atleti fa notare che «quando piove il sistema continua a non funzionare». Va meglio invece per gli ultimi punti sollevati nella lettera dello scorso dicembre: la pista di atletica è stata «perfezionata» e il progetto esecutivo per rifare l’illuminazione «andrà a breve in gara», puntualizza Lodi.

Insomma, il quadro è in evoluzione, con alcune note positive e altre per le quali bisognerà attendere l’esito finale dei lavori. C’è però, come si diceva, un ostacolo a monte che grava su Campo Cologna. «Le concessioni a tempo limitato – afferma il presidente della Uisp Eugenio Bevitori – ci hanno sempre legati alla contingenza, impedendo lo sviluppo di progetti a lungo termine». E si fa sentire la mancanza di un dialogo fecondo fra i soggetti coinvolti – Comune, Uisp e atleti – che faccia gli interessi dell’impianto polisportivo.

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