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Wimbledon donne, Day 4: ancora una delusione Slam per Jessica Pegula

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La giornata soleggiata di Londra (anche se piuttosto fresca e con un vento sensibile), ha consentito agli organizzatori di recuperare i ritardi, riallineando la situazione al programma originario.

Il day 4 di Wimbledon ci ha dato ulteriori informazioni sulle giocatrici più accreditate. Sono avanzate in modo sicuro Swiatek (contro Martic, trovate la cronaca a parte), Jabeur (contro Montgomery), Collins (contro Galfi) e Ostapenko (contro Snigur).

Ha faticato invece Elena Rybakina contro Laura Siegemund (6-3, 3-6, 6-3), ma non avendo visto molto del suo match non sono in grado di capire se si tratti più di meriti di Laura o di demeriti di Elena. A oggi delle principali favorite mi sembra quella meno brillante, ma fino a che riesce a passare i turni può sempre sperare di trovare la forma strada facendo.

Ma soprattutto abbiamo assistito alla caduta di un consistente numero di teste di serie. Devo anche dire che non definirei sorprese certe sconfitte; anzi, a mio avviso alcuni risultati erano perfino prevedibili. Per esempio, visto lo stato di forma attuale, pensavo che Yulia Putintseva partisse leggermente favorita contro la testa di serie n. 27 Katerina Siniakova, ed effettivamente è riuscita a prevalere in 3 set (6-0, 4-6, 6-2). Quello che era meno prevedibile era il divario del primo set: 24 punti a 3, una situazione che ha ricordato il golden set di Shvedova contro Errani (sempre a Wimbledon, nel 2012).

E’ caduta anche la testa di serie numero 32, Katie Boulter, al tiebreak del terzo set contro la connazionale Harriet Dart (4-6, 6-1, 7-6). A volte i “derby” finiscono con esiti a sorpresa, ma non so se questo risultato sia una fortuna per il tennis inglese. Perchè credo che Boulter avrebbe avuto più possibilità di avanzare nel torneo (magari sbaglio e Dart vincerà questo Wimbledon).

Pensavo anche che Bernarda Pera avrebbe potuto dare qualche grattacapo a Caroline Garcia, ma non fino al punto di batterla (3-6, 6-3, 6-4). Questa sconfitta di Garcia è però in linea con il suo curriculum negli Slam. In tutta la carriera Caroline vanta una sola semifinale (US Open 2022) e a Wimbledon non è mai andata oltre il quarto turno. Per una giocatrice che ha vinto le WTA Finals e con un best ranking da numero 4 (nel 2018 e nel 2023), non è moltissimo.

Lo stesso ragionamento vale, se possibile in modo ancora più marcato, per Jessica Pegula. Capace di salire fino al numero 3 del ranking, quasi stabilmente in Top 5 da diverse stagioni, però mai in grado di superare i quarti di finale in un Major. Oggi ho seguito il suo match contro Wang Xinyu per intero da bordo campo. L’avevo scelto per diverse ragioni. Un po’ perché non ero così convinto che per Jessica sarebbe stata una passeggiata, un po’ perché ero curioso di vedere a che punto era arrivata Wang dopo che l’ho incrociata da junior nel 2018 (l’anno delle 2001, con il torneo vinto da Swiatek), e che negli ultimi tempi è salita in classifica (oggi è numero 42).

Pegula al primo turno aveva vinto in scioltezza contro Ashlyn Krueger (6-2, 6-0) ma oggi la sua sicurezza era svanita. Al punto che dopo qualche game del suo match ho cominciato a pensare: “se esistesse una appassionato di tennis che non conosce queste giocatrici e gli chiedessimo quale è la numero 5 del mondo e quale la numero 42, sono sicuro che invertirebbe i nomi”.

Poi però ho anche pensato: “ecco, Pegula sta giocando male, ma la partita è ancora in parità. Appena migliora un pochino, farà la differenza.” E invece a migliorare è stata Wang. Break al settimo gioco e primo set vinto per 6-4.

Nel frattempo ho cominciato a misurare tutti i progressi di Wang. Dopo il suo passaggio tra le professioniste aveva messo in mostra un tennis scarno, basato sui colpi al rimbalzo in topspin. E invece eccola nel 2024 capace di sostenere anche scambi con lo slice (non solo di rovescio, ma anche di dritto), di variare con la palla corta, e comunque di giocare spesso molto profondo. E contro la Pegula di oggi, ogni palla che atterrava nell’ultimo metro di campo rischiava di diventare punto.

Vinto il primo set, Wang ha attraversato la classica fase di rilassamento, e ha perso la battuta in apertura di secondo set: 2-0 Pegula. Poteva essere l’inizio del rovesciamento di fronte, e invece Xinyu ha saputo rimettersi in carreggiata, rientrando sul 4-4. A questo punto sul campo 3 ha cominciato ad aleggiare lo spettro della sconfitta a sorpresa. Pegula ha subito rischiato grosso quando si è trovata sotto 15-40, ma al termine di un game chilometrico ha tenuto la battuta. Ma l’ha comunque persa sul 5-5. E così si è arrivati sul 6-4, 6-5 e servizio; tutto per Wang.

Ma che non sarebbe stato semplice per Xinyu chiudere la partita, lo si è capito subito: ha aperto il game con un doppio fallo e ha concesso il controbreak con un altro doppio fallo. Tiebreak. Altra fase punto a punto, sino al match point fallito da Wang con un rovescio scentrato e finito largo. Morale: tiebreak vinto da Pegula per 9 punti a 7. Un set pari e terzo set decisivo.

Di nuovo per Jessica poteva essere l’occasione per sistemare le cose e invece Wang è rapidamente salita sul 5-0. E finalmente, al terzo match point, è riuscita a vincere: 6-4, 6-7 (7), 6-1.

Pegula aveva vinto sull’erba il torneo di Berlino un paio di settimane fa (battendo Gauff, Kalinskaya, Siniakova e Vekic) ma i prati di Wimbledon sono più pesanti da affrontare. E così l’appuntamento con uno Slam da protagonista è ancora rimandato.

Su Wang aggiungo ancora due osservazioni. La prima: l’avevo seguita in questa intervista allo US Open 2023, e mi aveva sorpreso per la franchezza con cui aveva parlato delle difficoltà che aveva incontrato nel passato per trovare gli allenatori giusti, arrivando a raccontare nel dettaglio i danni che le avevano fatto. Esprimersi in questo modo a poco più di vent’anni non è proprio una cosa scontata. Ma lei aveva spiegato: “voglio condividere le mie esperienze negative con altre giovani giocatrici”:

Seconda osservazione: una giocatrice della sua altezza (1,82) secondo me deve servire meglio. Non solo in termini di velocità assoluta, ma anche in termini di varietà. Contro Pegula ha servito praticamente sempre la stessa palla, e quando nel secondo set sono arrivati i momenti di maggiore tensione, dalla battuta ha ricavato pochissimo. Anzi, in alcuni frangenti sembrava quasi un handicap. Su questo colpo ci sono notevoli margini di miglioramento. Per riuscire a crescere ancora nel ranking penso non potrà farne a meno.

Infine la solita chiusura dedicata alle wild card eccellenti. Uscite Osaka e Kerber. l’unica impegnata oggi era Caroline Wozniacki. Di fronte alla testa di serie numero 30 Fernandez ha lottato strenuamente, ha salvato due match point e ha finito per vincere 6-3, 2-6, 7-5. Tipico della Caroline di una volta. La ritrovremo al terzo turno, contro Elena Rybakina.

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