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Wimbledon: a Musetti il secondo derby azzurro, Darderi sconfitto al quinto

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[25] L. Musetti b. L. Darderi 6-4 4-6 6-7(5) 6-4 6-4

Altro giorno, altro derby, altre quattro ore di gioco, questa volta nella bolgia del campo 4. Chiunque associ l’idea di Wimbledon a quella del gioco nel silenzio più assoluto, sicuramente non è mai stato sui campi 4-5-6-7 di Wimbledon: una baraonda assoluta, con gente che si muove continuamente a due passi dai giocatori che tentano di servire o rispondere, quanto di può lontano ci può essere all’idea concettualizzata dell’ambiente perfetto per giocare a tennis.

Lorenzo Musetti è venuto fuori da una partita che all’inizio del quarto set sembrava aver preso una direzione diversa da quella del giocatore di Carrara, più impegnato ad autoflagellarsi che a trovare una strada per rientrare nella partita. Poi forse l’inesperienza, forse la scarsa abitudine all’erba, è costata a Darderi un break a metà del quarto set che ha fatto cambiare la direzione della partita. Poi Musetti è stato abilissimo a proteggere i suoi turni di battuta, soprattutto nel quinto set, quando ha ceduto solo una manciata di punti mettendo a segno quattro ace e quasi l’80% di prime di servizio.

LA PARTITA – Primi cinque giochi dominati dalla battuta, prima che Musetti faccia pesare un po’ la sua maggiore esperienza sull’erba manovrando con il rovescio tagliato. La palla del 4-2 per il toscano viene annullata da un bel servizio di Darderi, che però comincia a faticare sempre più sulla sua battuta.

Sul 4-5 un cattivo rimbalzo nel primo punto e un brutto gratuito di rovescio inguaiano Darderi con un 15-40 che vale due set point. Il secondo è quello buono e Musetti incamera il primo parziale per 6-4.

L’italo-argentino aumenta la pressione da fondo, ma Musetti rintuzza bene gli attacchi e tiene il game iniziale del secondo set salvando una palla break. Darderi continua a faticare alla battuta, impiega 18 punti ad acciuffare l’1-1 in un game molto lottato con cinque palle break, una delle quali messa malamente in rete da Musetti su un rovescio da distanza ravvicinata.

Ma sullo slancio di quel game Darderi prende in mano le redini della partita e infila quattro giochi consecutivi fino al 4-1 pesante. Musetti riesce a evitare l’1-5 con un gioco magistrale fatto di due risposte vincenti e una smorzata di diritto, ma due break di svantaggio si dimostrano una montagna troppo alta da scalare e allo scoccare dei 90 minuti di gioco il punteggio è di un set pari.

Due game contro il servizio in abbrivio di terzo parziale non rompono l’equilibrio, che rimane anche quando Musetti si ritrova con una chance del 4-2, cancellata ancora da una battuta.

Il match è in grande equilibrio, si arriva al tie break che viene deciso da un paio di centimetri. Musetti mette in rete una volée su un passante probabilmente destinato fuori, poi recupera il mini break vincendo uno scambio da fondocampo, ma sul 5-6 commette doppio fallo regalando il set all’avversario.

Mentre Darderi esce dal campo per andare alla toilette, inizia lo sproloquio di Musetti che diventa sempre più nervoso. Darderi viene fuori da un primo game complicato (12 punti e una palla break) e inizia in vantaggio il set. Sembra essere il giocatore con in mano il match, ma si incarta da solo sul 2-2: chiede un challenge di una palla innocua allungando il game ai vantaggi e poi finisce per commettere doppio fallo sulla palla break dopo aver tirato una racchettata al porta-asciugamano.

Musetti coglie l’opportunità e scatta sul 4-2, gestendo il vento (che dopo un po’di tregua ha iniziato di nuovo a digitare soffiare) e i suoi nervi. Darderi riprende la scia, ma il disastro combinato al quinto game non può essere riparato e dopo 3 ore e 10 minuti si arriva al quinto set.

Darderi esce bene dal primo game, annullando una palla break, ma sul 2-2 una volée in rete dà il vantaggio a Musetti, che pare maggiormente in controllo negli scambi soprattutto sulla diagonale rovescia.

L’ombra della tribuna inizia ad avanzare sul lato lungo del campo aggiungendosi al vento nella lista di situazioni da gestire. Musetti è decisamente più aggressivo da fondo e approfitta delle risposte piuttosto morbide, soprattutto di diritto, da parte di Darderi che gli permettono di entrare nel campo.

Da quel punto in poi Musetti è un cecchino al servizio, non lascia che le briciole all’avversario, e al secondo match point può chiudere la contesa dopo tre ore e 42 minuti.

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