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Wimbledon: Sinner e Berrettini hanno dato vita a uno show storico e memorabile. Un splendido spot per il tennis italiano

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Scandalizzerò i tifosi più snob che si vantano di seguire il tennis senza farsi minimamente influenzare – e non dico condizionare – dal proprio passaporto, ma io confesso che ieri notte – sto scrivendo che sono le 3,30 del mattino – mi sono sentito orgoglioso di essere italiano e dello straordinario spettacolo tennistico che hanno offerto per tre ore e tre quarti i due nostri tennisti più titolati, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, sul più prestigioso palcoscenico tennistico della storia e del mondo. E’stato uno splendido spot per tutto il tennis italiano. Sarebbe stato degno di un quarto di finale del torneo, se non di una semifinale. Tutti gli altri incontri della terza giornata dei Championships ne sono stati oscurati.

Mentre seguivo la partita a pochi passi da loro, mi sentivo un vero privilegiato. Come avevo già scritto ieri non era mai successo in 137 edizioni dei Championships (1877-2024) che due tennisti italiani fossero stati “insigniti” del ruolo di protagonisti sul centre court e con una audience mondiale.

Guardavo estasiato, con gli occhi di chi da bambino aveva sognato di giocare a Wimbledon, i nostri due campioni che offrivano uno spettacolo superbo, mentre l’inviato di un centinaio di Slam e dei Masters di golf, Art Spander del San Francisco Chronicle mi messaggiava fra primo e secondo set  dalla California rallegrandosi con me – che non ho alcun merito – per lo show interpretato dal n.1 del mondo del 2024 e del finalista di Wimbledon 2021: “You must be incredibly happy Ubaldo to be able to watch this historical duel between two Italians on centre court”.

Non credo ci sia bisogno di traduzione. E poco prima di sedermi sugli scranni del centrale, un altro veterano del giornalismo internazionale, Richard Evans, forse l’unico giornalista di tennis vivente che abbia seguito più Slam del sottoscritto, mi diceva: “Ma che succede? In ogni campo dove vado in questi giorni c’è un tennista italiano che sta giocando…, ma quanti giocatori avete?! E sono poi tutti giovani e tutti bravi”.

Beh, dopo aver vissuto per 45 anni (su 50) da giornalista costretto a spiegare più sconfitte che a raccontar vittorie, sto vivendo un cambiamento epocale non da poco. Quindi con grande soddisfazione. Era l’ora. Lasciatemi godere.

La “prima” assoluta di due campioni italiani sul mitico centre court nella centotrentasettesima edizione dei Championships non poteva essere per me più bella, intensa, combattuta, emozionante. Merito di entrambi, direbbe monsieur La Palisse, ma io direi soprattutto di Berrettini perché mentre che Sinner fosse in grado di giocare ad altissimo livello lo si poteva francamente presumere – altrimenti non avrebbe perso soltanto 3 partite su 42 quest’anno – invece per Berrettini le incognite non mancavano, non era per  nulla un fatto scontato.  Matteo aveva saltato tutta la stagione della terra rossa sugli appuntamenti prediletti, Roma e Parigi, per prepararsi al meglio per i tornei sull’erba. Quelli dove ha colto i risultati di maggior prestigio. Ma dopo la finale raggiunta a Stoccarda (e persa con Draper) c’era stata la sconfitta con Giron a Halle che non ci aveva davvero rassicurato sulle sue condizioni di forma.

Invece il Berrettini che ho visto contro Sinner, al di là dei 28 ace che ci tranquillizzano sullo stato dei suoi muscoli addominali, mi è parso vicinissimo a quello che qui a Wimbledon ha perso solo dai numeri uno del mondo, Djokovic nel 2021, Alcaraz lo scorso anno (e ora Sinner)E nel 2019 perse da Federer che avrebbe poi mancato quei due famosi matchpoint nella finale con Djokovic, altrimenti si sarebbe potuto dire che Berrettini ha sempre perso a Wimbledon non solo da chi era n.1 ATP, ma anche con chi avrebbe poi vinto il torneo.

Un Berrettini così in palla, nei colpi ma anche nel fisico perché ha vinto anche scambi prolungati, onestamente non me lo aspettavo.

Il rimpianto per questo sfortunato sorteggio è cresciuto esponenzialmente. Questo Berrettini era almeno da quarti di finale. E da n.2 di una squadra in grado di rivincere la Coppa Davis.

Jannik era certamente sincero quando ha detto: “Un Matteo che gioca così tornerà presto sulle classifiche che aveva raggiunto, peccato non essersi incontrati più avanti, nei quarti, in semifinale, magari anche in finale”.

Non era un discorso ruffiano, tipo quelli che rivolge sempre agli spettatori dei suoi incontri, si vedeva che lo pensava davvero.

In 225 minuti di tennis di alto livello era impossibile che non ci fossero anche errori evitabili, e magari chi ha visto la partita bello rilassato su un sofà davanti alla tv, avrà fatto più caso a qualche momento più “basso” di Sinner che alle tante prodezze che hanno invece entusiasmato chi era seduto fra i privilegiati del centre court.

Cominciamo col dire che già un match che per tre quarti, tre set su quattro, si conclude al tiebreak, non può non essere emozionante.

Anche se alla fine li ha vinti tutti lo stesso giocatore, il numero uno del mondo che non lo è per caso. Di solito lo diventa chi, giocando sempre o quasi a livelli altissimi è capace di interpretare meglio i momenti importanti.

E Jannik Sinner ha vinto tutti e tre i tiebreak, pur trovandosi a dover rimontare un minibreak in due tiebreak su tre.  Qualcuno mi avrà già sentito sottolineare nel video registrato per Ubitennis e per YouTube il dato impressionante dei 21 punti da lui conquistati in 3 tiebreak a fronte degli 11 vinti da Berrettini. I punti dei tiebreak valgono quasi sempre doppio.

Abbiamo messo on line quel video nei 10 minuti successivi al matchpoint trasformato da Jannik, ben prima che Berrettini e Sinner venissero in conferenza stampa dopo le 23 locali e la mezzanotte vostra.

Ho chiesto a Jannik se fra i tanti progressi compiuti in tutti i campi, in primis il servizio (nei primi due set aveva messo oltre il 75% di prime palle, 3 “prime” su 4 servendo costantemente sui 200 km l’ora; ecco perché nei primi otto turni di servizi ha concesso a un Berrettini decisamente migliorato nella risposta e nel rovescio la miseria di soli sei punti!), in secundis la risposta (rispondere come ha fatto lui sempre o quasi nei tiebreak e nelle fasi decisive al servizio di Matteo è impresa da fenomeno, “you are not human” ebbe a dirgli alla fine di un loro match Bublik), si fosse aggiunta anche una straordinaria capacità di vincere i tiebreak. Fino allo scorso ottobre, il record di Jannik nei tiebreak non era eccezionale. Lui, n.1 del mondo anche in “understatement”,  ha minimizzato: “Sono dettagli, a Halle di tiebreak ne avevo persi…”.

Vero che aveva perso i primi tre, uno ciascuno con Griekspoor, Maroszan e Struff, però poi ne aveva vinti 4 di fila: quello del terzo set con Struff, uno nel secondo set con Zhang, due nella finale con Hurkacz. Se ci aggiungiamo i 3 vinti con Berrettini sono 7 tiebreak vinti consecutivamente. Jannik può anche minimizzare…io no.

Adesso Jannik incontrerà Kecmanovic, che ha battuto tre volte fra Cincinnati 2022 (ma il serbo di ritirò), nell’ATP 250 di Melbourne e nell’ATP NextGen che Jannik vinse a Milano e…sembra preistoria. Il serbo ha rimontato Griekspoor che aveva vinto il primo set e poi anche il terzo,  e secondo me questo è un risultato ottimo per Sinner. L’olandese – pur avendo perso 5 volte su 5 con Jannik – ha più armi di Kecmanovic per metterlo in difficoltà.

Siccome sono già le 4 del mattino, i lettori mi scuseranno se dedico solo poche righe all’exploit di Fabio Fognini che ha eliminato la testa di serie n.8 del torneo, Casper Ruud ed è stato bravo soprattutto dopo aver buttato alle ortiche il terzo set nel quale – dopo i primi due set di grandissimo livello – ha servito due volte per il match sul 5-2 e sul 5-4 e ha commesso una serie di errori gratuiti contro Ruud che sembrava già con la testa sotto la doccia rimettendolo pericolosamente in corsa. Ruud ha vinto il tiebreak 6-1 e io ho temuto che Fognini si sciogliesse come neve al sole. Invece ha vinto bene al quarto set, mentre io ero andato a vedere Sonego che lottava contro Bautista Agut, sperando di arrivare ad assistere in questo torneo a un terzo derby italiano. Ho seguito Lorenzo per tre set a bordo campo a fianco di un gruppo entusiasti di tifosi siciliani con bandiera tricolore sventolata a ogni bel punto di Sonego, ma il derby Fognini-Sonego non si farà perché il torinese ha perso in 4 set.

Fognini con Bautista, che ha solo un anno meno di lui, 37 contro 36 anni, ha vinto 9 volte su 12. Arrivare agli ottavi contro Paul o Bublik è tutt’altro che impossibile. Sonego e Bautista stavano ancora giocando quando hanno chiesto a Fabio se preferisse giocare contro l’uno e l’altro. E lui…”Con Sonego sapete come è andata quando l’ho incontrato (Fabio gli fece fare tre game…)…posso rispondervi alla romana? Non me ne frega un …Io so come gioco io…”, E avrebbe più tardi concluso: “Uno con la mia mano in giro non c’è”. Con Bautista Fabio ha vinto 9 volte su 12, speriamo che vinca anche la decima. Atleticamente però lo spagnolo, che anni addietro qui giocò anche una semifinale contro Djokovic, mi sembra stia meglio. “Stasera sono stanco, abbiamo giocato 3 ore e mezzo, ho i piedi che mi fanno male…”.

Beh, avrebbe potuto risparmiarsi un’oretta di gioco, se fosse stato più attento nel finale del terzo set e non solo nel matchpoint. Ma non vorrete mica che Fognini cambi a 37 anni?

Chiudo dicendo che purtroppo del match vinto da Jasmine Paolini sulla belga Minnen, buna doppista ma non eccelsa singolarista, non ho visto neppure una palla. So solo che ha vinto 7-6 6-2, che era stata avanti 5-3 in un primo set contrassegnato da tante pallebreak, e poi so che vinto il tiebreak è partita a spron battuto nel secondo set, fino al 4-0 per lei. Giocherà al prossimo turno con la canadese Bianca Andreescu che lei aveva battuto al Roland Garros sotto ai miei occhi in una giornata umidissima con palle gonfie di pioggia. La Andreescu, ex Slam winner all’US Open, e poi martoriata dagli infortuni e anche da qualche problema di tipo psicologico, aveva giocato un gran bel secondo set, ma nel terzo Jasmine era stata implacabile, perfetta.

Oggi altro derby, Musetti-Darderi e chi vincerà avrà o Camesana o Walton…un’opportunità da sfruttare per raggiungere gli ottavi.Son curioso di vedere che farà Cobolli con Tabilo, il cileno che giocò benissimo a Roma e che è testa di serie n.24. Mi chiedo poi chi sia stato più contento fra Monfils e Wawrinka della sospensione del loro match quando il francese di 38 anni era avanti 2 set a zero sullo svizzero di 39, ma nel terzo i due “vet” erano sul piede di parità, 5 a 5. Oggi non guarderò una palla di Djokovic e la wild card inglese Fearnley. Mi attira più il derby inglese Draper-Norrie, pur sapendo che del nostro Sinner-Berrettini non sarà neppure lontano parente a livello di qualità di gioco e spettacolo. Io penso che Sinner arriverà in semifinale a vele spiegate. E la frase pronunciata da Berrettini a Sinner durante l’abbraccio finale: “Ora prenditi il torneo fino in fondo” ha ricordato quella che pronunciò John McEnroe alla conclusione della semifinale persa qui nel ’92 con Andre Agassi: “Adesso vai avanti a vincere il torneo”. E Andre gli dette retta: batte 6-4 al quinto Goran Ivanisevic,

TDS eliminate a Wimbledon 2024
Primo turno
Uomini
Baez 18 (Nakashima)
Jarry 19 (Shapovalov)
Mannarino 22 (Monfils)
Navone 31 (Sonego)

Donne
Zheng 8 (Sun)
Andreeva 24 (Fruhirtova)
Cirstea 29 (Kartal)

Sabalenka 3 ritirata (spalla)
Azarenka 16 ritirata (spalla)

Secondo turno
Uomini
Rublev 6 (Comesana)
Korda 20 (Perricard)

Donne
Vondrousova 6 (Maneiro)

Terzo turno
Uomini
Ruud 8 (Fognini)
Aliassime 17 (Kokkinakis)
Cerundolo 26 (Safiullin)
Griekspoor 27 (Kekmanovic)
Zhang 32 (Struff)

Donne
Pavlyuchenkova 25 (Zhu)
Noskova 26 (Andreescu)

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