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Wimbledon donne: più ritiri che sorprese

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La prima giornata del torneo femminile non ha vissuto grandi scossoni in campo. Le notizie più importanti, infatti, non riguardano partite o tennis giocato, ma i forfait.

A ridosso dei loro impegni si sono ritirate ben tre teste di serie: la numero 22 Ekaterina Alexandrova, la numero 16 Vika Azarenka e soprattutto la numero 3 Aryna Sabalenka. E così, “senza colpo ferire”, la Bielorussia si è ritrovata senza giocatrici, mentre il torneo perdeva quella che, a seconda dei bookmaker, veniva considerata la prima o la seconda favorita per la vittoria finale.

E mentre la causa del ritiro di Alexandrova è stata genericamente comunicata come “indisposizione, malattia” (illness), sia per Vika che per Aryna il problema è legato alla spalla. Il ritiro di Azarenka ci ha privato di un primo turno ad alta nobiltà, fra due vincitrici Slam (era previsto che Vika giocasse contro Sloane Stephens) e che io sappia, è arrivato abbastanza inatteso.

Che per Sabalenka la situazione non fosse ideale, lo si era invece capito sin dalla vigilia, quando in conferenza stampa aveva raccontato che nell’ultimo periodo sul piano fisico ne aveva avute un po’ di tutti i colori, ma che in particolare la spalla le stava creando problemi.

Sabalenka non aveva usato terminolgie mediche, ma aveva spiegato che si trattava di un muscolo che molto raramente crea problemi ai tennisti (“forse fino a oggi sarà capitato a una-due colleghe” ha detto), e che le creava dolore non tanto quando giocava i colpi al rimbalzo ma quando doveva servire. E aveva infine aggiunto che, a un paio di giorni dal suo primo match, anche il ritiro era una opzione da non escludere. Come si è effettivamente verificato.

Davvero una brutta botta per il torneo, che aveva già visto l’assenza di Aryna due anni fa per il divieto degli organizzatori a far partecipare tennisti russi e bielorussi.

Questa è stata senza dubbio la notizia del giorno, ma per fortuna ci sono state anche le partite giocate, e i relativi risultati. Cominciamo con il tennis italiano. Nella giornata di oggi erano impegnate in tre (Paolini, Trevisan ed Errani) e le cose sono andate abbastanza come previsto. Vittoria in due set per Paolini (7-5, 6-3 a Sorribes Tormo), sconfitta in due set per Trevisan (6-4, 7-6) ed Errani (7-6, 6-1). Sia Martina che Sara avevano “pescato” due teste di serie da campi veloci, Keys e Noskova, e sulla carta apparivano abbastanza chiuse.

Non credo siano queste sconfitte a dare particolari spunti di analisi sul loro rendimento, resta però il fatto che dopo il forfait di Cocciaretto (numero 43 del ranking) a Wimbledon si è aperto un consistente divario tra la Top 10 Paolini e le possibili compagne di Billie Jean King Cup (tutte oltre l’80mo posto). Vedremo come andranno le cose a Lucia Bronzetti, impegnata contro Leylah Fernandez (numero 30 del tabellone).

Per quanto riguarda le teste di serie, ne sono cadute tre, tutte con la stessa modalità: erano favorite, hanno vinto il primo set, ma poi sono state sconfitte in rimonta.

Sorana Cirstea (numero 29) è uscita contro una giocatrice di casa, la qualificata Sonay Kartal (3-6,6-2, 6-0). Non è certo un buon momento per Cirstea, alla sesta sconfitta consecutiva, che chiude così la sua stagione sull’erba con zero successi.

Le altre due teste di serie estromesse sono la numero 8 Zheng Qinwen (per mano di un’altra qualificata, la mancina neozelandese Lulu Sun) e la numero 24 Mirra Andreeva, recente semifinalista al Roland Garros. Forse la mia è una forzatura, però trovo alcuni tratti in comune in queste due sconfitte: entrambe riguardano giocatrici che dopo aver fatto benissimo in uno Slam, hanno faticato a confermarsi.

Zheng è reduce dalla finale all’Australian Open, e da allora non è più riuscita a riproporre quei livelli di gioco. Ricordo che al Roland Garros era stata estromessa dalla numero 70 Avanesyan, mentre qui a Londra ha perso contro una giocatrice che in carriera non è ancora riuscita a entrare fra le prime 100 (oggi è 123, ma Lulu Sun ha solo 23 anni, e quindi può ancora migliorare).

Mirra Andreeva invece, dopo l’exploit di Parigi, a Wimbledon difendeva il quarto turno raggiunto nel 2023, e invece ha perso da Brenda Fruhvirtova. Questa partita vedeva una contro l’altra due diciassettenni, entrambe nate nell’aprile 2007, che avevano dato vita a una grande rivalità sin da junior.

Poi però nel passaggio fra le adulte Mirra Andreeva sembrava aver preso un cosistente vantaggio, e invece la partita ha smentito il recente passato. Il match mi interessava parecchio, per questo ho seguito il primo set dal vivo; e devo dire che dopo il primo set, quasi dominato da Andreeva (6-1, con sei game consecutivi vinti) non avrei mai pensato che avrebbe subito una rimonta così drastica (6-3, 6-2) da parte di Fruhvirtova. Era la prima volta che vedevo Fruhvirtova a Wimbledon e devo dire che mi ha sorpreso per la notevole rapidità di piedi. Per il momento non voglio aggiungere altro, non vorrei dire sciocchezze o superficialità sulla base di pochi game visti da vicino.

Curiosamente la partita è terminata con entrambe le giocatrici in lacrime: Mirra per l’amarezza e la rabbia causate dalla sconfitta in un match che sembrava avere in mano; Brenda per la gioia di un successo all’esordio in un palcoscenico tanto prestigioso.

La prossima avversaria di Brenda Fruhvirtova sarà Paula Badosa, protagonista del successo contro Karolina Muchova per 6-3, 6-2. Ho seguito il secondo set dal vivo tra Badosa e Muchova e devo dire che, dopo diverse edizioni di Wimbledon trascorse da inviato, non mi era mai capitato di vedere un campo di ground (cioè quelli senza veri e propri spalti) così pieno.

Non capisco come gli organizzatori non si siano resi conto della grande attrattiva che l’incontro aveva. E non basta a giustificarli il fatto che in questo momento nessuna delle due giocatrici sia testa di serie. E così il campo 17 è stato letteralmente preso d’assalto dagli spettatori. Ad ogni ingresso (sono sei in totale) c’erano decine di persone in attesa di poter entrare, con la speranza di prendere il posto di chi, a volte, decide di uscire anzitempo. Ai bordi del campo le persone erano sedute ovunque, ma molte si erano aggiunte in piedi, anche oltre il limite delle regole. Muoversi era impossibile.

Tutto era così bloccato che a un certo punto una cameraman (che evidentemente aveva finito il suo turno) non riusciva più a uscire dalla postazione per fare spazio alla sua sostituita: sembrava la metropolitana di Tokyo in orario di punta. Il culmine lo si è raggiunto quando alcuni spettatori si sono resi conto che entrando nel vicino campo 16 (leggermente più alto come posizione), si poteva seguire la partita sporgendosi oltre la balaustra. Questo però significava dare le spalle al campo per il quale erano formalmente entrati. Intendiamoci, a volte questo accade, ma di solito quando nel campo vicino non ci sono match. Ma se invece c’è un’altra partita in corso, la situazione diventa piuttosto imbarazzante. Provo a spiegare la questione con una foto presa proprio durante il match:

Forse non è chiarissimo, ma tutti gli spettatori all’altezza del giudice di sedia sono in realtà seduti “a rovescio” sulle tribunette del campo 16, adiacente. E dovrebbero seguire la partita che si sta svolgendo sul versante opposto… Ma anche questo è Wimbledon, specie nelle prime giornate.

Per chiudere una valutazione sulle prime Wild Card “nobili” chiamate dagli organizzatori e scese in campo nella prima giornata. Emma Raducanu avrebbe dovuto affrontare Ekaterina Alexandrova, ma il forfait e il cambio di avversaria in extremis (Renata Zarazua) l’hanno sicuramente aiutata a fare felici gli spettatori del Centre Court, accorsi a sostenere la beniamina di casa (7-6, 6-3).

Più complicato il match di Naomi Osaka contro Diane Parry, la giovane francese che gioca il rovescio a una mano. Naomi ha vinto agevolmente il primo set, ma poi le cose si sono parecchio complicate: ha perso 1-6 il secondo e per due volte si è ritrovata sotto di un break nel terzo set, prima di riuscire a risalire la corrente (6-1, 1-6, 6-4). Si sapeva che l’erba non è la migliore superficie di Osaka e questa partita al momento non ha dato indicazioni sostanzialmente differenti. Al prossimo turno l’aspetta Emma Navarro, sulla carta un’avversaria molto più complicata. Fra due giorni ne sapremo di più.

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