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E ora tifiamo Sinner (Cocchi). L’erba di Sinner è sempre più verde (Piccardi). La storia piace ad Alcaraz (Azzolini)

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E ora tifiamo Sinner (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Jannik c’è. Ovunque. Spot televisivi, pubblicità del caffè, c’è sui poster dei bar intorno al circolo, c’è nei commenti e nelle aspettative della gente che passeggia per i viali dell’England Club. Jannik c’è ma non si vede. A differenza del collega-amico-rivale Carlos Alcaraz, sabato sera a passeggio per il villaggio insieme a Pablo Carreño, tra selfie e autografi, il numero 1 al mondo se ne sta tranquillo nel suo buen retiro pronto a lanciarsi nella rincorsa al secondo Slam della carriera dopo l’exploit dell’Australian Open. È ora di rimettersi al lavoro, dopo la vittoria di Halle, e la prima giornata in ufficio prevede la pratica Hanfmann, il tedesco numero 95 al mondo superato al primo turno dello Us. La villa affittata per ospitare tutto il team, come una grande famiglia, è il quartier generale dell’aspirante campione di Wimbledon. Lì si riposa, dorme […], dà una mano in cucina e sparge disordine per casa: «Tra me e Jannik è una bella gara a chi è più disordinato…», racconta Simone Vagnozzi alla vigilia. Ancora nessun barbecue, il meteo non lo ha consentito, ma sicuramente Darren Cahill metterà mano alla carbonella nei prossimi giorni, una specie di rito per “casa Sinner”, che ha preso questa abitudine dal 2022, il primo anno in cui il coach australiano ha seguito Jannik a Wimbledon. Al momento i fornelli sono affidati a coach Vagnozzi e al preparatore Umberto Ferrara, che si occupa anche della dieta del campione. La forza dell’altoatesino è fatta di piccole cose e della consapevolezza di amare ogni giorno del percorso: «Ho iniziato a giocare per hobby e poi è diventato un lavoro, ma nella mia mente è ancora un divertimento. Adoro scendere in campo e giocare, e non c’è un posto migliore per farlo di un grande stadio pieno di tifosi. Mi ritengo molto fortunato, però so anche cosa ho sacrificato per essere qui». In questi giorni il suo mondo è fatto di gesti semplici. Una passeggiata con la fidanzata e collega Kalinskaya nel parco, qualche risata in campo, una cena tutti insieme per compattarsi, per fare spogliatoio. Sabato sera tutti davanti alla televisione a vedere la partita dell’Italia all’Europeo di calcio, […] e ieri, tra uno scroscio e l’altro, il numero 1 al mondo si è allenato ad Aorangi, l’area dove si trovano i campi pratica, con Marton Fucsovics, l’ungherese che oggi sarà il primo avversario di Matteo Berrettini sulla strada verso un possibile derby al secondo turno. […] Con gli azzurri fuori dagli Europei, tocca a Sinner consolare gli sconsolati tifosi italiani che puntano su di lui per poter esultare davvero. Una pressione che il giocatore italiano accoglie senza scomporsi. La sua routine è sempre la stessa, l’obiettivo, come ha detto coach Vagnozzi, è vincere. […] «A Parigi avevo tanti dubbi sulla mia condizione fisica, mentre qui non ne ho […]. Penso solo al primo ostacolo, che sarà una partita difficile e tosta con cui aprire uno Slam. Soprattutto sull’erba. Nella mia testa per il momento c’è solo quello, il resto lo vedremo, ma iniziare uno Slam senza problemi fisici e sentendosi tranquilli da questo punto di vista è molto importante». Ad aprire il programma sul Center Court, come da tradizione, sarà Carlos Alcaraz, re dei Championships nel 2023. […] Il campione in carica, capace di battere Novak Djokovic in rimonta dopo una lunga battaglia al quinto, non ha avuto un esordio semplice sui prati del Queen’s. Anche lì si presentava da campione in carica, ma è uscito al secondo turno battuto da Jack Draper, il numero uno britannico, da tenere d’occhio in questi giorni: «Ho sempre detto che è speciale tornare a Wimbledon, ancor di più farlo da campione in carica – ha detto lo spagnolo -. Ho dei ricordi splendidi dell’anno scorso, sono emozionato all’idea di ricominciare e speriamo di ottenere lo stesso risultato». L’adattamento all’erba, però, è stato meno agevole del previsto: «Sto bene, ma dopo il Queen’s ho parlato a lungo con il mio team e ci siamo subito messi al lavoro per adattare il mio gioco su questa superficie. Ci sono tennisti che hanno più facilità, si muovono più tranquillamente. Per me, rispetto alla terra, è un po’ più complicato, perché devo stare attento a ogni passo. Devo adattare dai movimenti, ai colpi, tutto per riuscire a sentirmi meglio in campo». Interrogato su chi tema di più in questo torneo, Carlos è stato chirurgico: «Jannik, naturalmente». Elementare Watson.

Le risate con Anna, la forma straripante. L’erba di Sinner è sempre più verde (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Così sereno, non l’avevano mai visto. È andato a seguire l’allenamento di Anna, ha scherzato con la girlfriend russa e con il coach di lei, Patricia Tarabini, hanno passeggiato insieme per i vialetti dell’All England Club con la naturalezza che Jannik non aveva mai mostrato nell’esibizione dei fatti personali […]. Il giovane uomo sta diventando adulto e il precoce talento userà Wimbledon […] per scalare un’altra marcia nel suo percorso di crescita. C’è stato un tempo, non remoto, in cui se chiedevi a Jannik Sinner dell’amore si avventurava in cervellotici ragionamenti sulle priorità della vita (il tennis) e sull’alto rischio di odio social in caso di brutte figure in campo. Erano i mesi dell’osceno tribunale collettivo sull’amore Berrettini-Satta, una caciara che al barone rosso ha insegnato tanto. Ma ora la classifica è consolidata, la sua serietà sul lavoro un assioma, lo Slam con cui ha rotto il ghiaccio […] in saccoccia. Il prossimo passo sarà arrivare insieme ad Anna Kalinskaya all’evento dello sponsor o farsi vedere per mano ai tornei, il loro habitat naturale. Senza troppe smancerie, che non fanno parte delle specialità della casa. Però è chiaro che un tabù si è sbloccato, sciogliendo fibre nervose fin lì attorcigliate (un anno esatto fa Maria Braccini si presentava a Wimbledon in incognito) e nella testa del campione, come nei file di memoria, si è liberato spazio per poter pensare di vivere con più gioia la sua età. Poi c’è il tennis, naturalmente. Il Sinner di Londra, reduce dalle cinque vittorie di sostanza sull’erba di Halle, sembra il fratello maggiore del Sinner dubbioso della vigilia di Parigi, quando era sbarcato al Roland Garros per testare l’anca infortunata, prima che un tabellone in discesa […] lo scaraventasse contro Carlos Alcaraz, la nemesi che lo aspetta in semifinale anche in Church Road. I tuffi sull’erba tedesca, che spericolati non sono stati («Se non avessi saputo di potermi fidare del mio corpo, non mi sarei buttato»), sono il miglior manifesto della forma straripante di Jannik all’alba del torneo più importante della stagione […]. Il re italiano è stato chiaro: «Fisicamente mi sento molto bene. Non ho alcun dubbio sul mio corpo. Sono solo felice di essere qui, pronto per il primo turno». Ci arriva, oggi terzo match sul campo numero uno mentre il campione in carica Alcaraz inaugura il centrale, avendo vinto un set d’allenamento con un Novak Djokovic che pare ritrovato dopo l’operazione al menisco. Ieri un po’ di pioggia ha guastato la domenica, allora Jannik ha optato per un palleggio leggero e il resto della giornata a casa, nella villetta di Wimbledon dove, in attesa dell’arrivo di papà Hanspeter, le operazioni in cucina sono affidate a Vagnozzi (coach) e Ferrara (preparatore atletico). Si metterà al barbecue, negli snodi del torneo: gli piace, lo rilassa. Prima c’è Yannick Hanfmann, nato a Karlsruhe con un serio impedimento dell’udito a entrambe le orecchie: «Sognavo di fare il calciatore, ma non sentivo i compagni né il tecnico. Nel tennis è tutto diverso, conta la vista». Dall’altra parte della rete, mister Sinner.

Terra più erba. La storia piace ad Alcaraz (Daniele Azzolini, Tuttosport)

La stessa aria ruspante di Federer, quando alzò la Coppa per la prima volta. Gli occhi birbanti che ti guardano ma osservano lontano, verso gli anni che verranno, e saranno ancora suoi. E la sera alla cena di gala tutti e due azzimati nella foto ufficiale, ma in un’altra immagine seduti in posa da centravanti a fine partita, le gambe inevitabilmente spalancate. Fu più facile, per Federer, che aveva un avversario con meno pretese, Mark Philippoussis, la mamma di Treviso e il padre greco, ma lui australiano da terza di confine, che sperava di trascinare Federer a far baruffa, mentre quello già sapeva come aggirarlo, depistarlo, disinnescarlo. Carlos Alcaraz un po’ somiglia a quel Federer del primo Wimbledon, vincitore nel 2003, sebbene venti anni di tennis non siano passati invano, e lui abbia sconfitto in finale ben altro avversario, Djokovic addirittura, facendolo arrabbiare d’impotenza. Aria ruspante a parte, Carlos e Roger sono i soli capaci di avviare lo scambio in un modo per poi condurlo a compimento dopo aver operato due o tre brusche sterzate. Variazioni, le chiamano. Federer le introduceva quasi su ogni colpo. Carlos ha lo stesso vezzo, con qualche dote in meno da funambolo. Per ora… Poi si vedrà. […] Siamo alla prima giornata di un torneo che è costretto a porsi troppe domande. Chi sia il favorito nessuno lo sa, anche se la maggioranza indica Sinner, forse perché l’hanno visto […] vincere ad Halle un po’ soffrendo, ma sempre cadendo in piedi. L’altro spicchio di pronostici si dedica invece ad Alcaraz. Gli chiedono, addirittura, di portare a compimento un’impresa che in pochi hanno saputo firmare. La duplice vittoria sull’asse Parigi-Wimbledon. Fu Bjorn Borg a renderla prassi, non il primo a guadagnarsela, ma a renderla seriale. Tre successi consecutivi, dal 1978 al 1980. Poi Nadal, 2008 e 2010, e in mezzo Federer, 2009, mentre Djokovic vi è riuscito dieci anni dopo, nel 2019. Ce ne sono altri […] ma a parte Laver nel suo Grand Slam Open, quello del 1969, appartengono tutti al “tennis di prima”. Alcaraz, campione un anno fa sull’erba e quest’anno sulla terra, è con Federer e pochi altri ad aver vinto i primi tre Slam nei quali è giunto alla finale […]. Può riprendere il discorso interrotto. […] «mi piacerebbe scrivere il mio nome al fianco di campioni che ammiro moltissimo. Certo, dalla terra all’erba è come passare dal giorno alla notte, ma mi sento pronto per provarci. Mi sono allenato bene dopo la sconfitta al Queen’s contro Draper, uno che su questi campi sta diventando o sempre più pericoloso. Ne ho approfittato per prendere contatto con l’erba di Wimbledon e condurre una preparazione accurata. Non mi piace perdere, ma se proprio deve capitare, può essere utile per migliorare e mantenersi competitivi». Parigi-Wimbledon e di nuovo Parigi, gli suggeriscono. Una stagione resa speciale dai Giochi Olimpici. In molti non se la sono sentita di affrontare il passaggio terra-erba-terra-cemento in due mesi. Alcaraz […] risponde così… «Non io, ci tengo troppo a queste mie prime Olimpiadi. Sono curioso, voglio conoscere gli atleti più forti, quelli della rappresentativa spagnola, i grandi campioni degli altri sport. Poi, certo, qualche precauzione andrà presa, perché il passaggio dalla terra all’erba e poi di nuovo dalla terra al cemento di Montreal provoca scossoni che mettono a rischio il fisico di ogni tennista. Ma niente può farmi rinunciare ai Giochi di Parigi». Sarà Carlos, secondo tradizione ad aprire il Centre Court. E con lui vi trascinerà il ventunenne Mark Lajal, da Tallinn, Estonia, dreadlocks rasta biondi […] e famiglia di piloti, moto e rally, con una mamma intenzionata ad avere almeno un figlio che non profumasse di benzina. Numero 262 […] del ranking, ma qualificatosi alla prima esperienza sull’erba e recente vincitore di un challenger a Little Rock. Appuntamento con la storia alle 14,30, per una prima volta che sarà sempre da ricordare. Adriano Panatta vi finì nel 1972, ruota di scorta di Neale Fraser. Nel vedere l’erba perfetta del Centre Court si rivolse dispiaciuto all’australiano… «Finiremo per rovinarla tutta, il pubblico se la prenderà con noi». Neale gli rispose con un sorriso: «Possiamo fare una sola cosa, proviamo a divertirci forse si divertiranno anche gli spettatori». Vinse Adriano al quinto. Ma non credo che il giovane Lajal potrà divertirsi allo stesso modo. […]

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