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Raducanu: “Periodo di pausa rinfrescante. Mi sto godendo molto di più anche il tennis”

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Un anno fa in quel di Londra, contemporaneamente all’inizio della centotrentaseiesima edizione di Wimbledon, alcuni fan arrivati a Church Road per gustarsi lo Slam verde intravidero fugacemente Emma Raducanu girovagare nell’All England Club.

Non era un fantasma, ne un sosia: era proprio lei, la campionessa dello US Open 2021; giunta nella location del torneo più prestigioso del Pianeta per “sbrigare” brevi impegni di sponsorizzazione. Insomma, qualche stretta di mano accompagnata dalle classiche interazioni con i tifosi: selfie e autografi vari.

Nel caso in cui tali “obblighi” commerciali non avessero avuto forma, di fatto, la presenza di Emma nell’evento principe della stagione su erba non si sarebbe resa necessaria. A causa infatti della duplice operazione tra polsi e caviglie a cui si era dovuta sottoporre, il sui 2023 si era chiuso anzitempo. Non poter essere in gara a Wimbledon per una tennista britannica è già abbastanza straziante di per sé, figuriamoci se poi ci si mette anche l’ulteriore carico da novanta del ritrovarsi così tanto vicini a quel sapore adrenalinico che i sacri prati emanano, di riuscire a sentirlo, ad annusarlo, ad avvertirne le fragranze ma di non poterlo in fin dei conti gustare. Una sensazione che fa certamente aumentare la frustrazione, come dichiarato dalla classe 2001 di origini rumene nella conferenza stampa post match dopo il KO in semi nell’East Sussex : “E’ stato orribile. Penso che esserci dovuta andare pur non potendo giocare sia stato come gettare del sale su una ferita. Ma faceva parte dei miei obblighi in quanto professionista, non potevo sottrarmi. Ora però mi sento solamente molto felice della possibilità di ritornare a giocare Wimbledon“.

360 giorni dopo, dunque, la ventunenne nativa di Toronto appare aver compreso appieno gli insegnamenti celati dietro la lunga lontananza dalle competizioni. Emma si racconta più affamata di prima e con una visione della propria carriera decisamente più ampia di quella che aveva prima che il tennis le venisse giocoforza sottratto per così tanto tempo.

In particolare, il periodo di pausa agonistica le ha fornito gli strumenti necessari per poter riflettere da altre prospettive consentendole di concentrarsi unicamente sugli aspetti positivi di quello che è chiaramente il punto di non ritorno – in tutti i sensi – della sua vita da tennista eliminando invece dal proprio focus mentale i lati negativi: ovviamente si sta parlando del trionfo a Flushing Meadows, datato ormai tre anni fa, inevitabilmente croce e delizia della Emma giocatrice.

Ebbene, d’ora in poi testa unicamente sullo straordinario risultato raggiunto mentre si devono mettere via le ingenti pressioni che sono derivate da quell’incredibile vittoria: “Il periodo di stop è stato sicuramente rinfrescante, adesso ho un approccio diverso. La questione non è più perdere qualcosa, ma essere felici di poter giocare. Se guardo a come vedevo le cose un anno fa, posso dire che osservavo la mia vittoria allo US Open solamente sotto una luce negativa mentre ora la vivo molto più tranquillamente del tipo: è stato qualcosa di completamente folle, pazzo però nella sua accezione più positiva. Ora posso finalmente concentrarmi soltanto sul giocare in campo, di poter andare avanti pensando solo a ciò che accade in campo. Avverto una leggerezza dentro di me che avevo smarrito, il che è fantastico e penso che abbia anche influito sul grande cambiamento che ho compiuto sul piano dell’atteggiamento, non soltanto in campo ma in generale nella mia quotidianità. Mi sto semplicemente godendo la vita e questo mi permette di godermi molto di più anche il tennis“.

I riscontri del campo

Finora, negli appuntamenti preparatori al terzo Major della stagione tennistica, questo nuovo mood incentrato sulla ritrovata serenità ha prodotto non a caso risultati positivi anche sul campo da tennis: semifinale a Nottingham, sconfitta solamente dalla futura campionessa Katie Boulter al termine però di un’eccellente performance di Raducanu, poi questa settimana a Eastbourne con i successi su Stephens e Pegula. Soprattutto da incorniciare la vittoria messa a segno contro Jessica, battuta in tre tiratissimi set con tanto di match point cancellato.

Se queste prestazioni di alto profilo hanno indubbiamente sottolineato di come Emma sia sicuramente sulla strada giusta, la sconfitta per mano di Kasatkina maturata giovedì ci dice che il lavoro da fare per tornare al topo è ancora tanto. La sua incapacità di gestire le condizioni ventose in concomitanza con una difficoltà ancora perenne nel mantenere costante il livello di gioco dentro la stessa partita o all’interno di uno stesso torneo, evitando importanti cali di rendimento, contribuiscono a costruire un’asticella relativa ai margini di miglioramento decisamente alta. Ma ciò vuol dire che il potenziale che le viene riconosciuto porta ad accrescere le aspettative sul suo livello massimo di espressione tennistica.

Wimbledon alle porte, primo turno insidioso contro Alexandrova

A Wimbledon per Emma sarà necessario partire subito forte: l’attende difatti immediatamente, già al primo turno, una gran battaglia con la testa di serie n.°22 Ekaterina Alexandrova. La russa è una giocatrice estremamente offensiva, dotata di colpi molto piatti e precisi, inoltre sui prati ha sempre ben figurato: ha vinto per due volte il torneo dis’Hertogenbosh e lo scorso anno si spinse fino agli ottavi dei Championships.

Voglio solo che vedano che metto la mia personalità in campo, il mio carattere, che riescano a vedere quanto io sia frizzante, felice, energica di avere la possibilità di essere lì a giocare. Penso che da questo punto di vista si possa notare indiscutibilmente la differenza, anche rispetto ad altre giocatrici che sono più brave a maschere il loro stato di forma mentale, tra quando sono in un buon momento e quando invece ho qualche difficoltà in più a livello di sicurezza e convinzione nel momento in cui colpisco la palla. Ed ora che sto bene, voglio che anche gli altri vedano che sono felice, che apprezzino l’impegno che ci metto. E in momenti come questi che veramente riesco a dedicarmi esclusivamente a giocare e a godermi lo sport che pratico”.

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