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Darderi s’ispira a Mennea: “La fatica non è mai sprecata. L’Olimpiade è il risultato della mia idea di sport” [ESCLUSIVA]

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Il 2024 è sicuramente l’anno di svolta della carriera di Luciano Darderi. A inizio stagione non solo si trovava fuori dai top 100, ma gli addetti ai lavori non conoscevano né la persona né soprattutto il tennista. Discorso completamente diverso al giorno d’oggi per il giocatore italo-argentino (nativo di Villa Gesell ma naturalizzato italiano) che a suon di remate e colpi vincenti ha scalato ben 91 posizioni del ranking ATP. Un risultato che gli ha garantito la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024, probabile convocazione in Coppa Davis e l’etichetta di ‘’altra giovane promessa del tennis italiano’’ rendendo il periodo azzurro ancor più dorato di quanto oggigiorno già non lo sia.

Luciano Darderi, in esclusiva a Ubitennis, ha raccontato quanto di buono ha raccolto in questi mesi, con l’intenzione di migliorarsi, pensiero che gli attraversa la mente già dal sorgere del sole. Abbiamo un altro Sinner? Non lo sappiamo, sicuramente in quanto ad abnegazione lavorativa non siamo lontani. Il tempo ce lo dirà ed è giusto rimanere sintonizzati anche su questo interessante tennista.

Domanda, Edoardo Diamantini: Esattamente il 1 gennaio di quest’anno eri alla 128^ posizione del ranking ATP, oggi sei 37° e sei stato anche numero 34: ti senti gratificato o il meglio deve ancora venire?
Darderi: “Non me l’aspettavo però ho sempre lavorato duramente ogni giorno fin da piccolo con l’obiettivo di diventare un campione nel mondo del tennis. Ho vinto così giovane un torneo ATP, però non è cambiato nulla: ogni mattina mi sveglio con l’obiettivo di migliorarmi. Lavoro tanto e non smetto mai di impegnarmi nel mio lavoro. Ci sono giorni in cui provo una stanchezza infinita ma continuo nella mia routine con il mio team per raggiungere nuovi risultati”.

D: Cosa provi nel disputare a Parigi la tua prima Olimpiade?
Darderi: “Quando da piccolo sono arrivato in Italia ho visto un documentario su Pietro Mennea ne sono rimasto affascinato. Pensavo a un giorno che forse avrei potuto partecipare ai Giochi Olimpici con l’Italia. Una frase di Mennea mi colpì molto “la fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni”. Questa è la mia idea dello sport: sacrificio, umiltà e perseveranza”.

D: Circolano ormai da diverse settimane voci di una tua convocazione in Coppa Davis, come ti senti a livello di motivazione e quanto può essere importante anche per la tua carriera?
Darderi: “È un ulteriore sogno che porto da sempre nel mio cuore. Se sarò convocato in Coppa Davis farò del mio meglio per esserne all’altezza. Ringrazio la Federazione Italiana Tennis e Padel se avrò questa importante opportunità nella mia carriera professionale”.

D.Che rapporti hai con il pubblico italiano? Abbiamo già avuto un antipasto a Roma…
Darderi: “Il pubblico italiano è meraviglioso. Sentire nel centrale del Foro italico tutto lo stadio che ti aiuta pronunciando il tuo nome è qualcosa di impagabile. Quest’anno a Roma ho vissuto momenti bellissimi. Mi piacerebbe vincere fra qualche anno il torneo a Roma dove ho vissuto da piccolo arrivato dall’Argentina”.

D. C’è un tennista che vorresti affrontare in particolare?
Darderi: “Mi piacerebbe affrontare Nadal e Djokovic per avere un ricordo speciale della mia attività di tennista professionista”.

D.Il cambio di superficie terra-erba può creare problemi?
Darderi: “Mi sto abituando. Bene ad Halle. Bene a Mallorca. È importante per un giocatore professionista adattarsi e giocare bene su tutte le superfici”.

D. Ci potresti fare un pronostico del tuo Wimbledon ormai imminente?Darderi: “Spero di far bene ed esprimere il mio miglior tennis”.

D. In futuro potresti cambiare alcuni aspetti del tuo gioco, o preferisci rimanere nella solida base tecnico-tattica che ti sei costruito?
Darderi: “Devo migliorare in tutto. Credo di avere potenzialità di crescita del 50-60%. Ogni mattino al risveglio penso alla giornata di gara o di allenamento e mi concentro in ogni piccola cosa che posso migliorare. Mi ricordo di aver sentito una bella frase, uno statista ebbe a dire: “Una lunga marcia verso la vittoria inizia sempre con un singolo passo”.

Edoardo Diamantini

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