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ATP Roma: Paul vince il festival del break. Seconda semifinale su terra. Bocciato Hurkacz-

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Tommy Paul - Roma 2024 (foto Francesca Micheli Ubitennis)

Da Roma, il nostro inviato

[14] T. Paul b. [7] H. Hurkacz 7-5 3-6 6-3

I am a real american”. Strofa di una canzone cult anni ’80, che ben si cuce però su Tommy Paul, protagonista inatteso degli Internazionali d’Italia. Non che sia l’unico, intendiamoci, ma per uno che lo scorso anno aveva vinto solo due match su sette su terra, e che in tutta la sua carriera aveva giocato fino ad oggi due quarti di finale (l’unico vinto proprio in Italia, a Parma) sul rosso, si tratta di un’impresa da raccontare. Dopo Medvedev a capitolare oggi è stato Hubert Hurkacz, secondo top 10 battuto in pochi giorni. Altro tassello aggiunto ai record personali, dato che Paul aveva vinto 10 volte contro giocatori di tale caratura, ma mai consecutivamente. La vittoria n.150 gli porta dunque in dote la terza semifinale in un 1000 dopo Toronto 2023 e Indian Wells 2024. Affronterà Tsitsipas o Jarry.

Primo set: tanta confusione, Paul più deciso. Passa lui avanti

A sorpresa il primo break lo mette a segno Paul, positivo e aggressivo in risposta. Un po’ scarico a dir la verità Hubi, che concede soprattutto di dritto, di fatto quasi regalando il servizio all’americano nel terzo game, da parte sua ben centrato nel tentare di variare e muovere il polacco. Non c’è molta brillantezza da ambo le parti, ma nel palleggio prolungato quello ad avere più numeri sembra il n.16 al mondo, più profondo e con più facilità di vincenti. Certo favorito da un Hurkacz impreciso, che nonostante un buon contro-break viene subito rimesso sotto, anche a causa del proprio gioco meno efficace del solito. Andando avanti, salvo qualche sprazzo in risposta dell’americano, la situazione non cambia. Tanti errori, poca linearità, come dimostrano due break di fila nel decimo e undicesimo game, che permettono a Paul, dopo vari scossoni e vantaggi sprecati, di archiviare a suo favore il primo. Grande assente il servizio di Hurkacz, colpo che passa il test con discreta sufficienza il rovescio yankee.

Secondo set: Hurkacz vede la fine, Paul poco lesto. Si va al terzo

Anche nel secondo parziale Paul prova subito a piazzare la zampata, trovando un break immediato ancora con buona grazia di Hurkacz, messo in difficoltà al servizio da un avversario che risponde molto avanti. Sempre con la battuta, e ritrovando un po’ di smalto a rete, riesce però ad evitare il patatrac definitivo annullando due palle del doppio break nel terzo game. E dà così un’importante sterzata al set, riuscendo al termine del game più lungo dell’incontro a recuperare lo svantaggio salendo di ritmo in risposta e stemperando l’entusiasmo di Paul. Un break che si disvelerà poco dopo in tutta la sua pesantezza, con un altro break addirittura a 0 a favore del polacco, che infila un parziale spaventoso di 6 game a 1 per portare il match al terzo. Bravo lui ad aumentare il proprio e a smascherare le insicurezze dell’altro, che si scioglie del tutto rimandando errori continui, di fretta e probabilmente una certa frustrazione per l’occasione sprecata.

Terzo set: Paul suda 77 camicie, ma dopo break su break frena Hurkacz

Hurkacz sembra rivitalizzato, un lontano parente di colui che ha giocato il primo set e mezzo. Più continuo e profondo, bravo nel tenere distante dalla riga di fondo Paul. Questi da parte sua non fa molto per facilitarsi la vita e, ancora mettendoci una grossa mano, subisce il break che lo porta in svantaggio per la prima volta dopo le battute iniziali. Ma oggi è giornata da montagne russe, con le emozioni a farla da padrona e ad ovviare a un livello tecnico che viene salvato da qualche estemporaneo vincente ma condizionato da tanti errori anche banali. E soprattutto troppi problemi al servizio, con Hurkacz che si fa riprendere salvo poi tornare in vantaggio…per restituire ancora una volta il favore a Paul. Alla fine è Paul che piazza l’allungo più importante. Qualche passo in avanti, e nell’ottavo gioco va a togliere le ragnatele agli angoli e così si conquista un break che risulterà decisivo in maniera rocambolesca. Dopo un game finale da quasi un quarto d’ora, 6 palle break annullate e due match point sprecati il polacco manda lungo l’ennesimo, ultimo dritto. Quasi 3 ore, capovolgimenti di fronte, ma sarà il cappellino magico a giocare di venerdì. Friday night lights.

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