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L’ispirazione di Rublev: “Nadal è il miglior atleta di sempre”

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Quello conquistato a San Pietroburgo, battendo in finale Borna Coric, è stato per Andrey Rublev il quarto titolo di un 2020 decisamente positivo. Doha e Adelaide all’alba della stagione, poi due ATP 500 alla ripresa: prima Amburgo superando all’ultimo atto Tsitsipas, poi – passando per un quarto di finale al Roland Garros – il torneo di casa. L’ormai ventitreenne di Mosca (domani festeggia il compleanno) si è arrampicato così al numero 8 del ranking, vedendo crescere significativamente anche le possibilità di strappare un pass per le Finals londinesi. Nella Race aggiornata è infatti ottavo, davanti a Schwartzman e Berrettini, con la qualificazione aperta comunque fino al nono posto per l’assenza certa di Federer (che è quarto).

In un’annata chiaramente anomala, i numeri premiano Rublev pur senza l’acuto Slam: con 34 partite vinte nell’anno solare, è secondo soltanto a Djokovic a quota 37 (Tsitsipas 27, Nadal e Ruud a 22 seguono in questa particolare classifica). Un bottino che conta di arricchire a partire dalla prossima settimana, puntando alla continuità ad alti livelli sul cemento di Vienna e Parigi-Bercy, dopo aver rinunciato ad Anversa.

ISPIRAZIONE – Alle radici del percorso di crescita del russo, stando a quanto lui stesso racconta al sito ATP, c’è un modello ben chiaro: Rafael Nadal. E l’ammirazione nei confronti del 13 volte campione del Roland Garros è stata moltiplicata, agli occhi di Rublev, proprio dalle difficoltà – legate alle condizioni locali e alla preparazione – superate dal maiorchino per trionfare ancora una volta a Parigi.

“Non riesco a immaginare come sia possibile quello che sta facendo Rafa – racconta -, riuscire a essere mentalmente così forte per tutta la carriera. Anche fuoriclasse come Federer e Djokovic hanno avuto nel loro percorso momenti non al top, in cui sono risultati più vulnerabili nelle giornate storte o comunque in congiunture non ottimali. Lui è diverso, non importa come si senta, riesce comunque a trovare un modo per vincere. Se non vince, è perché perde battaglie di ore al terzo o al quinto set ma contro giocatori davvero forti”. Un’analisi chiaramente ad ampio raggio, che omette volontariamente (e contestualizza) il recente scivolone al Foro contro Schwartzman. Del resto, prontamente riscattato. La puntualizzazione finale non lascia spazio a equivoci: “Per me Nadal è il miglior atleta della storia, non è solo una questione di tennis“.

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