Giada Rossi di bronzo, riecco la luce dopo mesi di sofferenza

TOKYO. alla fine è bronzo. Ma in semifinale a squadre al torneo paralimpico nel doppio Giada Rossi e Michela Brunelli hanno avviato la serie superando la Cina che non perdeva da 16 anni. Era già storia. Poi, nei singolari, la rimonta del gigante asiatico è valsa la semifinale.

E ora Giada tornerà domani sera all’aeroporto Marco Polo di Venezia.

La cronaca di una impresa sfiorata e di una medaglia che vale più di quella di Rio, per diversi motivi. La classe 3 veronese e la classe 2 pordenonese hanno affrontato subito in doppio le due classi 3 Xue Juan, campionessa in singolare, e Li Qian e le hanno sconfitte per 3-1 (2-11, 11-3, 11-7, 11-8). Nel primo singolare, fra pari classe 3, Li Qian ha pareggiato le sorti, con il 3-0 su Brunelli (13-11, 11-3, 12-10). Il singolare decisivo ha opposto Rossi a Xue Juan, con la seconda, di classe superiore (3 contro 2) e già oro individuale, che ha prevalso per 3-0 (11-1, 11-8, 11-7).

«Ho fatto il possibile – ha commentato Giada – ma non é bastato». «Una medaglia molto pesante – ha riferito il padre di Giada Andrea Rossi – che serve a tutto il movimento pongistico italiano, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto». Questo regalo è per nonna Franca che compie 80 anni domani. Suoi i pantaloni personalizzati che Giada e Michela indossavano a Tokyo oltre al speciale guanto che usa per legare la racchetta. «Domani sera – ha detto l’olimpionica – atterreremo a Venezia e poi mi voglio lasciare indietro i mesi passati. Voglio godermi e condividere la festa».

E ieri poi è spuntata una lettera della mamma, Mara Cocchetto, che ha liberato la tensione di tutta la famiglia. Una tensione accumulata per anni e che negli ultimi mesi aveva trovato il culmine per colpa di un imprevisto problema di salute. Giada aveva pensato di smettere. “Il 2021 non è iniziato bene usando un eufemismo. Dopo le operazioni per tentar di chiudere la piaga ad aprile quando è arrivato L’esito della Tac ci è caduto il mondo addosso».

Hai pensato di mollare perché prima di tutto viene la salute, ma poi con la tua tenacia e anche un po’ di fortuna sembrava risolto. A giugno ti hanno riscontrato problemi alla tiroide, ma sei andata avanti. Sei arrivata al 18 agosto e sei partita per Tokyo. Per tutti le aspettative erano alte ma sapevano che sarebbe stata difficile. Come sempre non hai trovato scuse ma soluzioni, come dice il tuo coach: ti sei presa le tue responsabilità e anche con qualche lacrima (anche se non ce lo hai detto) sei comunque andata avanti. Questa vittoria corona la tua tenacia, la tua voglia di vivere.

Grazie alla tua compagna di squadra Michela, ai tuoi allenatori, alla grandissima squadra Italia che è una famiglia che in tutti questi mesi non ti hanno mai mollata. L’ unico rammarico è non aver potuto essere a Tokyo, non per festeggiare (quello lo abbiamo fatto anche qui),  ma per non averti potuto abbracciare, per non aver potuto asciugare le tue lacrime nel momento della sconfitta. TI vogliamo bene».

Giada Rossi è il simbolo del Friuli che resiste e rinasce. Sempre più un esempio di un bronzo che vale oro.