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Sci di fondo, il dilemma degli sprinter. Klæbo fuori due mesi, si può puntare alla Coppa sprint. Il rischio è sacrificare Pechino 2022…

Nei giorni scorsi Johannes Høsflot Klæbo ha confermato la propria volontà di non partecipare al Tour de Ski, svelando per intero i propri piani per l’inverno. Il norvegese ha spiegato quali sono i suoi intenti all’emittente televisiva TV2, durante un’intervista effettuata a Livigno, dove lo scandinavo è attualmente in raduno.

“Il piano è di restare qui un’altra settimana per poi tornare in Norvegia. Ho in programma di gareggiare per quattro weekend di fila, cominciando da Beitostølen (gare Fis antecedenti all’inizio del massimo circuito, nda) per poi partecipare alle prime tre tappe di Coppa del Mondo tra Ruka, Lillehammer e Davos. A quel punto andrò in quota e rimarrò lì sino ai Giochi olimpici”. In altre parole, il venticinquenne di Trondheim ha ribadito di non voler prendere parte né al Tour de Ski, né alle tappe di Dresda, Les Rousses e Planica. Si tratta di un piano di battaglia concentrato interamente su Pechino 2022, la cui ovvia conseguenza è quella di lanciare un messaggio a tutti gli avversari.

Klæbo, di fatto, ha implicitamente detto: “Signori, a me la Coppa del Mondo non interessa”. Dunque, oltre alla classifica generale, questa dinamica lascia vacante anche la Coppa sprint, tematica a cui l’Italia può guardare con grande attenzione. A conti fatti, il norvegese ha annunciato che nella graduatoria riservata alle prove veloci partirà con un handicap di 425 punti rispetto alla concorrenza. Dresda, Les Rousses e Planica sono tutte competizioni a punteggio pieno, mentre le due del Tour de Ski (Lenzerheide e Oberstdorf) conferiranno un bottino dimezzato. In Germania ci sarà però anche una team sprint.

Alla luce di questa premessa, viene da chiedersi quali scelte potranno effettuare i suoi rivali. Lo scandinavo sul lungo periodo è di fatto imbattibile, ma rinunciare a priori a quasi il 40% del monte punti a disposizione lo rende vulnerabile. Nel 2020-2021 Federico Pellegrino ha sfruttato a meraviglia le ripetute assenze di massa della Norvegia, mettendo le mani sulla seconda Coppa sprint della carriera. Sapendo che il gatto non c’è, i topi potranno concedersi un altro giro di valzer?

Difficile a dirsi, soprattutto perché non è chiaro quali possano essere le decisioni di tutti gli altri norvegesi. Klæbo ha parlato per sé, non per i compagni di squadra. I vari Erik Valnes e Håvard Solås Taugbøl potrebbero invece essere della partita spesso e volentieri, senza quindi trascurare la Coppa del Mondo. Nel qual caso, sarebbero loro i favoriti per la conquista della classifica di specialità (soprattutto il primo). Inoltre l’anno passato, cambiare obiettivo in corsa e buttarsi sulla classifica di specialità, comportava il sacrificio delle medaglie mondiali. Quest’inverno si parla, invece, di Giochi Olimpici, indubbiamente più prestigiosi.

Insomma, Klæbo ha lasciato spalancata la porta che conduce alla Coppa sprint. Facendo uno scatto verso di essa, sarebbe possibile agguantarla e portarsela a casa a discapito del vincitore designato. Ovviamente, per fare proprio tale trofeo si rischia di pagare un prezzo salatissimo, ovvero essere meno brillanti di molti altri a Pechino 2022. Qualcuno tenterà la stangata, spostando il mirino dal bersaglio d’oro a quello di cristallo?

Foto: LaPresse

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